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LA SCUOLA: "FATICA SPRECATA"? NO! Possiamo ancora farcela, se vogliamo. Ma non dobbiamo perdere altro tempo. Un'intervista al sociologo Frank Furedi di Alessandro Zaccuri,a c. di Federico La Sala

Ultimo aggiornamento: March 24 2012 22:55:24.

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Autore Città Giorno Ora
Federico La Sala Milano 24/3/2012 10.22
Titolo:cosa farò da grande? il futuro come lo vedono i nostri figli ...
Un saggio dello psichiatra Pietropolli Charmet sul rapporto tra il domani e i giovani

“Il futuro restituito ai nostri ragazzi”

"Gli adulti dovrebbero ribaltare le prospettive e far capire ai figli che tocca proprio a loro prendere in mano le cose e che l´avvenire non è un tempo perduto"

di Luciana Sica (la Repubblica, 24.03.2012)

«Per gli adolescenti di oggi non si può più parlare di lutto dell´infanzia, ma di lutto del futuro. Da sempre amano e odiano il tempo che hanno davanti, perché non sanno cosa gli riserva, né cosa potranno fare o essere. Ma ora la perdita di contatto con la rappresentazione dell´avvenire è disperante. Alla faticosa ricerca di una loro verità rispetto alle identificazioni infantili, i ragazzi sentono di avere davanti un ostacolo insormontabile che sbarra la strada della crescita. Si dedicano allora al culto dell´eterno presente dichiarando in coro che l´adolescenza è la stagione più bella della vita e la cosa migliore da fare è rimanervi il più possibile».

Chi parla è Gustavo Pietropolli Charmet, 74 anni il prossimo giugno, psichiatra di formazione freudiana, grande terapeuta di giovanissimi pazienti, autore di un nuovo libro dal titolo cosa farò da grande? il futuro come lo vedono i nostri figli (Laterza, pagg. 148, euro 15). A leggere le sue pagine a tratti indignate, aumenta il sospetto che i futuri bamboccioni o anche sfigati, secondo l´espressione «tecnica» coniata più di recente, siano scoraggiati in partenza e sospinti al fallimento. Nell´età degli entusiasmi anche facili, in cui si teme e si morde il futuro, è proprio questa la parola che viene cancellata dal vocabolario: con effetti particolarmente nefasti sugli adolescenti. Perché, scrive Charmet, «colpisce al cuore il sistema motivazionale».

Cosa possono fare gli adulti «competenti» genitori e insegnanti, innanzitutto per restituire la speranza a questi ragazzi più rassegnati che nichilisti?

«Intanto dovrebbero smetterla di vestire i panni delle moderne Cassandre e lanciarsi nelle profezie più nere. Tutti gli scenari catastrofici trasmettono un messaggio intollerabile per la mente degli adolescenti, e cioè che ormai non c´è più «posto» per loro, che la pacchia è finita, proprio come il petrolio e l´acqua... Non è così che si reclutano i loro ideali, la loro capacità di sperare, il loro intrinseco bisogno di cambiamento, a favore di una svolta culturale, etica, relazionale, politica».


Che intende dire?

«Voglio dire questo: genitori e docenti dovrebbero costituirsi come garanti convincenti che tocca proprio a loro, ai più giovani, assumersi il compito eroico di salvare non solo l´economia disastrata ma addirittura l´intero pianeta, e scoprire quale sia il livello di sviluppo compatibile. Per i ragazzi non ci potrebbe essere un futuro più interessante e avventuroso. Perché in realtà non solo il futuro esiste, ma è proprio il loro tempo».

Nobile e incoraggiante... Ma la nostra scuola, pensa davvero che possa assolvere a un compito così alto?

«Penso che l´assenza d´interesse del nostro sistema formativo su cosa succederà, come andrà a finire, quali saranno le esigenze, i bisogni, i grandi progetti e le speranze da coltivare, ha un effetto micidiale sulla percezione da parte dei ragazzi di quale sia l´investimento che le generazioni dei padri e dei nonni fanno su di loro».

Com´è la scuola vista dagli adolescenti, secondo lei?

«Vecchia, vecchissima. Nei metodi, nei programmi, nello stile relazionale, nella definizione degli obiettivi. Nella stessa età dei docenti. In più, terribilmente conservatrice per la devozione smisurata del passato, lo sguardo distratto e disfattista sul futuro, e quell´idea del presente come anticamera di un inevitabile e inglorioso declino: in alcun modo riscattabile da chi sarebbe direttamente condannato a subirlo».

Sarà la sensazione di impotenza a produrre adolescenti un po´ depressi e un po´ maniacali?

«Gli appuntamenti con la depressione da scacco evolutivo sono disseminati lungo la strada della crescita. L´adolescente può attenuare il suo dolore mentale con droghe, alcol, ritiro sociale, comportamenti rischiosi, ossessione della realtà virtuale: tutto il preoccupante repertorio di scelte antidepressive praticate con risultati sintomatici anche soddisfacenti, ma con rischi troppo elevati per la gravità delle conseguenze sul lungo periodo».

L´esperienza con i ragazzi quanto ha modificato il suo modo di «curare»?

«L´arrivo recente degli adolescenti nel setting analitico ha contribuito ad accelerare il processo di cambiamento delle regole della cura. Per quanto mi riguarda, ho accolto con favore la loro istanza che suona pressappoco così: aiutami a capire quali siano i miei veri pensieri, cerchiamo le parole per raccontare la mia storia, ma soprattutto fai in modo che io possa capire cosa farò da grande... Oggi mi sembra molto più di dover restituire un futuro pensabile che ricostruire un passato rimosso».

La clinica con i giovanissimi suggerisce qualcosa alla psicoanalisi che può riguardare anche gli adulti?

«Anche per gli adulti si sta affermando il concetto di fasi della vita, e sempre più si condivide il valore del processo di soggettivazione. Nella stanza dell´analisi non basta tornare bambini e riparare i danni dell´infanzia. Spesso, per riorganizzare il presente, è necessario ricordare e magari ritrovare il sogno dell´adolescenza. O anche disfarsene».
Autore Città Giorno Ora
Federico La Sala Milano 24/3/2012 22.55
Titolo:Linee per un Piano di Offerta Formativa di una Repubblica democratica ....
CHI INSEGNA A CHI, CHE COSA?

Una dichiarazione di indipendenza e un appello

PER IL DIALOGO E LA PACE TRA LE GENERAZIONI E I POPOLI: Apriarno gli occhi, saniarno le ferite dei bambíni (deí ragazzi) e delle bambine (delle ragazze), dentro di noí e fuori di noí...Riannodiamo i fili della nostra rnemoria e della nostra dignità di esseri umani. Fermiamo la strage...

Linee per un Piano di Offerta Formativa della SCUOLA dell’AUTONOMIA, DEMOCRATICA E REPUBBLICANA. *

***

CHI siamo noi in realtà? Qual è íl fondamento della nostra vita? Quali saperi? Quale formazione?

SCUOLA, STATO, E CHIESA: CHI INSEGNA A CHI, CHE COSA?!

IL "DIO" DEI NOSTRI PADRI E DELLE NOSTRE MADRI...
E IL "DIO" ZOPPO E CIECO DELLA GERARCHIA DELLA CHIESA CATTOLICA, EDIPICO-ROMANA.

Alla LUCE, e a difesa, DELLA NOSTRA DIGNITA DI CITTADINI SOVRANI E DI CITTADINE SOVRANE E
DI LAVORATORI E LAVORATRICI DELLA SCUOLA PUBBLICA (campo di RELAZIONE educativa, che basa il suo PROGETTO e la sua AZIONE sulla RELAZIONE FONDANTE - il patto costituzionale
sia la vita personale di tutti e di tutte sia la vita politica di tutta la nostra società),

Per PROMUOVERE LA CONSAPEVOLEZZA (PERSONALE, STORlCO-CULTURALE) E
L’ESERCIZIO DELLA SOVRANITA’ DEMOCRATICA
RISPETTO A SE STESSI E A SE STESSE, RISPETTO AGLI ALTRI E ALLE ALTRE, E RISPETTO ALLE ISTITUZIONI
("Avere il coraggo di dire ai nostri giovani che sono tutti sovrani": don Lorenzo Milani; "Per rispondere ai requisiti sottesi alla libertà repubblicana una persona deve essere un uomo o una donna indipendente e questo presuppone che essi non abbiano un padrone o dominus, che li tenga sotto il suo potere, in relazione ad alcun aspetto della loro vita. [...] La libertà richiede una sorta di immunità da interferenze che diano la possibilità di [...] tenere la propria testa alta, poter guardare gli altri dritto negli occhi e rapportarsi con chiunque senza timore o deferenza": Philippe Pettit)

e un LAVORO DI RETTIFICAZIONE E DI ORIENTAMENTO CULTURALE, CIVILE, POLITICO e religioso (art.7 della Costituzione e Concordato),
per evitare di ricadere nella tentazione dell’accecante e pestifera IDEOLOGIA deII’INFALLIBILITA e deII’ANTISEMITISMO (cfr. la beatificazione di PIO IX) e di un ECUMENISMO furbo e prepotente, intollerante e fondamentalista (cfr. il documento Dominus Jesus di J. Ratzinger, le dichiarazioni anti- islamiche di Biffi, e il rinvio sine die dell’incontro fissato per il 3.10.2000 tra ebrei e cattolici) e di perdere la nostra lucidità e sovranita politica,

e per INSTAURARE un vero RAPPORTO DIALOGICO e DEMOCRATICO, tra ESSERI UMANI, POPOLI e CULTURE, non solo d’Italia, ma dell’Europa e del Pianeta TERRA (e di tutto I’universo, cfr. Giordano Bruno),

IO, cittadino italiano,figlío di Due IO, dell’UNiOne di due esseri umani sovrani, un uomoj ’Giuseppe’, e una donna:’Maria’ (e, in quanto tale, ’cristiano’ - ricordiamoci di Benedetto Croce; non cattolico edipico-romano! - ricordiamoci, anche e soprattutto, di Sigmund Freud), .
ESPRIMO tutta la mia SOLIDARIETA a tutti i cittadini e a tutte le cittadine della Comunità EBRAICA e a tutti i cittadini e a tutte lecittadine della comunità ISLAMICA della REPUBBLICA DEMOCRATICA ITALIANA,

e

PROPONGO di riprendere e rilanciare (in molteplici forme e iniziative) la riflessione e la discussione sul PATTO di ALLEANZA con il qúale tutti i nostri padri (nonni...) e tutte le nostre madri (nonne...) hanno dato vita a quell’UNO, che è il Testo della COSTITUZIONE, e il ’vecchio’ invito dell’Assemblea costituente (come don Lorenzo Milani ci sollecitava nella sUa Lettera ai giudici, cfr. L’obbedienza non è più una virtù) a "rendere consapevoli le nuove generazioni delle raggiunte conquiste morali e sociali" e a riattivare la memoria dell’origine dell’uno, che noi stessi e noi stesse siamo e che ci costituisce

in quanto esseri umani e cittadini - sovraní, sla rispetto a noi stessi e a noi stesse sia rispetto agli altri e alle altre, e sui piano personale e sul piano politico,

e di RAFFORZARE E VALoRIZZARE, in TUTTA la sua fondamentale e specifica portata, IL RUOLo e LA FUNZIONE deila SCUOLA DELLA nostra REPUBBLICA DEMOCRATICA.

P.S.

NESSUNO E’ STRANIERO SULLA TERRA

"A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che ogni straniero è nemico. Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezione laiente, si manifesta solo in atti saltuari e incoordinati, e non sta all’origine di un sistema di pensiero. Ma quando questo avviene, quando il dogma inespresso diventa premessa maggiore di un sillogismo*,
allora, al termine della catena, sta il lager.
Esso è il prodotto di una concezione del mondo portata alle sue conseguenze con rigorosa coerenza: finché la concezione sussiste, le conseguenze ci minacciano"

*

"Tutti gli stranieri sono nemici.
I nemici devono essere soppressi.
Tutti gli stranieri devono essere soppressi".

Primo Levi, Se questo è un uomo, Prefazione, Torino, Einaudi, 1973, pp. I 3-14.

***

Andiamo alla radice dei problemi. Perfezioniamo la conoscenza di noi stessi e di noi stesse. Riattiviamo la memoria dell’Unita, apriamo e riequilibriamo il campo della nosha, personale e collettiva, coscienza umana e politica.

Sigmund Freud aveva colto chiaramente la tragica confusione in cui la Chiesa cattolico-romana si era cacciata (cfr. L’uomo Mosè e la religione monoteistica): "scaturito da una religione del padre, il cristianesimo divenne una religione del figlio. Non sfuggì alla fatalità di doversi sbarazzare del padre" ... Giuseppe (gettato per la seconda volta nel pozzo) e di dover teorizzare, per il figlio, il ’matrimonio’ con la madre e, nello stesso tempo,la sua trasformazione in ’donna’ e ’sposa’ del Padre e Spirito Santo, che ’generano’ il figlio!

Karol Wojtyla, nonostante tutto il suo coraggio e tutta la sua sapienza, fa finta di niente e, nonostante il ’muro’ sia crollato e lo ’spettacolo’ sia finito, continua a fare l’attore e a interpretare il ruolo di Edipo, Re e Papa.

QUIS UT DEUS? Nessuno può occupare il posto dell’UNO. Non è meglio deporre le ’armi’ della cecità e della follia e, insieme e in pace, cercare di guarire le ferite nostre e della nostra Terra?

"GUARIAMO LA NOSTRA TERRA": è il motto della "Commissione per la verità e la riconciliazione" voluta da Nelson Mandela (nel 1995 e presieduta da Desmond Tutu). In segno di attiva solidarietà, raccogliamo il Suo invito...

"La realtà è una passione. La cosa più cara" (Fulvio Papi). Cerchiamo di liberare ii nostro cielo dalle vecchie idee. Benché diversi, i suoi problemi sono anche i nostri, e i nostri sono anche i suoi...
E le ombre, se si allungano su tutta la Terra, nascondono la luce e portano il buio, da lui come da noi... "nell’attuale momento focale della storia - come scriveva e sottolineava con forza Enzo Paci già nel 1954 (cfr. E. Paci, Tempo e relazione, Milano, Il Saggiatore, 1965 - Il ed., p. 184) - la massima permanenza possibile della libertà democratica coincide con la massina metamorfosí verso un più giusto equilibrio sociale, non solo per un popolo ma per tutti i popoli del mondo".

* Cfr. Federico La Sala, L’enigma della Sfinge e il segreto della Piramide. Considerazioni attuali sulla fine della preistoria ..., Edizioni Ripostes, Roma-Salerno, Febbraio 2001, pp. 49-53.