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Ultimo aggiornamento: March 12 2012 09:41:07.

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Autore Città Giorno Ora
Francesco Azzarello Freiburg 12/3/2012 09.41
Titolo:Risposta
Caro Augusto,

Mi rendo conto di esser stato troppo prudente e troppo poco chiaro.Per carità: sia in 1) che in 2) ho semplicemente cercato di leggere il tuo testo con gli occhiali di un cattolico praticante che ha in mano un vacabolario di cristianesimo e vi legge la definizione di ‘cristiano’. E propio perché mi sta a cuore che la tua ‘eresia’ non venga ridotta socialmente a un’eresia. Come te penso anch’io che certe etichette facciano più male che bene non alla Chiesa, alla Politica o a chi provi nei loro confronti interessi (anche meramente intellettuali) ma a chi in questo momento è in giro e a chi lo sarà in futuro. Perché? Perché fanno perdere quel po’ di bene che nasce da una riflessione laica e da una discussione franca, che sarà anche poco ma che continuo a pensare sia maggiore di quello prodotto dall’imposizione, dai magisteri e dalle routines.

Concretamente sulle due cristologie: non penso che le due interpretazioni siano inconciliabili. Non avanzo nessun dubbio sulla loro corrispondenza. Come per gli ebrei moderni la ‘ storicità‘ dell’Esodo (anche più labile di quella relativa a Gesù) è segno dell’amore di Dio, ed è su quel segno che si può e si deve portare la Torah a tutti come bene concreto (p.e. solidarietà e non-violenza praticate) e, per chi lo desidera, anche come percorso (fatto di strumenti umani: intellettuali ed esistenziali culturalmente marcati) per comprenderlo meglio, così per i cristiani la vita di Gesù.

Per concludere: penso che si possa continuare a praticare il cristianesimo senza essere feticisti. Sposare la tua proposta, pensarci un po’ su, sarebbe in questo senso anche un modo per la chiesa (degli apparati) di uscire dal provincialismo e svecchiare una retorica che ha perso il suo sale.

Un abbraccio affettuoso
F