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Il tempo della parresia,di Giovanni Sarubbi

Ultimo aggiornamento: October 14 2014 11:44:22.

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Autore Città Giorno Ora
giulia guzzo San Giovanni in Fiore (CS) 13/10/2014 18.42
Titolo:Sotto scacco
Mentre leggevo l'editoriale "Il tempo della parresia" pensavo di dover esprimere il mio apprezzamento . Ognuno di noi dovrebbe sentire l'esigenza di  esprimere il proprio parere su quanto scritto da Giovanni Sarubbi. La riflessione sull'ingordigia di chi detiene il potere economico,culturale e plolitico è da condividere in pieno. Penso anch'io che non c'è limite all'egoismo ,alla sete di potere di alcuni uomini che purtroppo tracciano la linea della vita di chi invece non ha nessuna possibilità di "difesa". Gli ingordi fanno tutto in nome del profitto e dell'accumulo di ricchezza. 
Credo più che mai che la libertà di parola è in pericolo, credo che la comunicazione è asservita ,credo che i cittadini sono continuamente mortificati e tenuti sotto scacco.La speranza di un mondo migliore sta venendo meno.
Autore Città Giorno Ora
RAFFAELLO SAFFIOTI PALMI 14/10/2014 11.38
Titolo:

Carissimo Direttore,
ho atteso e letto avidamente il tuo nuovo editoriale, col titolo "Il tempo della parresia".
Non mi limito a esprimerti, come sempre, il mio apprezzamento, dicendo anche che mi ritrovo in quanto vai scrivendo. Dietro quanto hai scritto oggi nel nuovo editoriale ho visto molta dottrina, molte letture, esprimendoti, giornalisticamente, con grande capacità di sintesi e in forma semplice, senza fare dotte e noiose, pur autorevoli, citazioni che avrebbero reso pesante il testo.
 
Il tema della "parresia" come anche il tuo richiamo, frequente, all'Apocalisse, mi stanno molto a cuore. Nella mia vita, fin dai tempi di Pio  XII, i tempi del mio impegno associativo all'interno della  Chiesa cattolica, ho sempre difeso strenuamente il diritto della libertà di parola ed il senso auentico della "parresia" di fronte all'autoritarismo ecclesiastico.
Se non ricordo male, "La libertà di parola nella Chiesa" era il titolo di un libro pubblicato dalla Borla, in anni molto lontani.
E' trascorso, quindi, più di mezzo secolo.
Quindi mi ha fatto senso il recente richiamo alla "parresia" da parte di Papa Francesco.
 
Dall'Apocalisse ho tratto ripetutamente per i miei documenti il versetto "Vidi cieli nuovi e terre nuove", come motto epigrafico.
Ho sempre visto quel versetto come ispiratore della mia visione del mondo e della vita.
Prima del recente numero della rivista internazionale di teologia "Concilium" (3, 2014), pubblicata dalla Editrice Queriniana, col titolo "Ritorno della coscienza apocalittica?", tra le mie varie letture, una che mi ha molto aiutato è stata quella del tuo testo "L'Apocalisse, il libro sconosciuto o bistrattato", pubblicato dalla Chiesa Cristiana Libera, Avellino, (seconda edizione del 2006).
Questo testo mi fa capire meglio i tuoi frequenti richiami all'Apocalisse, libro profetico, valido per ogni tempo di crisi.
Valido anche nel nostro tempo, come "tempo della fine".
E' un tempo di gravissima crisi, "crisi di un sistema" come lo ha definito Padre Alex Zanotelli in un recente discorso a San Giovanni in Fiore, la città del profeta Gioacchino.
 
Ora cerco di collegare i tuoi ultimi tre editoriali, e intendo valermi dell'ultimo, "Il tempo della parresia", in riferimento alla Marcia Perugia-Assisi che avrà luogo domenica prossima, 19 ottobre.
 
Richiamo la mia "Lettera al Direttore" pubblicata lo scorso 6 ottobre col titolo "Un dibattito sullo stato attuale del movimento per la pace".
La nostra amica Giulia Guzzo, valorosa ed attivissima animatrice dell'Associazione Florense per lo Sviluppo Creativo di San Giovanni in Fiore, ieri mi ha scritto:
 
"Sono andata su "il dialogo" e ho riletto sia la tua "Lettera al Direttore" che la tua "Letttera aperta".
(Si riferiva alla Lettera pubblicata col titolo "La pace si studia La pace s'impara Proposte per educare alla pace contro la terza guerra mondiale nella città di Gioacchino da Fiore")
"Ho notato che le visite ricevute dalla Lettera aperta ad oggi sono 584, mentre le visite ricevute dalla Lettera al Direttore sono solo 53. Una differenza abissale, si vede che nel movimento non c'è molto spazio per la discussione della tua proposta di aprire un dibattito sul movimento e sulla sua funzione, proposta che piace a pochi. Sarebbe stato davvero interessante che la proposta venisse accettata.
 Personalmente penso che quando si discute, si riflette sulla vita di un partito, di un movimento, di un'associazione, significa che ancora c'è speranza per la democrazia, la partecipazione, la critica costruttiva. Al contrario, invece, se tutto tace, tutto scorre senza scossoni, senza dibattito, significa che si vuole lasciare le cose come sono, immutate, per non cambiare nulla".
 
Mi ritrovo nelle parole di Giulia Guzzo ed ho pensato che fosse utile riprenderle per fartele conoscere e provocare la tua riflessione.
M'interessa moltissimo, come al solito, conoscere la tua opinione.
Intanto non mi resta che prendere atto che la "Lettera al Direttore", dopo una settimana, sembra caduta nel vuoto.
Attendo l'esito della Marcia Perugia-Assisi per proseguire con lo studio e con l'iniziativa.
 
Raffaello Saffioti