Lettera di solidarietà con la Casa per la Pace di Milano

Un appello a sostenere la Casa per la Pace di Milano attaccata dal quotidiano Libero e da un assessore comunale


di Pax Christi - Segreteria Nazionale

Cari amici,
probabilmente sarete a conoscenza dell’attacco portato alla Casa per la Pace dall’assessore Roberto Predolin sulle colonne del quotidiano Libero.
Vi alleghiamo comunque il testo dell’intervista che lasciamo alla vostra meditazione.
Intendiamo querelare l’assessore.
Nel frattempo vi alleghiamo un documento che corrisponde ai punti più gravi dell’intervista e che - se volete - potrete inviare alla "Casa per la Pace" in segno di solidarietà e per conoscenza al sindaco, all’assessore e a Libero per far sapere che la Casa per la Pace non è sola.
Questo materiale può aiutarci ad ottenere la solidarietà di associazioni o individui singoli.
Grazie infinite per la collaborazione e ci scusiamo per l’eventuale doppione..
Casa per la Pace,
via Marco d’Agrate 11, 20139 Milano.
tel 0255230332.



Da “Libero” di Domenica 20/04/03 pag 26 Milano.


Titolo in neretto:
L’Assessore Predolin: Le scuole di pacifismo spesso sono officine di vera e propria violenza:


Titolo in grande:

“BISOGNA TENERE SOTTO CONTROLLO L’EDIFICIO”


Intervista di PAMELA Dell’Orto.


Testo:

A Milano c’è un centro, la “Casa per la pace”, dove si insegnano più di 100 tecniche di “disobbedienza”. E che insegna a combattere Bush e l’America boicottando prodotti di largo consumo (dalla Coca Cola al tonno in scatola). Tutto è nel segno anti – USA. Si proiettano film e documentari contro multinazionali, si vendono gadget pacifisti. Infine si può trovare l’elenco delle imprese che hanno finanziato la campagna elettorale del presidente americano. E che quindi vanno fermate.
Abbiamo chiesto all’assessore al Commercio del Comune Roberto Predolin se questi insegnamenti “pacifisti” possano considerarsi davvero tali.
D. Assessore, qui insegnano come fare sit – in, manifestazioni, scioperi della fame e anche quali prodotti boicottare: sono mezzi pacifisti secondo lei?
R. “Sono le classiche tecniche di guerriglia urbana, che non hanno niente a che fare con il pacifismo.
D. E cosa ne pensa della propaganda contro i prodotti americani?
R. I 200 prodotti nel listone dei nuovi guerriglieri mettono in luce la loro complicità con il dittatore e con un sistema criminale, che è diventata tale da boicottare prodotti americani di cui fruiscono anche loro. E’ un’idea ridicola, ma deve far riflettere su cosa si celi veramente dietro la bandiera della pace.
D. Non è assurdo che esista una scuola del genere?
R. Le scuole di guerriglia si sono già viste dal ’68 e negli anni ’70. Sappiamo tutti dove hanno portato.
D. La Casa per la pace, dunque, può rappresentare un pericolo?
R. La scuola in sé va ridicolizzata. Non bisogna darle troppo peso. Si corre il rischio di darle un importanza immeritata. Ma il pericolo c’è. Anche negli anni ’70 è iniziato tutto così, con pacche sulle spalle. E poi abbiamo visto cosa è successo. Quando ci si è resi conto che le sedute di amicizia e fratellanza hanno lasciato sangue sul selciato delle strade, ormai era troppo tardi.
D. Come intervenire, allora, per evitare che la storia si ripeta?
R. Gli organi di polizia devono fare indagini serie e approfondite sui maestri: non dimentichiamo che in passato , all’interno delle BR, sono stati proprio “maestri” come questi a indurre molti ragazzi a uccidere, celandosi dietro una facciata falsa e ipocrita. E questo sia anche di monito al mondo cattolico, che ha coperto queste organizzazioni e continua a sfilare con loro in nome di una pace astratta





LETTERA DI SOLIDARIETA’ ALL’ASSOCIAZIONE CASA PER LA PACE
casapace@tiscali.it


Inviata p.c.
§ Al Sindaco di Milano Gabriele Albertini –
sindaco.albertini@comune.milano.it
§ All’assessore al commercio Roberto Predolin –
Assessore.predolin@comune.milano.it
§ Al direttore responsabile del quotidiano “Libero” Vittorio Feltri – redazione@libero-news.it
I gruppi le associazioni e i singoli cittadini che sottoscrivono questa lettera ritengono estremamente gravi e diffamatorie le accuse formulate dall’Assessore al Commercio Roberto Predolin nel corso di un’intervista, pubblicata sul quotidiano “Libero” (n. 98, pag. 26 del 20 aprile 03), nei confronti della Associazione Casa per la Pace di Milano ed esprimono la loro piena solidarietà a questa realtà associativa che svolge un ruolo fondamentale per la promozione della cultura della nonviolenza e della pace nel capoluogo lombardo.
Si ritiene che queste accuse siano infamanti e calunniose perché:
a) gli strumenti di iniziativa politica non violenta come i sit-in, le manifestazioni, lo sciopero della fame sono modalità di partecipazione civile, che rientrano nel diritto di espressione di ogni cittadino e non sono affatto “classiche tecniche di guerriglia urbana”;
b) le campagne di boicottaggio sono forme democratiche, che si fondano sulla libertà di scelta del cittadino – consumatore, e il loro obiettivo è quello di spingere le multinazionali coinvolte a rivedere le proprie scelte aziendali di supporto alle politiche militariste e alle guerre. Non si vede come tali campagne possano mettere “in luce complicità con il dittatore e con un sistema criminale”;
c) risulta inoltre inquietante l’affermazione dell’Assessore: “Questo sia di monito (?!) al mondo cattolico, che ha coperto queste organizzazioni e continua a sfilare con loro in nome di una pace astratta”. E’ addirittura pleonastico ricordare all’Assessore che il mondo cattolico, a partire dal Papa e dal Cardinale di Milano, non ha mai offerto coperture ad organizzazioni violente, ma coerentemente ha sempre cercato di affermare i propri principi etici al fianco di tutti coloro che hanno scelto la nonviolenza come forma di una concreta trasformazione sociale.
A questo punto non si può che restare indignati e stupefatti per la richiesta rivolta dall’Assessore alle forze dell’ordine: ”Gli organi di polizia devono fare indagini serie e approfondite sui maestri: non dimentichiamo che in passato, all’interno delle BR, sono stati proprio “maestri” come questi a indurre molti ragazzi a uccidere, celandosi dietro una facciata falsa e ipocrita”.
Non esistono reati per i quali intraprendere delle indagini. Tale richiesta, con le scandalose insinuazioni che la supportano, criminalizza indebitamente questa realtà democratica e nonviolenta, e suscita pericolose tensioni ed inutili allarmismi.
Attaccare la Casa per la Pace su questi punti significa attaccare il diritto al dissenso e alla libera associazione tra cittadini che intendono organizzarsi per partecipare alla vita sociale e politica. Qualsiasi azione volta ad impedire il normale svolgersi delle attività di Casa per la Pace sarebbe una violazione dei diritti costituzionali e dunque della democrazia nella città di Milano.
Noi associazioni, gruppi e movimenti della società civile ci sentiamo direttamente e responsabilmente coinvolti e con fermezza
Chiediamo
§ All’Assessore al commercio Roberto Predolin di ritrattare pubblicamente le proprie dichiarazioni.
§ Al Sindaco di Milano Gabriele Albertini e alla sua Giunta di dissociarsi dalle dichiarazione del suddetto Assessore e, in caso di una mancata ritrattazione pubblica, di rimuoverlo dal suo incarico.
§ Al quotidiano “Libero” di fornire una corretta informazione ai cittadini dando all’interno del proprio giornale tutto lo spazio necessario all’Associazione Casa per la pace di Milano perché essa possa illustrare le numerose attività non lucrative di utilità sociale che svolge, smontando in tal modo una per una tutte le accuse infamanti e calunniose ad essa rivolte.



Giovedì, 15 maggio 2003