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www.ildialogo.org CATERINA E OLIMPIA, DUE DONNE “PERICOLOSE”: UNA ESILIATA, L’ALTRA GHIGLIOTTINATA.,di Maria Teresa D’Antea

CATERINA E OLIMPIA, DUE DONNE “PERICOLOSE”: UNA ESILIATA, L’ALTRA GHIGLIOTTINATA.

di Maria Teresa D’Antea

Alle donne, nonostante le dichiarazioni costituzionali di parità giuridica, vengono ancora oggi interdette le cariche di responsabilità. E questo perché nella zuffa feroce tra maschi per l’accaparramento di un ruolo di potere ( mai considerato di servizio e quindi di umile e difficile espletamento ) le donne vengono, sì, cooptate come sostenitrici, ma ostacolate nell’accesso ai posti decisionali. Se però non è il potere ad essere in gioco, ma una esclusione o una condanna a morte, allora le donne, in tutti i paesi del mondo, diventano immediatamente più eguali degli uomini e considerate degne di esilio e di esecuzioni capitali. Ogni anno a novembre mi frullano in testa queste riflessioni, suggerite dalla ricorrenza della festa di una straordinaria donna del mio paese, Caterina Sordini, un’intelligente e santa badessa, con la quale chiedevano di parlare capi di stato come Carlo Emanuele IV di Savoia, re di Sardegna, e papi come Pio VII, ma che non avrebbe mai potuto nemmeno pensare, in quanto donna, di diventar lei stessa capo o segretario di stato, per esempio dello stato pontificio, al pari di altri consacrati come lei. Vogliamo scherzare?
Però quando i francesi dell’età napoleonica arrivarono a Roma e fecero un repulisti di monasteri e prelati, considerati oscurantisti sull’onda libertaria e progressista del secolo cosiddetto dei lumi, lei fu spedita in esilio, senza troppi complimenti, nel suo povero e sperduto villaggio di Toscana, Porto Santo Stefano. Eppure aveva avuto il solo torto, al contrario di cardinali e papi, che cercavano alleanze per salvare il loro potere temporale, di fondare un ordine religioso, quello delle adoratrici perpetue del SS. Sacramento, con il quale indicava il solo Lume, Gesù Luce del mondo, che potesse salvare, in quei tempi di barbarie e di sangue, l’umanità imbestialita dalla sete di dominio e di conquista.
Insieme a Caterina, mi viene in mente un’altra donna che visse, come lei, nel turbinoso periodo della rivoluzione francese: Olimpia de Gouges, ricordata soprattutto come firmataria dei “Diritti della donna e della cittadina”e quindi considerata una pioniera del femminismo moderno. Pochi sanno che Olimpia si batté come una leonessa contro la schiavitù, contro cioè il mercato degli schiavi neri, diventato fiorentissimo in quegli anni, grazie anche ai teologi di santa romana Chiesa, che giustificavano la schiavitù degli africani come giusta conseguenza dei discendenti di Cam, il figlio maledetto di Noè. Il senso profondo dell’uguaglianza e della giustizia, valori evangelici per eccellenza ed esaltati da Gesù nel discorso delle beatitudini, spingevano Olimpia, impegnata su sponde apparentemente opposte a quelle di Caterina, a rischiare la vita perché quei valori si affermassero nella storia. Quando Olimpia denunciò la deriva sanguinaria che assunse la rivoluzione francese, fu condannata alla ghigliottina con la seguente motivazione “per aver dimenticato le virtù che convengono al suo sesso”, cioè per non essere stata zitta ed essersi immischiata in cose comicamente ritenute dagli uomini solo di loro competenza.
Due donne, Olimpia e Caterina, che mi fanno spesso compagnia, specie nella ricorrenza del loro ultimo giorno, quando entrambe muoiono nello stesso mese di novembre, la prima il 3 del 1793, la seconda il 29 del 1824. Due donne che mi fanno capire come la storia, nonostante gli schieramenti ideologici e le guerre degli uomini, va nell’unica direzione voluta da Dio, quella del compimento del suo regno, con la realizzazione della bella notizia annunciata da Cristo. Una storia dove la dialettica divina non può essere confusa con gli scontri armati, perché in essa lo Spirito Santo agisce scendendo su uomini e donne di buona volontà, cioè di retta coscienza e buon intendimento, in qualsiasi schieramento si trovino. E i nemici sono solo quelli che vogliamo creare noi stessi, spesso per un oscuro, satanico interesse.
Maria Teresa D’Antea



Sabato 08 Dicembre,2018 Ore: 14:05
 
 
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Pianeta donna

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