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VIAGGIO IN GERMANIA. Benedetto XVI: "Capisco chi si allontana dalla Chiesa", "Nulla da dire contro proteste civili". Una nota - con alcuni appunti,a c. di Federico La Sala

Ultimo aggiornamento: September 22 2011 20:30:16.

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Autore Città Giorno Ora
Federico La Sala Milano 22/9/2011 12.44
Titolo:Il Papa a Berlino: «Sono qui per parlare di Dio»
L'INCONTRO CON IL PRESIDENTE WULFF

Il Papa a Berlino: «Sono qui per parlare di Dio» *


Signor Presidente Federale,

Signore e Signori,

Cari amici,

mi sento molto onorato per l’amabile accoglienza che mi riservate qui al Castello Bellevue. Sono particolarmente grato a Lei, Signor Presidente Wulff, per l’invito a questa Visita ufficiale, che è il mio terzo soggiorno come Papa nella Repubblica Federale di Germania. La ringrazio di cuore per le gentili parole di benvenuto che mi ha rivolto. La mia gratitudine va ugualmente ai rappresentanti del Governo Federale, del Bundestag e del Bundesrat nonché della Città di Berlino per la loro presenza con cui esprimono il loro rispetto per il Papa come Successore dell’Apostolo Pietro. E non da ultimo ringrazio i tre Vescovi ospitanti, l’Arcivescovo Woelki di Berlino, il Vescovo Wanke di Erfurt e l’Arcivescovo Zollitsch di Friburgo, nonché tutti coloro che, a vari livelli ecclesiali e pubblici, hanno collaborato nei preparativi di questo Viaggio nella mia patria, contribuendo in tal modo alla sua buona riuscita.

Pur essendo questo Viaggio una Visita ufficiale che rafforzerà le buone relazioni tra la Repubblica Federale di Germania e la Santa Sede, in primo luogo non sono venuto qui per perseguire determinati obiettivi politici o economici, come fanno giustamente altri uomini di stato, ma per incontrare la gente e parlare di Dio.

Nei confronti della religione vediamo una crescente indifferenza nella società che, nelle sue decisioni, ritiene la questione della verità piuttosto come un ostacolo, e dà invece la priorità alle considerazioni utilitaristiche.

D’altra parte c’è bisogno di una base vincolante per la nostra convivenza, altrimenti ognuno vive solo seguendo il proprio individualismo. La religione è uno di questi fondamenti per una convivenza riuscita. “Come la religione ha bisogno della libertà, così anche la libertà ha bisogno della religione.” Queste parole del grande vescovo e riformatore sociale Wilhelm von Ketteler, di cui si celebra quest’anno il secondo centenario della nascita, sono ancora attuali.

La libertà ha bisogno di un legame originario ad un’istanza superiore. Il fatto che ci sono valori che non sono assolutamente manipolabili, è la vera garanzia della nostra libertà. Chi si sente obbligato al vero e al bene, subito sarà d’accordo con questo: la libertà si sviluppa solo nella responsabilità di fronte a un bene maggiore. Tale bene esiste solamente per tutti insieme; quindi devo interessarmi sempre anche dei miei prossimi. La libertà non può essere vissuta in assenza di relazioni.

Nella convivenza umana non si dà libertà senza solidarietà. Ciò che sto facendo a scapito degli altri, non è libertà, ma azione colpevole che nuoce agli altri e anche a me stesso. Posso realizzarmi veramente quale persona libera solo usando le mie forze anche per il bene degli altri. Questo vale non soltanto per l’ambito privato ma anche per la società. Secondo il principio di sussidiarietà, la società deve dare spazio sufficiente alle strutture più piccole per il loro sviluppo e, allo stesso tempo, deve essere di supporto, in modo che esse, un giorno, possano reggersi anche da sole.

Qui, al Castello Bellevue, che deve il suo nome alla splendida vista sulla riva della Sprea e che è situato non lontano dalla Colonna della Vittoria, dal Bundestag e dalla Porta di Brandeburgo, siamo proprio nel centro di Berlino, la capitale della Repubblica Federale di Germania. Il castello con il suo passato movimentato è – come tanti edifici della città – una testimonianza della storia tedesca. Lo sguardo chiaro anche sulle pagine scure del passato ci permette di imparare da esso e di ricevere impulsi per il presente. La Repubblica Federale di Germania è diventata ciò che è oggi attraverso la forza della libertà plasmata dalla responsabilità davanti a Dio e dell’uno davanti all’altro. Essa ha bisogno di questa dinamica che coinvolge tutti gli ambiti dell’umano per poter continuare a svilupparsi nelle condizioni attuali. Ne ha bisogno in un mondo che necessita di un profondo rinnovamento culturale e della riscoperta di valori fondamentali su cui costruire un futuro migliore (Enciclica Caritas in veritate, 21).

Auspico che gli incontri durante le varie tappe del mio Viaggio – qui a Berlino, a Erfurt, nell’Eichsfeld e a Friburgo – possano dare un piccolo contributo in merito. Che in questi giorni Dio conceda la sua benedizione a noi tutti.

* Avvenire, 22 settembre 2011
Autore Città Giorno Ora
Federico La Sala Milano 22/9/2011 20.30
Titolo:Hans Kung: La Chiesa è malata ...
“La Chiesa è malata del sistema romano”

di suc/dpa

in “www.spiegel.de” del 18 settembre 2011
(traduzione: www.finesettimana.org)

In occasione della visita in Germania del papa, secondo il famoso teologo svizzero ottantatreenne Hans Küng, esiste “una enorme discrepanza tra la facciata che viene costruita e la realtà” della Chiesa. “La vita della Chiesa” a livello di comunità è decisamente crollata in molti paesi, ha detto Küng nell’intervista a “Spiegel”.

Ma “la gerarchia ecclesiastica non ha finora trovato il coraggio, di ammettere onestamente e chiaramente quale sia veramente la situazione.” Di fronte all’ “occultamento dello stato di emergenza”, la diagnosi di Küng è “che la Chiesa è malata del sistema romano”. Le immagini dell’evento papale ingannano, a suo avviso, presentando una Chiesa potente.

“Si sa invece che questi eventi non portano quasi niente alle comunità”, avverte l’ex compagno di Joseph Ratzinger, oggi Papa Benedetto XVI. “Non abbiamo quasi più persone che vengono alle celebrazioni, non abbiamo praticamente più candidati al presbiterato, abbiamo non pochi abbandoni.”

Benedeto XVI visiterà la Germania la prossima settimana. La cancelliera Angela Merkel spera che la visita unisca maggiormente cristiani cattolici ed evangelici. L’ecumenismo è un momento centrale nella visita, ha detto sabato nel suo videomessaggio settimanale la signora Merkel, che è anche capo della CDU. Secondo quanto riferito dal Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung, il papa dovrebbe incontrare anche alcune vittime di abusi. A tale incontro dovrebbero partecipare anche persone che si sono prese a cuore il dolore delle vittime, scrive il giornale. Nel frattempo si discute molto sul previsto intervento del papa al Bundestag. Alcuni politici della CDU definivano vergognoso l’annunciato boicottaggio del discorso da parte di deputati dell’opposizione.

Küng critica nell’intervista a “Spiegel” un tale “culto della persona, che è in contrasto con tutto ciò che si legge nel Nuovo Testamento”. “Oggi mi chiedo se non stiamo vivendo in una fase di ’putinizzazione’ della Chiesa cattolica”, dice Küng, perché a suo parere esistono analogie strutturali e politiche tra il presidente russo Vladimir Putin e la politica di restaurazione dei papi in Vaticano dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II, che parlava invece di rinnovamento e di dialogo ecumenico.

“Praticamente, sia Ratzinger che Putin hanno messo i loro vecchi collaboratori in posizioni di guida ed allontanato invece altri meno amati”. E “in questo sistema i delatori tornano a crescere”. Ogni parroco favorevole alle riforme, e anche ogni vescovo, deve temere di essere denunciato a Roma. Secondo Küng, la conseguenza è che sotto il papa tedesco alle leve del potere ha potuto mettersi una cricca di “yes-men” prevalentemente italiana, che non ha alcuna considerazione per le esigenze di riforma.