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CATTOLICI E ORTODOSSI: L'ECUMENISMO DEGLI AFFARI. UN CONVEGNO SULLA CARITA', PRESSO LA COMUNITA' DI SANT'EGIDIO. I poveri sono il tesoro prezioso ("caritas") della Chiesa. Una nota di Marco Tosatti,a cura di Federico La sala
Ultimo aggiornamento: May 05 2010 16:27:10.
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Autore | Città | Giorno | Ora |
Federico La Sala | Milano | 05/5/2010 | 16.27 |
Titolo:«I poveri, tesoro dei cristiani». Ecumenismo ... |
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Ecumenismo la via della carità
«I poveri, tesoro dei cristiani» DA ROMA GIANNI CARDINALE (Avvenire, 05.05.2010) Una giornata di studio all’insegna dell’ecumenismo della carità. L’ha ospitata ieri a Roma la Comunità di Sant’Egidio con un Convegno internazionale dal titolo suggestivo «I poveri sono il tesoro della Chiesa». Nel cuore di Trastevere si sono ritrovati a discuterne rappresentanti della Chiesa cattolica, come il cardinale Roger Etchegaray e i vescovi Vincenzo Paglia e Ambrogio Spreafico ed esponenti delle comunità ortodosse, come il metropolita Filarete di Minsk in Bielorussia, l’arcivescovo di Borispol’ in Ucraina Antonij e i metropoliti romeni Iosif e Laurentiu. All’inizio della giornata monsignor Paglia ha ribadito che la carità «non è un sentimento vago e superficiale», ma «tocca l’essenza stessa del messaggio cristiano». E il dialogo ecumenico, ha sottolineato, «si attiva proprio nel campo della carità». Nel suo intervento intessuto di citazioni bibliche e dei grandi padri orientali, come san Giovanni Crisostomo, san Basilio il Grande, san Gregorio Nazianzeno, il metropolita Filarete ha constatato che «carità e beneficenza stanno ormai scomparendo dal lessico corrente per assumere una sfumatura arcaica». E ha ribadito, al contrario, l’importanza della carità come «carattere distintivo della natura umana, che forma l’uomo e lo rende saggio». Filarete ha spiegato che anche durante il regime sovietico l’opera caritativa dei singoli sacerdoti e fedeli dell’Esarcato non è mai venuto meno, dopo l’acquisizione della libertà c’è stato una vera e propria «esplosione di attivismo» con la nascita, ad esempio, di un centinaio di fraternità femminili di carità e la creazione di tre Centri specializzati per l’assistenza dei più deboli, i malati psichici, i portatori di handicap, i carcerati. Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, da parte sua, ha rilevato che nel «tempo difficile» che viviamo «il problema è quello di difendersi dai poveri piuttosto che difendere i poveri. I mendicanti vengono allontanati dai centri delle città perché imbruttiscono l’ambiente e si vieta loro di chiedere l’elemosina. Perché in una società dove l’economia diventa un criterio di giudizio, il povero non vale niente, non fa notizia. E i media dimenticano presto la povertà: come è stato per Haiti, abbandonata dopo la concentrazione mediatica dei primi giorni del terremoto ». Per Riccardi «siamo in un tempo di globalizzazione estrema in cui tutto si compra e tutto si vende e in cui ha valore ciò che ha prezzo. Così ogni gratuità è assediata e corrosa dalla mentalità di questo tempomercato ». E «alla globalizzazione del mercato - ha aggiunto - si accompagna quella dei media con immagini e notizie comunicate in tempo reale. Tutto si può vedere. Ma illuminando e vedendo si crede di conoscere con chiarezza. C’è tanta luce dei media, quindi si sa tutto, ma non si sa dove andare. Ed è una caratteristica della nostra Europa occidentale quella di non avere una visione del futuro e della propria missione». E per Riccardi la «carità unisce, anzi costituisce una tensione unitiva in questo mondo economicamente unificato», anche se «tanto frammentato». Riferendosi alla analoga prospettiva della Chiesa cattolica - con l’enciclica «Deus Caritas est» di Benedetto XVI - e di quella ortodossa russa di «rinverdire » la dottrina sociale, il fondatore di Sant’Egidio, ha ricordato che «in una stagione in cui si discute sulla difficoltà dell’ecumenismo, noi cristiani di confessioni diverse siamo già uniti nell’amore per i poveri». Insomma: «Più i poveri saranno nel cuore della Chiesa, più i cristiani saranno uniti». Nella sua appassionata meditazione il cardinale Etchegaray, vice-decano del Collegio cardinalizio, ha ricordato all’uditorio che «la carità è a fianco della giustizia, esige la giustizia e genera la giustizia» e, citando il decreto conciliare «Apostolicam actuositatem » sull’apostolato dei laici, ha ribadito: «Siano anzitutto adempiuti gli obblighi di giustizia, perché non avvenga che offra come dono di carità ciò che è già dovuto a titolo di giustizia». L’anziano porporato ha anche messo in guardia verso le «caricature » e le «contraffazioni» della carità e ha concluso con l’’Inno’ alla carità contenuto nella prima Lettera di san Paolo ai Corinzi. PROGRAMMA I lavori suddivisi in quattro sessioni Il Convegno internazionale su «I poveri sono il tesoro della Chiesa» è stato organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio con la collaborazione della Konrad Adenauer Stiftung e dell’opera Renovabis. La giornata si è articolata in quattro sessioni. Alla prima, dedicata a «La carità fondamento spirituale del futuro», hanno parlato il metropolita Filarete di Minsk, Andrea Riccardi e il cardinale Roger Etchegaray. Alla seconda, su «Chi ama Dio, ama i poveri», hanno partecipato il vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino Ambrogio Spreafico - che ha parlato su «Parola di Dio e carità» -, l’arcivescovo ortodosso ucraino Antonij, il priore Innocenzo Gargano, il metropolita romeno Iosif. La terza sessione, dedicata a «La vita nella carità», ha visto partecipare il metropolita Laurentiu di Ardeal in Romania, Maria Cristina Marazzi della Comunità di Sant’Egidio, il vescovo di Terni-Narni-Amelia Vincenzo Paglia e Zoran Nedeljkovic, direttore della biblioteca patriarcale serba. All’ultima sessione, presieduta dal presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo, hanno infine preso parte il russo Arkadij Satov, monsignor Marco Gnavi, il professor Werner Gumpel e il romeno Nicolae Dima. (G.Card.) |