- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (200) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Quelle nefandezze urbanistiche,di Costantino Severino

Quelle nefandezze urbanistiche

di Costantino Severino

Proseguiamo con gli interventi di tecnici ed esperti sulla questione idrogeologica a Monteforte Irpino in preparazione di un convegno on-line che il nostro giornale sta organizzando per il giorno 16 ottobre prossimo di cui forniremo nei prossimi giorni le coordinate. Oggi È la volta di Severino Costantino, Geologo, ex vicepresidente dell’Ordine dei Geologi della Regione Campania e già componente del Consiglio nazionale dei Geologi.
La pubblicazione da parte delle Autorità di Bacino delle aree di rischio idrogeologico ha innescato un serio e proficuo dibattito, non dire con chiarezza tutte le problematiche di ordine politico e tecnico che hanno condotto, attraverso gli eventi catastrofici, a partire dall’alluvione di Firenze nel 66 - Vico Equense 1966 - Palma Campania 1986 - Castellammare-Lauro-Forino 1997, fino al disastro di Sarno-Quindici-Lauro e buon ultimo, Cervinara, significa operare ancora una volta scelte ipocrite, vanificare il sacrificio in vite umane subito, infliggere un ulteriore e forse definitivo contributo in negativo ad una vera politica di salvaguardia geo-ambientale.
Non si possono nascondere 40 anni di nefandezze urbanistiche, di prevaricazioni professionali, non dire di tecnici, imprenditori, politici poco sensibili ai problemi del territorio e solo votati alla cementificazione, alla impermeabilizzazione dei suoli e negli ultimi anni anche alla urbanizzazione selvaggia delle campagne, significa non voler fare una analisi approfondita, la sola che può portare ad una vera e reale inversione di tendenza culturale, che molto spesso e solo da poco è presente sulla bocca di tutti. Ed allora evitiamo delle vuote enunciazioni di principio e diamo segnali positivi che il cambiamento è in atto, che il territorio, in quanto tale, è un bene indispensabile, prendiamo realmente coscienza del passato ed evitiamo di incorrere negli stessi errori.
Un paese dove si consumano ogni anno 150 mila ettari di campi, di boschi, coste e colline ci ha portato verso uno scenario di deserto cementificato, da questo emerge un primo dato impietosamente: sul tema della salvaguardia del territorio sono da bocciare tutte le politiche delle Amministrazioni periferiche e di quello dello Stato fino ad ora attuate.
Nel 1986 (Congresso dell’INU - Istituto Nazionale di Urbanistica), “si riconosceva la assoluta necessità di conoscere le dinamiche naturali ed i meccanismi che regolano le risorse naturali, utilizzando, vivaddio, le discipline considerate marginali (quelle biologiche e quelle geomorfologiche).
L’affresco che ne veniva fuori era uno “sfascio totale”, da Campos Venuti a Del Piaz, tutti avevano impietosamente fotografato l‘Italia che cambiava, chiaramente in peggio.
Questo avveniva senza clamori né attenzioni da parte di tutte le Istituzioni.
Nel Meridione intanto si consumava e si poteva misurare l’enorme dimensione dell’abusivismo urbanistico e delle scelte clientelari in uno scenario del tutto incontrollabile”.
È facile in tutta la Campania verificare gli elementi “in negativo” dello scempio perpetrato sul territorio.
Volere, ancora una volta, riportare la complicata problematica geologica ed idrogeologica che sottende i disastri sempre più numerosi, tentare di circoscriverla e ricondurla ad un semplice problema geotecnico o idraulico, significa ricadere nelle mistificazioni e nelle ipocrisie degli ultimi 30 anni.
Si è sempre separata la fase di ricognizione e di indagine prevalentemente geologica, da quella progettuale e quindi eminentemente ingegneristica; si è posto in essere per anni una specie di compartimento stagno, tra la fase ricognitiva e quella attuativa, che ha contraddistinto e purtroppo continuare a contraddistinguere tutte le progettualità fino ad ora portate a compimento. Qualcuno potrebbe dire che questo non è vero, pur essendo ben consapevole che questa è una prassi consolidata ed ancora oggi in attualità di esecuzione. Inversione di tendenza culturale, significa, quindi, lavorare insieme, significa qualità del lavoro, significa ponderare accuratamente le opere che si vogliono eseguire e, cosa ancora più importante, verificare e quindi collaudare solo quelle opere la cui finalità sia ben chiara e la cui utilità è sicuramente accertata, sia da un punto di vista della perfetta esecuzione che della sua reale funzionalità.
Ossia niente più interventi inutili e dannosi ma solo lavori necessari, ben ponderati e soprattutto funzionanti e funzionali ad una reale limitazione del rischio idrogeologico.
I sindaci e gli amministratori in genere, a seguito della pubblicazione delle Carte del Rischio idrogeologico, che tanta apprensione e confusione hanno indotto nelle Amministrazioni e nei privati cittadini, hanno fatto intendere con chiarezza che non si oppongono a processi innovativi in tema di salvaguardia del Territorio, ma con altrettanta chiarezza hanno voluto precisare che le scelte devono essere attentamente valutate, vogliono convincersi per primi, per poi far accettare e non imporre scelte immotivate alle Comunità che rappresentano. Tutte belle parole e, purtroppo, dopo 30 anni siamo ancora alla “allerta meteo o al suono delle campane o delle sirene”.
Costantino Severino
Geologo



Giovedì 08 Ottobre,2020 Ore: 18:04
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Notizie dall'Irpinia

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info