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IL FUTURO DELLE RELIGIONI: "Extra mundum nulla salus",di Roberto Mancini

Ultimo aggiornamento: January 25 2021 13:35:42.

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Autore Città Giorno Ora
CENTRO GANDHI ONLUS Pisa 21/1/2021 08.15
Titolo:Presentazione di Roberto Mancini
Roberto Mancini ha conseguito la licenza in teologia antropologica presso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale (Firenze). Dal 1970 al 1984 è stato sacerdote nella parrocchia di San Francesco all’Alberino di Siena. È stato responsabile della formazione degli obiettori di coscienza al servizio militare presso la Caritas diocesana
di Siena in cui ha ricoperto anche la carica di Presidente.
Coordinatore provinciale della Campagna di obiezione alle spese militari, per anni è stato membro della segreteria nazionale della Difesa Popolare Nonviolenta.
Direcente ha pubblicato con Gandhi Edizioni il libro: Ora è uno come noi. Gesù ha abolito la violenza del sacro e del patriarcato.
Autore Città Giorno Ora
Mauro Fazzi SIENA 21/1/2021 16.19
Titolo:Cosa aggiungere ancora?
Se è vero, come è vero, che "altri banchi di prova non esistono", rimane ben poco da "commentare" sul futuro delle religioni. Ma vale la pena spendere 2 minuti di apprezzamento per chi ha scritto e per chi ha pubblicato. Chiarissimo e splendente il concetto. E profetica poi la traccia che si delinea per un sentimento "religioso del mondo". Condivido l'idea che ogni possibilità per una "soteria" che sia definitiva, stabile ed efficace, debba per forza passare da un sollecito riordino delle priorità, vissuto come "inversione/conversione" della rotta. Una “conversione” classica, che potrà distendersi sul piano spirituale e “religioso”, ma anche soltanto una riconversione morale, totalmente laica: politica e scientifica insieme.
E dovremo forse accettare di ridefinire il senso del "sacro", assegnando tale “valenza” (si perdoni il gioco di parole!) ad una serie di “valori” (che in verità possono avere molti nomi), quali la "compassione" (nel senso buddista) o la "carità" (come definita dai primi cristiani) o magari soltanto il "rispetto" e la "solidarietà" (termini in voga nelle moderne democrazie occidentali). Valori che siano capaci di muoverci incontro a tutti gli uomini e a tutte le altre creature della terra, ma soprattutto incontro a questo pianeta che è la nostra unica casa.
E sembrerebbe semplice, e infatti l’autore lo fa, individuare con certezza la traccia del cammino.
Sul perché poi questa rotta di pellegrinaggio sia oggi pressoché deserta e abbandonata dagli uomini e dalla donne di buona volontà, molto ci sarebbe da dire, ma lascio ad altri la parola e la fatica.
Mentre l'umanità intera danza da molti decenni sull'orlo del baratro, non è cosa da poco la semplice intuizione di una rotta giusta e possibile, salvifica e condivisa. Riemerge dai ricordi una immagine a definire il triste passaggio, quella di qualcuno che sta precipitando nel vuoto e che però potrebbe salvarsi "con un solo colpo d'ala un attimo prima di sfracellarsi a terra” (G. Pucci - Anni '70 del Novecento).
Mi piace qui condividere il mio personale e "religioso" (nel senso del latino "religo") sentimento del vero, in questa necessità di riconciliazione dei pensieri e delle azioni, di riconversione delle energie, sull'unico bene durevole che è la salvezza del pianeta, del quale la specie "homo sapiens sapiens” è soltanto una piccola parte, una comunità recente, appena sbarcata e già molto invasiva, piccola creatura nell’Universo Creato. Una creatura ignara che potrebbe essere magari espulsa dalla Grande Madre come un semplice aborto, una creatura perduta per estinzione ancor prima di diventare adulta, per aver giocato male le proprie carte.
In chiusura mi sia perdonato anche un piccolo cenno di realismo, che restituisca equilibrio a tutto il discorso.
Non va escluso infatti che forse questo pianeta un giorno non lontano si dimenticherà di noi.
E anzi vorrei dire che, se nel tempo futuro un’altra specie, più evoluta di noi, volesse raccontare la breve storia del nostro transito, se la potrà cavare con pochissime parole, non avrà necessità di romanzare la storia, di narrare con enfasi le gesta eroiche della “antica civiltà umana”, e meno ancora di usare toni epici, drammatici, o solenni. In fondo, se andasse davvero così, vorrà dire che non li avremo meritati.

Ringrazio “Il Dialogo” per questa opportunità e saluto chi avrà letto fino a qui. A volte scrivere è un esercizio di consolazione, e anche leggere lo può diventare. Quanto poi a trovare la dignità del nostro destino di esseri liberi, il cammino appare molto più faticoso.

Mauro Fazzi detto “Maurinho”
Autore Città Giorno Ora
CENTRO GANDHI ONLUS Pisa 25/1/2021 13.35
Titolo:In risposta al commento di Mauro Fazzi detto “Maurinho”
Mauro Fazzi detto “Maurinho” ha delle capacità di riflessione e di scrittura sicuramente fuori dal comune, che non possono più restare nascoste.  Bellissima la sua precedente recensione al libro Roberto Mancini "Avviso ai naviganti" e bellissimo questo suo commento qui pubblicato. Avremmo bisogno al Dialogo della sua penna e del suo eloquio anche in futuro.