IL MINISTERO CANCELLA L’ORA ALTERNATIVA ALLA RELIGIONE DAI NUOVI MODULI DI ISCRIZIONE. PER COLPA O PER DOLO?

da Agenzia ADISTA n. 10/2010)

35417. ROMA-ADISTA. Il Ministero della Pubblica Istruzione cancella la materia alternativa all’Insegnamento della Religione Cattolica (Irc) per gli alunni che di esso non si avvalgono. Nel modulo allegato alla circolare (la numero 4 del 15 gennaio 2010) che regolamenta le iscrizioni, inviato a tutte le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado d’Italia, agli alunni che decidono di non frequentare l’Irc infatti è data la possibilità di scegliere solo fra due opzioni: “Attività didattiche individuali o di gruppo con assistenza di personale docente” oppure “non frequenza della scuola nelle ore di insegnamento della religione cattolica”. Manca del tutto la terza possibilità prevista dalla normativa: “Attività didattiche o formative”, cioè la cosiddetta “ora alternativa” che tutte le scuole hanno l’obbligo di garantire agli alunni che ne facciano richiesta (in realtà le opzioni sarebbero quattro, ma il ministero – nota l’associazione “Per la scuola della Repubblica” – ha arbitrariamente accorpato le voci “studio individuale” e “nessuna attività” nell’unica voce “attività individuali o di gruppo con assistenza di personale docente”).

Potrebbe trattarsi di una svista, anche perché nel testo della circolare le tre opzioni sono correttamente indicate. Ma potrebbe essere anche un errore con dolo da parte del ministero, teso a ridurre le proteste che, dall’inizio di quest’anno scolastico, intasano gli uffici di viale Travestere e degli Uffici Scolastici Provinciali proprio per l’impossibilità, da parte delle scuole, di assicurare l’ora alternativa. I tagli imposti dai ministri Gelmini e Tremonti hanno infatti azzerato le ore di compresenza e di disposizione degli insegnanti, ovvero quelle ore in cui due docenti si trovavano insieme nella stessa oppure, pur non essendo impegnati nelle proprie erano in servizio per attività aggiuntive o per la sostituzione di colleghi assenti. Poiché la materia alternativa per lo più veniva insegnata proprio dai docenti in compresenza e “a disposizione”, avendo tagliato queste ore, di fatto è scomparsa la materia alternativa (e infatti, ad esempio, la Direzione regionale del Friuli, all’inizio di quest’anno scolastico, ha emanato un apposito decreto con il quale autorizza le scuole a nominare dei supplenti incaricati specificamente della materia alternativa per garantire alle famiglie la possibilità di scelta). Ora, dal momento che nei moduli di iscrizione l’opzione “ora alternativa” non è presente – e la circolare del ministero precisa che “la scelta specifica di attività alternativa è operata mediante il relativo modello E allegato”, ovvero quello incompleto –, le famiglie non possono sceglierla. In tal modo sarebbe risolto anche il problema della indisponibilità dei docenti.

“Riteniamo grave che, per quel che riguarda le attività alternative all'Insegnamento religione cattolica, tra il testo della circolare e i moduli allegati vi siano incongruenze”, denuncia in una nota la Flc Cgil, anche perché l’opzione che non appare è “proprio quella che, data la fascia di età cui si riferisce la circolare, è la più frequente”. Intanto, prosegue la nota della Cgil, per evitare che si producano “lesioni gravi al diritto di usufruire di attività alternative didattiche e formative a pieno titolo”, invitiamo le scuole “a non utilizzare” il modello inviato dal ministero ma, come peraltro previsto, a produrne “uno proprio che contempli le tre opzioni garantite dalla legge”.

“Con il ministro Gelmini i trabocchetti non hanno mai fine. Ogni circolare contiene un agguato: alla legalità, all’uguaglianza dei diritti di alunni e alunne, alla laicità della scuola”, dichiarano in una nota congiunta l’associazione nazionale “Per la Scuola della Repubblica” e il “Coordinamento genitori democratici”. In particolare è “assai grave” che nel modulo da consegnare alle famiglie sia stata soppressa la voce “attività didattiche e formative”, negando così agli alunni un diritto costituzionale. Invitiamo, proseguono le associazioni, “tutti e tutte coloro che hanno a cuore la laicità della scuola a far sentire la propria voce affinché il ministero provveda con la massima urgenza al reinserimento nell’allegato E della voce ‘attività didattiche e formative’ che rappresenta un diritto sancito in sede legislativa”. (luca kocci)

Articolo tratto da
ADISTA
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Venerdì 05 Febbraio,2010 Ore: 15:18