Perché no alle donne prete? Lo spiega il teologo del Papa

a cura di Carlamaria Cannas

Il problema dell'ordinazione delle donne è sempre attuale anche per le implicazioni che ne derivano sull'appartenenza alla Chiesa cattolica di presbiteri che pensano in modo difforme dalle indicazioni del Vaticano. Il titolo dell'intervista, vista la qualifica dell'intervistato, farebbe sperare in un intervento altrettanto qualificato.
Ma se questa intervista non fosse stata pubblicata su un sito serio come quello del National Catholic Reporter, con tanto di fotografia del teologo intervistato, si sarebbe potuto anche pensare a uno scherzo di carnevale, tanto è vuota di qualunque contenuto teologico e soprattutto quanto è offensiva per l'intelligenza di chi legge, uomo o donna che sia.
Carlamaria Cannas

Francis X. Rocca - Cath. News Service – 5/2/2013 (dal National Catholic Reporter)

CITTÀ DEL VATICANO - Nel mese di ottobre, la Congregazione per la Dottrina della Fede ha allontanato Roy Bourgeois dal sacerdozio a causa della sua partecipazione alla ordinazione non valida di una donna.

Da allora un gesuita nel Wisconsin è stato sospeso dalle facoltà sacerdotali per aver celebrato una liturgia con una donna che pretende di essere un prete cattolico, e l'ordine dei Redentoristi ha confermato che uno dei suoi membri è sotto inchiesta da parte del Vaticano per presunte “ambiguità su aspetti fondamentali della dottrina cattolica", inclusa, evidentemente la questione dell'ordinazione delle donne.

Il Catechismo della Chiesa cattolica afferma che solo gli uomini possono ricevere gli ordini sacri, perché Gesù ha scelto uomini come suoi apostoli, e gli "Apostoli hanno fatto lo stesso quando hanno scelto i loro successori nel ministero". Il Beato Giovanni Paolo II ha scritto nel 1994 che questo insegnamento è definitivo e non aperto al dibattito tra i cattolici.

Eppure alcuni cattolici continuano a chiedersi perché, dato che in molti settori della società le distinzioni tradizionali tra i sessi tendono a scomparire, il clero cattolico debba rimanere una vocazione esclusivamente maschile, e che cosa questo ci dice sulla comprensione che la Chiesa ha del valore e della dignità delle donne.

Pochi sono tanto qualificati a rispondere a queste domande quanto il domenicano p. Wojciech Giertych.

Come teologo della Casa Pontificia, Giertych ha il compito di esaminare tutti i discorsi e testi presentati al Papa Benedetto XVI, per garantire che siano privi di errori dottrinali. Anche se il suo ufficio è stato fondato solo nel XIII secolo, Giertych rivendica come suo primo precursore l’apostolo S. Paolo, che corresse San Pietro su importanti questioni dell’insegnamento della Chiesa (una copia del ritratto di San Paolo in carcere di Rembrandt è appesa su un muro dell’appartamento di Giertych nel Palazzo Apostolico).

"Nella teologia non ci basiamo sulle aspettative umane, ma sulla parola rivelata di Dio", ha detto il teologo al Catholic News Service. "Non siamo liberi di inventare il sacerdozio secondo i nostri costumi, secondo le nostre aspettative."

Giertych rifiuta l'idea che il sacerdozio esclusivamente maschile sia una reliquia di norme sociali obsolete, come se Gesù avesse potuto essere vincolato da esse.

"Cristo è stato coraggioso rispetto ai costumi sociali locali, non aveva paura di essere controculturale", ha detto Giertych. "Lui non ha accondisceso alle aspettative dei potenti, di Pilato, di Erode. Aveva il suo lavoro, la sua missione."

Secondo Giertych, i teologi non possono spiegare perché Gesù ha scelto solo uomini come suoi apostoli, non più di quanto siano in grado di spiegare lo scopo dell’incarnazione o l'Eucaristia.

"Nel mistero della fede abbiamo bisogno di inginocchiarci davanti a qualcosa che abbiamo ricevuto", ha detto.

Tuttavia, ha detto, la teologia può contribuire a illuminare la "coerenza interna e la bellezza del mistero che ci è stato offerto da Dio".

"Il figlio di Dio si è fatto carne, ma si è fatto carne non come umanità senza sesso, ma come un maschio", ha detto Giertych, e dal momento che un sacerdote dovrebbe servire come immagine di Cristo, la sua mascolinità è essenziale per quel ruolo.

Riflettendo sulle differenze tra i sessi, Giertych ha suggerito altre ragioni per cui i maschi sono particolarmente adatti al sacerdozio.

Gli uomini sono più propensi a pensare a Dio in termini di definizioni filosofiche e sillogismi logici, ha detto, una qualità preziosa per adempiere al dovere di un sacerdote di trasmettere l'insegnamento della Chiesa.

Anche se gli aspetti sociali e amministrativi della vita della Chiesa non sono off-limits per le donne, Giertych ha detto che i sacerdoti amano la chiesa in un modo caratteristicamente "maschio" quando si preoccupano "per le strutture, per gli edifici della chiesa, per il tetto della chiesa che perde, per la conferenza episcopale, per il concordato tra la Chiesa e lo Stato."

Per Giertych una donna cattolica può sinceramente credere di essere chiamata al sacerdozio, ma una tale credenza "soggettiva" non indica l'esistenza oggettiva di una vocazione.

Ha anche detto che questo non significa che le donne occupino un posto inferiore nella chiesa.

"Attraverso il sacramento del Battesimo ogni battezzato, sia maschio che femmina, partecipa al sacerdozio di Cristo, traendo beneficio per la propria anima dal mistero pasquale", ha detto. "E forse in un certo senso si potrebbe dire che le donne, per la qualità della loro vita di preghiera, per la qualità della loro fede, sono meglio predisposte a trar beneficio dal mistero di Cristo,."

Le donne sono meglio degli uomini in grado di percepire la "vicinanza di Dio" e di entrare in una relazione con lui, ha detto Giertych, indicando il ruolo privilegiato svolto dalle donne nel Nuovo Testamento.

"Le donne hanno un accesso speciale al cuore di Gesù", ha detto, "per il loro particolare modo di avvicinarlo, di toccarlo, di pregare con lui, di versare l'unguento sul suo capo, di baciare i suoi piedi."

"La missione della donna nella Chiesa è quella di convincere il maschio che nella chiesa il potere non è la cosa più importante, nemmeno il potere sacramentale," ha detto. "La cosa più importante è l'incontro con il Dio vivente, mediante la fede e la carità."

"Così le donne non hanno bisogno del sacerdozio", ha detto, "perché in ogni caso la loro missione nella Chiesa è così bella."

Questo rapporto speciale, ha detto il teologo, è essenzialmente legato alla mascolinità di Gesù.

"Mi ricordo che una volta una suora contemplativa mi ha detto, 'Oh, non sarebbe orribile se Gesù fosse una donna?' E mi sono reso conto che, per una donna, l'accesso a Gesù nella preghiera è più facile che per noi uomini, perché Gesù è un maschio ", ha detto Giertych. "Il rapporto di amore, di attaccamento, la relazione sponsale con Cristo è più facile per la donna."

Traduzione di Carlamaria Cannas




Giovedì 07 Febbraio,2013 Ore: 15:22