Lettera aperta a don Vitaliano Della Sala

di don Gerardo Capaldo
direttore de "Il Ponte", settimanale cattolico dell’Irpinia

Caro don Vitaliano,
permetti a un tuo confratello, che pure condivide in gran parte alcune tue battaglie "nonviolente", di manifestarti il suo disappunto nel leggere le valutazioni da te fatte a proposito dei "preti pedofili" sul sito dei Padri Passionisti di Napoli e rilanciate dal "Mattino" di domenica scorsa, in prima pagina. Un giudizio piuttosto gratuito e sommario, con cui sembra che generalizzi alcuni gravi episodi verificatisi negli Stati Uniti, coinvolgendo in questo grave scandalo un pò tutti, forse anche me, anche te, e comunque moltissimi altri presbiteri che in duemila anni hanno altamente onorato la Chiesa e la comunità umana.
Voler negare questa evidenza, sarebbe secondo me una impostura. La verità è che nessun altra categoria di persone, nessun altra religione, ha lasciato nella storia un numero cosi elevato di martiri e di eroi. Perchè, se cosi non fosse, ci sarebbe da chiedersi come mai tu stesso ti sei fatto prete cattolico e ci tieni tanto a mostrare questa veste.
Sono certo che anche questa volta vorrai correggere il tiro e chiarire le cose, evitando che il tutto venga ancora una volta inteso come un’ambiguo occhiolino d’intesa con coloro che vorrebbero gettare solo fango sulla Chiesa in generale e sul clero in modo particolare, con tutti i sacrosanti valori che in questi duemila anni sono stati propri del cristianesimo.
Io non so, caro don Vitaliano, chi mai abbia potuto dirti e come mai tu abbia potuto verificare che "i seminari sono case chiuse per soli uomini". Ti posso dire che nei miei anni di formazione sono stato in ben sei seminari diversi (Napoli - Oria - Arco di Trento - Molfetta - Potenza - Salerno). E, dopo l’ordinazione, per tre anni, ho avuto l’onore di essere vice rettore di un seminario regionale con circa quattrocento alunni. Successivamente, per altri tre anni, sono stato direttore spirituale presso il seminario di Avellino. Ti posso ben dire di non aver rilevato nemmeno la più lontana ombra di ciò che tu affermi.
Diaspiace molto tutto ciò che è accaduto negli Stati Uniti. E che forse potrebbe essere accaduto anche altrove. Si tratta di casi gravissimi che, se accertati, non consentono alcun indugio nell’adozione dei necessari provvedimenti disciplinari. Sappiamo bene quale condanna il Vangelo riserva a "coloro che scandalizzano questi piccoli".
Ben lungi da me quindi tentare una qualsiasi difesa corporativa. Anche se tu sai bene come sia facile inventare abusi simili e farne oggetto di spietati ricatti, particolarmente negli Stati Uniti, dove tutto si traduce in moneta sonante. Tu stesso, almeno nella versione integrale del tuo intervento, avanzi l’ipotesi che lo scandalo sia "stato gonfiato ad arte dai soliti ambienti reazionari" per discreditare "l’episcopato degli Stati Uniti e soprattutto alcuni cardinali progressisti". Comunque anche nella più recente cronaca della nostra provincia non sono stati rari i casi in cui le accuse dei minori sono risultate del tutto infondate.
E a questo punto si sa quale è il gioco, cui anche tu forse potresti inavvertitamente prestarti, e che è subito emerso dall’ "incontenibile tripudio" con cui alcuni hanno voluto profittare di queste "disgrazie americane" per rimettere in discussione un pò tutta la morale e l’educazione sessuale, sia nei seminari che nella società nel suo insieme.
Come per dire: facciamola finita con tutte "queste ipocrisie". Lasciamo che ognuno si inventi, secondo la sua coscienza e le particolari circostanze in cui si trova, il sesso che più gli piace, purchè non disturbi i minori...
Sono opinioni ricorrenti, che spesso vengono affermate con estrema arroganza e faciloneria, nel contesto di un relativismo filosofico e morale tale da fare terra bruciata di tutto e permettere talvolta agli stessi giudici di giustificare, come è noto, anche i più orrendi delitti.
Discutiamone pure di questi problemi, ma con serenità e compostezza, senza demonizzare nessuno, nemmeno quegli "ambienti della curia romana" che ritieni "reazionari". Tu lo sai, ci sono oltre trecento associazioni nel mondo che difendono la pedofilia. Il turpe mercato dei minori e della pedofilia anche su Internet non lo ha certo inventato il Vaticano, nè può essere onestamente attribuito ai seminari (ce n’è ancora qualcuno?).
Qui nessuno vuole ergersi a giudice, a maestro o a modello. Chi sia l’errante, come discepoli del Vangelo, non lo possiamo mai affermare. Anche il più feroce assassino, per no, resta sempre una immagine, sia pure deformata, di Cristo.
Quale sia invece l’errore lo dobbiamo stabilire, almeno noi educatori e pastori di anime, senza equivoci, anche a costo di discuterne notte e giorno, per non correre il rischio di diventare ciechi che guidano altri ciechi e lasciarci contagiare dal male stesso che vorremmo curare, travolti dalla deriva di un sessismo senza fine.
Se fosse vero che persino questi poveri "confratelli pedofili" sono caduti così in basso, possiamo facilmente immaginare degli altri. Particolarmente di coloro che, pur dichiarandosi "progressisti", soggiacciono alle logiche di un mercato senza scrupoli e cercano poi di coprirsi con il pretesto del primato della coscienza individuale e di diritti soggettivi, che comunque non possono costituire mai l’unico punto riferimento. "Guai ai soli".
Sono certo, caro don Vitaliano, che vorrai presto sottrarti a questo ambiguo gioco mediatico. Temo che con queste "sparate" e questi frequenti veleni, tu finisca davvero per dare ragione a quelle frange più retrive del mondo cattolico che pure vorresti combattere. Sono contraddizioni, estremismi, "boomerang", che danneggiano anche quella causa della pace e della "nonviolenza" che a molti di noi sta a cuore. E non possiamo poi, in questa spirali perverse, con questi "estremi di querela", fare solo la parte delle vittime.



Sabato, 25 maggio 2002