I capi sanno qualcosa più di noi ? - www.marioragagnin.net

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Messaggioda Mario Ragagnin » 26/12/2010, 21:08

I discorsi dei personaggi più autorevoli e importanti
si limitano a invocare la pace

come fanno i cittadini semplici di base, e tanto sembra bastare; perché nessuno
invita quei personaggi ad andare avanti con i loro discorsi in maniera operativa e ad
usare il loro potere in maniera costruttiva e mirata; anche perché nessuno sembra
sapere cosa chiedere e pretendere da quei personaggi. Ebbene, lo chiedano ai
professori universitari, riservando a sé stessi poi il compito di fare pressione sui
personaggi affinché eseguano la soluzione indicata dai luminari.
In tal modo emergerebbe sempre qualcosa, se non altro il fatto che nessuno
conosce la soluzione. E già il proporsi il problema sarebbe un passo avanti; al quale
seguirebbe quello di scegliere fra le mille proposte che invece arriverebbero dalle
basi: alle quali così verrebbe ridata una parte di potere e di responsabilizzazione, e
sarebbe un buon inizio.
Oggi difatti tutti parlano dei massimi sistemi, con la convinzione di avere a
disposizione una soluzione. Siccome però lo fanno privatamente, e non di fronte a
specialisti consulenti e avvocati, i loro progetti rimangono velleitari e si riducono a
sfoghi emotivi (che però rivelano quella che sarebbe l'esigenza esistenziale di libertà
e di espressione di ciascuno, che attualmente non viene riconosciuta né in diritto né di
fatto).
Inoltre il dovere poi di farlo pubblicamente rappresenterebbe un impegno tale,
per chi volesse parlare, che lo indurrebbe a riflettere. Ciò che oggi nessuno si sente in
dovere di fare, perché non immagina quale possa essere la complessità dei problemi
nascosti.
Però il cominciare a farlo, di fronte agli scienziati umanisti che hanno il dovere
di rispondere e di insegnare, sarebbe l'inizio di quell'educazione permanente, di
quella informazione continua in corso d'opera, che maturerebbe le opinioni pubbliche
e le renderebbe capaci di affrontare alla pari i poteri (oltre che spingere le
associazioni a collegarsi insieme per integrarsi a vicenda, e diventare così
onnitematiche). Ed intanto a far capire ad ognuno che la sua verità è sempre parziale
e unilaterale, e ha bisogno di completarsi con le altre, nel mentre modera l'assolutezza
delle altre stesse, e la propria.
Tale gioco di corrispondenze virtuose sarebbe l'inizio e l’indicazione di quanto
ogni persona responsabile e ogni associazione monotematica può (e perciò deve)
cominciare a fare per realizzare anche solamente il proprio obiettivo particolare.

Mario Ragagnin
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