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www.ildialogo.org IL NAPOLI IN FINALE VUOLE LA COPPA E IL CALCIO DEVE CAMBIARE,di Giovanni Sarubbi

Curva Sud di Monteforte Irpino – Coppa Italia - Napoli-Inter 1-1
IL NAPOLI IN FINALE VUOLE LA COPPA E IL CALCIO DEVE CAMBIARE

di Giovanni Sarubbi

The Show Must Go On (Lo spettacolo deve continuare), con o senza pubblico, con o senza gli urli di sostegno della squadra per cui si gioca. In fondo i giocatori ci sono abituati perché lo fanno ogni giorno durante gli allenamenti. Provano e riprovano ciò che poi faranno in campo.
La Curva Sud di Monteforte Irpino è vuota ed è triste vedere una partita in TV con uno stadio vuoto e a casa tua senza neppure poter invitare gli amici con cui da sempre hai visto la tua squadra del cuore. E che fastidio gli urli dei due allenatori e dei loro aiutanti, amplificati dal silenzio dello stadio vuoto. Mi hanno dato l’idea di assistere ad un incontro di pugilato o ad un assalto all’arma bianca.
E quanto dolore in quel minuto di silenzio all’inizio della partita con i malati di COVID19 che continuano a morire e con l’infezione che ancora circola in particolare in Lombardia e in quella Milano che ha due squadre tutte e due impegnate nelle due semifinali di Coppa Italia, Milan e Inter impegnate contro la Juventus e il Napoli. E tutte e due non hanno passato il turno, ma questo non credo importi molto né alla vittime lombarde né a quelle piemontesi o campane e credo non ci sia proprio nulla da festeggiare, neppure per la Juventus o per il Napoli che si incontreranno il prossimo mercoledì per disputare la finale della Coppa Italia. Il COVID19 incombe ancora sulle nostre vite.
Se il calcio non fosse una immonda macchina per far soldi il campionato e le relative coppe andavano semplicemente sospese e rinviate, per capire come far ritornare umano uno sport diffuso e popolare nel nostro paese che non può più continuare come prima, per ritornare allo sport vero, al gioco che ti scalda il cuore, privo di sputi in campo o addosso agli avversari, privo di insulti e di falli mirati a far male, privo di sguardi truci e lotta all’ultimo sangue. Perché questo è il calcio oggi, a tutti i livelli, perché nel calcio girano troppi soldi e troppi bambini e giovani vengono portati alle scuole calcio con la speranza di farli diventare dei piccoli Maradona e fare carriera.
Non avevo voglia di vedere la partita Napoli-Inter ma alla fine ha prevalso il tifoso da un lato e il giornalista dall’altro per capire l’aria che tira. Credo conosciate tutti del gol a freddo al primo minuto preso da una difesa del Napoli che si è fatta spiazzare da un tiro ingannevole; o delle splendide parate di Ospina che continua ad avere l’aria di un ranocchio bagnato piccolo piccolo che ogni volta che prende la palla con i piedi ti mette apprensione perché può sbagliare il rilancio e regalare un gol agli avversari. Come credo conosciate tutti lo splendido rilancio proprio di Ospina che ha innescato a metà partita uno splendido contropiede dei due gemelli del gol Mertens – Insigne. Non darò pagelle a questo o a quello. Non sono mai riuscito a darne anche perché quando si vince è la squadra che vince così come quando si perde. Ho vissuto la partita con una profonda tristezza nel cuore. Non mi sono emozionato, non mi sono arrabbiato per il gol subito né ho esultato per il gol fatto né per l’accesso alla finale. Spero vada meglio il prossimo mercoledì con la finale fra Juve e Napoli.
Lo sport e il calcio devono cambiare. Non può essere tutto come prima. Non possiamo fare finta di niente perché questa pandemia ha dimostrato che siamo indietro anni luce in quanto ad umanità e a fratellanza, che dovrebbe essere la base dello sport dove per correre dietro ai soldi e al successo si possono accettare anche le coppe vinte durante una tragedia ed è già successo. E mi riferisco alla strage dell'Heysel del 29 maggio 1985, poco prima dell'inizio della finale di Coppa dei Campioni di calcio tra Juventus e Liverpool allo stadio Heysel di Bruxelles, in cui morirono 39 persone, di cui 32 italiane, e ne rimasero ferite oltre 600. E questo non impedì ai giocatori della Juventus di alzare al cielo la coppa della vittoria.
Chiunque vinca mercoledì non esulti e non si suonino inni di festa e non si sparino fuochi d’artificio. Rimettiamo al centro la nostra umanità. Ritorniamo umani.
Giovanni Sarubbi



Domenica 14 Giugno,2020 Ore: 21:09
 
 
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