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www.ildialogo.org L'OMBRA DEL GRANDE TIMONIERE TRA MITO E STORIA, SULLA CINA DI OGGI. LA VITA DI MAO TSE TUNG NEL GIUDIZIO DEGLI STORICI, FUORI DAL MITO. L'EREDITA' NELLA CINA DI OGGI, DI FEDERICO RAMPINI “L'OMBRA DI MAO”, MONDADORI,A CURA DI CARLO CASTELLINI

L'OMBRA DEL GRANDE TIMONIERE TRA MITO E STORIA, SULLA CINA DI OGGI. LA VITA DI MAO TSE TUNG NEL GIUDIZIO DEGLI STORICI, FUORI DAL MITO. L'EREDITA' NELLA CINA DI OGGI, DI FEDERICO RAMPINI “L'OMBRA DI MAO”, MONDADORI

A CURA DI CARLO CASTELLINI

SULLE TRACCE DEL GRANDE TIMONIERE PER CAPIRE IL PRESENTE DI CINA, TIBET, COREA DEL NORD E IL FUTURO DEL MONDO.
CHI E' FEDERICO R A M P I N I
Corrispopndente de LA REPUBBLICA da Pechino, ha esordito come gironalista nel 19799 scrivendo per RINASCITA. Già vice direttore de IL SOLE 24 ORE e capo della redazione milanese della Repubblica, editorialista, inviato e corrispondente a Parigi, Bruxelles, San Francisco, ha insegnato nelle università di Shanghai e Berkeley. E'autore di numerosi saggi.
L'EDITORE OSCAR MONDADORI.
Per noi occidentali la Cina di oggi è un enigma. Per svelarlo c'è una sola strada: fare i conti con il padre della Cina contemporanea, capire chi fu davvero Mao Tse Tung. FEDERICO RAMPINI ci accompagna in queste pagine in un nuovo viaggio attraverso il secolo cinese, sulle tracce di MAO: un viaggio nella storia, nel mito, nel presente, all'ombra di un uomo che si è reso responsabile della morte di 70 milioni di persone ma che, già nella scelta del suo successore DENG XIAO PING, ha consentitto al proprio paese di imboccare la strada delle grandi riforme economiche. Un uomo il cui fascino ha accecato una generazione di intellettuali europei e ha ispirato alcuni mostruosi epigoni, ma a cui va il merito di avere restituito dignità a uno stato piagato da un degrado e da una corruzione devastanti. Rampini incontra i testimoni di alcuni degli eventi più tragici e per noi oscuri della storia del secolo scorso, convinto che per far luce oggi sul mistero della superpotenza cinese, sia indispensabile seguire i segni e le cicatrici lasciate sul corpo di questo sterminato paese da un uomo le cui mani sono sporche di sangue ma il cui culto non sembra destinato a sparire. (L'EDITORE)
DENTRO LA STORIA DEL GIGANTE CINESE.
Per noi occidentali la CINA di oggi è un enigma. Com'è possibile che la più grande economia di mercato esistente al mondo, una moderna superpotenza in ascesa nell'era di Internet e della globalizzazione, venga ancora governata da un regime autoritario, con un partuto unico che calpesta la libertà di espressione e non ammette un'opposizione? E' difficile anche conciliare il presente con il passato prossimo: come si spiega che il capitalismo cinese di oggi sia fiorito subito dopo un esperiemnto comunista, realizzato dopo trent'anni in forme radicali? Per svelare questo mistero c'è una sola strada: fare i conti finalmente con il padre della Cina contemporanea, capire davvero chi fu MAO ZEDONG, che cosa resta di lui, quanto la sua azione sia stata negata e rovesciata, quanta parte della sua eredità invece sia conservata tuttora non ostante le apparenze.
MAO TSE TUNG è stato senza alcun dubbio uno dei giganti del Novecento, uno dei pochi leader che hanno lasciato un'impronta davvero indelebile nella storia del secolo. La sua rivoluzione ha cambiato la CINA, ha contribuito a trasformare radicalmente le condizioni di vita di centinaia di milioni di persone: il popolo più numeroso del pianeta.
Ha creato un'ideologia, leggende, miti, valori e ideali la cui portata si è estesa ben oltre i confini del suo paese: il MAOISMO, ha influenzato la protesta studentesca nel maggio '68 parigino, diverse correnti della sinistra occidentale, interi movimenti di liberazione e regimi socialisti del TERZO MONDO. A trent'anni dalla sua morte.
Ancora nel 2006 esistono guerriglieri che si autodefiniscono maoisti in NEPAL, in INDIA e in PERU'. L'irruzione della CINA di MAO sulla scena internazionale fin dagli annni Cinquanta, ha modificato gli equilibri internazionali: molto prima di diventare un colosso economico la REPUBBLICA POPOLARE è stata una potenza politica e militare, le cui scelte strategiche hanno segnato le vicende mondiali.
Allo stesso tempo, sotto Mao e per colpa sua, il popolo cinese ha subito tragedie e sofferenze atroci. Oggi il giudizio degli storici è presssoché unanime nel considerarlo responsabile di un bilancio immane di vittime, probabilmente fino a 70 milioni di morti.
Rispetto alla sua importanza oggettiva per la storia della CINA e del mondo intero, si impone questa prima constatazione: oggi la cono scenza realedi Mao è ancora estremamente limitata, sia tra i suoi connazionali, sia nell'opinione pubblica straniera. In OCCIDENTE, al di fuori di una schiera di specialisti e di appassionati, le informazioni che il grande pubblico ha su di lui sono vaghe, obsolete e spesso del tutto errate. IN ITALIA, fino a un'epoca recente, erano state pubblicate poche biografie, per la maggior parte superate e viziate da pregiudizi ideologici (prevalentemente di sinistra).
Una generazione di NOSTALGICI è rimasta influenzata dal primissimo ritratto personale che fu pubblicato su MAO, per molto tempo anche la sola BIOGRAFIA, che ebbe un prestigio e una diffusione internazionale: STELLA ROSSA SULLA CINA, scritto dal giornalista americano EDGAR SNOW nel 1938.
Un libro ancora interessante da rileggere settant'anni dopo, per la testimonianza in presa diretta di SNOW: l'autore è rimasto fino ad oggi l'unico reporter occidentale ad avere avuto un contatto intimamente personale e assai prolungato con MAO, che egli aveva raggiunto nel rifugio clandestino delle CAVERNE DI YANAN dopo un viaggio avventuroso.
Un libro tuttavia irrimediabilmente datato, non solo perchè si fermava al primo capitolo della storia di MAO – l'impresa rivoluzionaria della LUNGA MARCIA -, ma anche perché SNOW era stato plagiato da Mao, ne aveva subito il fascino in modo così potente che il suo giudizio storico risulta condizionato, tanto da nascondere i tratti negativi e perfino ignobili del personaggio già ben preesenti fin da allora.
Quel che è ancora più importante è che l'ignoranza su Mao non riguarda solo gli occidentali. La stragrande maggioranza dei cinesi – ha ricevuto sul padre fondatore della Repubblica popolare notiizie semplicistiche e stereotipate, piene di lacune, di leggende o di pure e semplici menzogne veicolate dalla propaganda di regime.
In parallelo con la diffusa disinformazione riguardo a MAO ZEDONG, un ulteriore elemento anomalo rispetto alla sua importanza è questo: su nessun altro dei leader del NOVECENTO il bilancio storico rimane così aperto, così controverso, continuamente rivisto e e dibattuto. Dopo essere stato idolatrato come un vendicatore dei poveri e degli oppressi,, come il creatore di un'ideale società egualitaria e giusta , come un filosofo e un poeta, trent'anni dpo la sua morte, egli è candidato a finire in compagnia di ADOLF HITLER E JOSIF STALIN, per formare insieme la loro mostruosa TRINITA' nel Pantheon negativo dei più grandi criminali del XX secolo.
Eppure né l'uno né l'altro di questi estremi catturano la figura di MAO con equilibrio. Non si è ancora consolidato un vero consenso neppure tra gli storici occidentali. Mentre su HITLER E su STALIN esiste oggi una saggezza convenzionale, un giudizio finale accettato almeno da una maggioranza degli esperti e dell'opinione pubblica, su Mao il verdetto della giuria è ancora sospeso. A questo naturalmene contribuisce in misura determinante l'atteggiamento dei cinesi.
A BERLINO non c'è un memoriale in omaggio a HITLER; i suoi principali collaboratori furono condannati daltribunale di NORIMBERGA al termine della seconda guerra mondiale; i manuali di storia nelle scuole tedesche condannano in modo inequivocabile il nazismo e l'OLOCAUSTO, la classe dirigente tedesca del dopoguerra, da ADENAUER a BRANDT da SCHMIDT a KOHL, da SCHROEDER alla MERKEL, viene da partiti politici che si sono formati prendendo le distanze dal nazismo o combattendolo.
A Mosca non si fa la fila nella Piazza Rossa per visitare la mummia di STALIN, il suo successore KRUSCEV ne denunciò i crimini fin dal 1956 avviando la destalinizzazione dell' Unione Sovietica (in realtà non tutti i difetti del regime staliniano furono riformati, ma almeno il mito del personaggio ricevette un colpo formidabile).
A PECHINO, invece, il mausoleo che custodisce la salma di MAO occupa il centro di PIAZZA TIENANMEN, il luogo più simbolico del potere, di fronte alla CITTA' PROIBITA in cui abitavano gli imperatori, e la folla dei visitatori che sfila davanti a quel cadavere imbalsamato è sempre enorme. La gigantografia con il ritratto del leader defunto, è appesa all'ingresso del palazzo imperiale, sempre in piazza Tienanmen. Gli eredi politici di M A O sono tuttora al governo e il suo partito comunista conserva il monopolio del potere. Certo non esiste più “il culto della personalità” di MAO ZEDONG come quello che veniva imposto e praticato in Cina quando egli era vivo e nei primi anni dopo la sua morte. La verità sui suoi terribili errori ha fatto capolino.
ESCONO I LIBRI SU MAO E SUI SUOI ERRORI.
Dopo la morte di M A O cominciarono a uscire libri di testimoianze e rivelazioni sulle sofferenze di quegli anni e anche sulla sua persona, dapprima pubblicati in cinese, ma a HONG KONG e a TAIWAN, cioè fuori dai confini della censura nazionale, poi via via disponibili anche in Cina. Il più celebre e il più dissacratore è stato senza dubbio il DIARIO DI RICORDI del suo medico personale LI ZHISUI, pubblicato per la prima volta nel 1994 a TAIWAN e negli Stati Uniti con il titolo: LA VITA PRIVATA DEL PRESIDENTE MAO.
IL SUO MEDICO PERSONALE COSA DICE?
Il medico che lo aveva assistito dal 1954 fino alla sua morte nel 1976, ha presentato un MAO ZEDONG egocentrico e presuntuoso, irascibile, amante del lusso, predatore sessuale, insicuro della propria cultura, vittima di periodiche e gravi depressioni, più furbo che intelligente. La sua crudeltà era talvolta il frutto di impulsi incontrollabili e patologici, altre volte il risultato di freddi calcoli per intimidire avversari e collaboratori, per imporre un clima di terrore funzionale al proprio potere tirannico. Questi stati di carattere erano già stati oggetto di pettegolezzi e indiscrezioni, ma la testimonianza diretta disinteressata e spassionata del suo medico vi aggiunse una solida credibilità.
Sia pure in maniera parziale e tra nolte reticenze, anche la VERSIONE UFFICIALE della storia promulgata oggi da PECHINO contiene delle critiche; si ammette che il Grande Balzo in avanti provocò stenti e carestie tra il 1959 e il 1962, e che la Rivoluzione Culturale tra il 1966 e il 1976 fu caratterizzata da eccessi, violenze, persecuzioni. Tuttavia quelle tragedie vengono liquidate in modo superficiale sbrigativo. Per esempio.
Nei manuali di storia usati nelle scuole medie nel 2006, il Grande Balzo in avanti che provocò dai 20 ai 50 milioni di morti (le stime occidentali variano a seconda del periodo considerato e sono per forza approssimative vista la reticenza delle autorità locali), viene sommariamente evocato in pochi paragrafi che non citano il numero di vittime, attribuiscono il disastro a un'”errata pianificazione centrale” e, per moderare la critica, aggiungono anche una nota positiva:”Durante il Grande Balzo in avanti ogni villaggio organizzò la sua comune.
I membri di una comune potevano mangiare gratis nella mensa collettiva”. La causa di “quegli errori di pianificazione” non è mai stata oggetto di un vero dibattito politico nazionale, che rimetterebbe in discussione l'infallibilità del Partito comunista e la legittimità dell'attuale classe dirigente. Le università e gli studiosi cinesi non ricevono alcun incoraggiamento dall'alto per una ricerca storica che faccia piena luce su M A O.
A differenza di quel che Kruscev fece solennemente nel 1956 con STALIN (morto appena tre anni prima), nessuno dei leader che si sono succeduti al potere, a Pechino negli ultimi trent'anni, ha mai denunciato urbi et orbi i crimini di MAO. Il mito del Grande Timoniere resiste, anche se con il passare del tempo ha subito un'evidente trasformazione: oggi quello che viene studiato a scuola e celebrato nella memoria storica nazionale è soprattutto il GIOVANE MAO, il leader della GRANDE MARCIA, il (presunto ) capo della lotta di liberazione contro l'invasore giapponese, il fondatore di una Repubblica popolare unita e stabile, che ha restituito alla Cina uno status di grande potenza. Questo slittamento progressivo dell'ideologia unificante, dal comunismo al nazionalismo, richiede una notevole dose di falsificazione storica.
La Lunga Marcia – che la propaganda ha trasformato nel vero mito fondante della nuova nazione cinese – viene raccontato ancora oggi come Mao la “reinventò” a posteriori, esagerando il proprio ruolo personale in quella vicenda, occultando tutte le verità scomode e imbarazzanti sulla repressione del dissenso, sui rappoprti con i giapponesi e con i nazionalisti di CHIANG KAI-SHEK sull'appoggio fondamentale dell'Unione Sovietica.
Nell'IMMAGINARIO COLLETTIVO alimentato dall'indotttrinamento, la LUNGA MARCIA è l'epopea eroica con cui Mao inizia a restituire alla nazione difnità a fierezza, cancella l'onta delle classi dirigenti che avevanos venduto la Cina agli interessi delle potenze imperiali straniere.
Attraverso questo lavoro compiuto per anni dal partito sulla memoria storica dei cittadini, il Mao “cattivo” diventa marginale, il Mao “buono” è il fondatore del forte senso di identità dei cinesi di oggi. E' insomma un cadavere sempre più nazionalista e sempre meno comunista quello che le folle dei visitatori omaggiano a Piazza Tien an men. (FEDERICO RAMPINI, a cura di Carlo Castellini).



Domenica 22 Marzo,2020 Ore: 19:25
 
 
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