Lettera al Sindaco di Forte dei Marmi sulla inaugurazione della statua di Mussolini
Sig. Sindaco Le chiedo di rivedere i contenuti dell’iniziativa

di Domenico Stimolo

 In data odierna ho inviato al sindaco di forte dei Marmi la lettera seguente. Sarebbe certamente opportuno e utile che il sindaco ricevesse da cittadini, strutture associative e forze sociali  ( a partire dall'Anpi e Aned nazionale, dalle Anpi e Aned tutte ) note di chiaro dissenso sull’iniziativa del 25 marzo, invitandolo ad una debita e saggia riflessione.

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Al signor Sindaco di Forte dei Marmi

Umberto Buratti

sindaco@comunefdm.it

Egregio signor Sindaco,

appresa la notizia che giorno 25 marzo nella sua città, Forte dei Marmi, sarà scoperta la statua dedicata a “ L’aviatore” raffigurante Bruno Mussolini, figlio di Benito Mussolini, che nel 1943 commissionò suddetta statua allo scultore Arturo Dozzi, in qualità di cittadino italiano democratico ed antifascista, amante della nostra Italia che si regge sulle colonne fondanti della Costituzione, dei martiri che con il loro sacrificio hanno contribuito a portare libertà e riscattare l’onta costruita con la violenza dalla dittatura mussoliniana, e delle vigenti leggi che interdicono le forme di propaganda apologeta del fascismo e dei propri esponenti, Le chiedo di rivedere i contenuti dell’iniziativa.

L’emblema  dell’ “Aviatore”, in onore della nostra Repubblica democratica, può e  deve essere rappresentata dall’effige di uno o più aviatori che si sono distinti nel corso della Lotta di Liberazione in opera nella ricostruite forze armate aeree, Regia Aeronautica, che brillantemente affiancò gli Alleati nel corso delle azioni di guerra contro i nazifascisti.

Come aviatore le segnalo in particolare Ugo Maccherialdo, maggiore pilota, medaglia d’oro al valor militare alla memoria, insignito tra l’altro di quattro medaglie d’argento al V.M, fucilato dai nazifascisti a Ivrea l’1 febbraio 1945.

Si legge nella motivazione:

«Ufficiale magnifico, pilota eroico, comandante esemplare, reagiva, alla dissoluzione dell'8 settembre 1943, arruolandosi in una formazione partigiana quale gregario. Distintosi nella condotta di brillanti e difficili azioni di sabotaggio, diveniva in breve vicecomandante della formazione. Catturato per delazione, veniva sommariamente processato e condannato alla fucilazione, insieme ad altri due patrioti. Un sereno ed elevato testamento spirituale alla moglie ed alla figlioletta e le espressioni di addio ai genitori, testimoniano della sua dedizione alla Patria e della fiducia nell'utilità del suo sacrificio. Traversando il paese per raggiungere il luogo dell'esecuzione, rincuorava i propri compagni e le donne piangenti, cui rivolgeva forti parole di fede e di incitamento alla resistenza. Di fronte al plotone di esecuzione, dichiarava di voler dimostrare come sapesse morire un ufficiale italiano. Pronuciate parole di perdono e di commiserazione per i soldati esecutori, perché irresponsabili della colpa dei capi, intimava agli ufficiali di togliersi dai ranghi e trasmetteva personalmente l'ordine che troncava la sua radiosa esistenza”.

 

Distinti Saluti

Domenico Stimolo

dostimolo@tiscali.it

Catania, 14 marzo 2012



Giovedì 15 Marzo,2012 Ore: 19:01