Quel domino di morte di Lampedusa fra pietà, ignoranza e cinismo Lampedusa

di Mimmia Fresu

Cosa spinge questa umanità del meridione del mondo a sfidare la morte se non una povertà con le stigmate, uno stato di bisogno così profondo che rende insignificante l'eventualità di vivere anche il giorno appresso. Morire davanti alla meta dopo giorni, mesi persino, di spostamenti nel deserto africano fra stenti, violenze e rapine, fino a raggiungere la sponda davanti all'Europa, l'ultimo tratto, forse quello meno doloroso. Poi il carico su un barcone, sottratto alla demolizione, svuotato degli arredi per contenere il maggior numero di corpi, per la massima capitalizzazione del traffico di esseri umani. Testa o croce, toccare l'altra sponda o perire. Morire fra i flutti o approdare in un Paese che ti avvolge in una coperta o dentro un sacco di plastica, che conta i sopravvissuti per gridare all'invasione e una legge che ti identifica come criminale varcata la frontiera. Chi piangerà i tredici immigrati periti quattro giorni fa a Scicli, ora surclassati numericamente dalle centinaia di morti di Lampedusa. Stupore davanti alla morte solo se il numero dei cadaveri assume la dimensione della strage. Metabolizziamo più facilmente le piccole dosi. Dal 1988, nell'indifferenza generale, lungo questa frontiera d'Europa ne sono morti 19.142, di cui, 2.352 nel solo 2011. Di tanti altri, esclusi dalle statistiche, lo sanno le famiglie che da lungo tempo non hanno più notizie di chi è partito e mai farà ritorno. Anche i trecento morti e forse più di oggi finiranno nell'oblio delle coscienze e dei buoni proponimenti a caldo, poi subentrerà l'abituale, cinica, ragione politica, la logica sprezzante dei respingimenti, la tolleranza verso l'imbecillità xenofoba con l'ossequio di certa stampa. Si tornerà alla menzogna propagandistica dello tsunami umano, facendo perno sull'emotività di un Paese provato e spaventato dalla crisi e tacendo sulle verità. La verità, ad esempio, del numero dei rifugiati che senza clamori, al 2011, la Germania ne conta 571 mila; la Francia 210 mila; l'Inghilterra 194 mila; la Svezia 87 mila; 75 mila l'Olanda e solo 58 mila l'Italia. In rapporto alla popolazione, riporta -Lavoce.info- ridicolizzando gli allarmi razzisti, ogni mille abitanti ci sono 9 rifugiati in Svezia, 7 in Germania, 4,5 in Olanda e fanalino di coda c'è il nostro Paese: uno ogni mille italiani. Ha un gradino molto alto la soglia della pietà, ma quella della ragione ha accessi ancora più elevati.



Sabato 05 Ottobre,2013 Ore: 16:32