Ora di religione.
Il Consiglio di Stato a favore dei crediti scolastici per gli avvalentesi

di Agenzia NEV del 12/05/2010

Preoccupazione del pastore Massimo Aquilante, presidente FCEI


Roma (NEV), 12 maggio 2010 – Il Consiglio di Stato ha riabilitato gli insegnanti di religione cattolica a concorrere alla valutazione complessiva degli studenti. Con la sua decisione del 7 maggio, con la quale ha annullato la sentenza del TAR del Lazio n. 7076 dello scorso mese di luglio, riconosce la validità dei crediti scolastici derivanti dall'Insegnamento della religione cattolica (IRC).
“La decisione del Consiglio di Stato riproduce il privilegio degli studenti avvalentesi dell'IRC, che è materia facoltativa, rispetto a chi non se ne avvale”, questo a caldo il commento del presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), pastore Massimo Aquilante, secondo cui “resta comunque irrisolta la questione di fondo: l'insegnamento di una sola particolare confessione cristiana, quella cattolica romana, nel percorso formativo offerto dalla scuola pubblica. Pertanto, ciò che più rattrista e preoccupa è che la decisione del Consiglio di Stato sia stata salutata da più parti come una 'vittoria'. Coloro che si infiammano tanto a favore dell'IRC dovrebbero avere altrettanto a cuore una piena ed adeguata formazione dei nostri giovani attraverso l'insegnamento del 'fatto' religioso nella sua complessità, pluralità e ricchezza”.
Il TAR del Lazio aveva dichiarato illegittima l’attribuzione del credito scolastico da parte dei docenti di religione cattolica, per la particolare natura di tale insegnamento, e dei docenti di attività alternative, per la discriminazione operata nei confronti di coloro che non si avvalgono dell’IRC, ma che nel loro pieno diritto non scelgono alcuna attività. Nel suo pronunciamento precisava che "un insegnamento di carattere etico e religioso, strettamente attinente alla fede individuale, non può assolutamente essere oggetto di una valutazione sul piano del profitto scolastico, proprio per il rischio di valutazioni di valore proporzionalmente ancorate alla misura della fede stessa".
Ad impugnare a suo tempo davanti al TAR del Lazio le ordinanze ministeriali - emanate dall'allora Ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni - relative alla disciplina sui crediti scolastici per gli esami di maturità del 2006-2007 e 2007-2008 nella parte in cui si prevedeva la partecipazione a pieno titolo dei docenti di religione cattolica all'attribuzione del credito scolastico, furono la Consulta romana per la laicità delle istituzioni e la FCEI, insieme a decine di associazioni laiche e religiose, nonché a due studenti oggi ventenni, che in sede di scrutinio degli esami statali si erano visti discriminati nell'attribuzione del voto finale, perché non avvalentesi dell'IRC.
Ora il Consiglio di Stato, pur tenendo conto dello “stato di non obbligo” stabilito dalla Corte Costituzionale per i non avvalentesi, nella sua sentenza nega l’esistenza di discriminazioni e specifica: "chi segue religione (o l'insegnamento alternativo) non è avvantaggiato né discriminato: è semplicemente valutato per come si comporta, per l'interesse che mostra e il profitto che consegue anche nell'ora di religione (o del corso alternativo). Chi non segue religione né il corso alternativo, ugualmente, non è discriminato né favorito: semplicemente non viene valutato nei suoi confronti un momento della vita scolastica cui non ha partecipato".


Venerd́ 14 Maggio,2010 Ore: 14:51