BUON NATALE

di CCDC - Cooperativa Cattolico-Democratica di Cultura

Dall’incontro casuale con un ragazzo del Senegal, venditore ambulante di libri, parte il nostro augurio di Buon Natale, lo affidiamo a una poesia, certamente non convenzionale, scritta a Parigi da Leopold Senghor, negli anni 30 del secolo scorso.Non possiamo dimenticare che la sofferenza di tante donne e tanti uomini dall’Africa e dall’Asia continua a giungere fino a noi e si aggiunge alla crescente povertà di molti, anzi troppi.Ci sentiamo coinvolti e guardandoci intorno ci sembra quasi un Natale diguerra, e certamente lo sarà per la Siria e i suoi due milioni di cristiani.L' augurio è che come neve al sole si sciolga il nostro senso d'impotenza, lo sostituisca la presa di responsabilità, unita all’impegno per il bene, che la nostra indifferenza lasci posto alla solidarietà. Apriamoci alla speranza, guidati dal mistero di un Dio che si fa diverso da sé, che si fa uomo per gli altri. Allora anche noi sentiremo avverarsi le parole di Papa Francesco con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia e canteremo all'unisono con Senghor
Il mio cuore, Signore si è
sciolto come neve sui tetti di Parigi
Al sole della vostra tenerezza. E tenero si è fatto ai miei nemici, fratelli dalle mani già bianche senza neve, Anche per queste dita di rugiada che sento, ogni sera, sulle mie guance brucianti. NEVE SU PARIGI O Signore, oggi che siete nato avete visitato Parigi.
E poiché diventava meschina e malvagia
Col freddo incorruttibile l'avete purificata
Con la morte bianca.
Stamani, fino alle ciminiere che cantano all'unisono
Inalberando lenzuola bianche
“Pace agli uomini di buona volontà!”
Signore, avete elargito, la neve della vostra Pace al mondo diviso, all'Europa divisa
Alla Spagna straziata
E il Ribelle ebreo e cattolico ha sparato i suoi millequattrocento cannoni contro le montagne della vostra Pace.
Signore, ho accettato il vostro candido gelo che brucia più del sale.
Ecco, il mio cuore si scioglie come neve al sole.
Dimentico
Le mani bianche che premendo il grilletto fecero crollare gli imperi
Le mani che fustigarono schiavi e vi flagellarono
Le mani bianche polverose che vi schiaffeggiarono, le mani laccate e incipriate che mi hanno schiaffeggiato
Le mani oscure che mi spinsero alla solitudine e all'odio
Le mani
bianche che abbatterono la foresta di palme che dominava l'Africa, e nel cuore dell'Africa
Superbi e forti i Sara, belli come i primi uomini usciti dalle vostre mani brune.
Abbatterono la nera foresta per farne traversine ferroviarie.
Spianarono le foreste dell'Africa per civilizzarci, visto che scarseggiava il materiale umano.
Signore, soffocherò la mia riserva d'odio, lo so, verso i diplomatici che sorridono coi loro lunghi canini
E domani batteranno carne nera.
Il mio cuore, Signore si è sciolto come neve sui tetti di Parigi
Al sole della vostra tenerezza.
E tenero si è fatto ai miei nemici, fratelli dalle mani già bianche senza neve,
Anche per queste dita di rugiada che sento, ogni sera, sulle mie guance brucianti.Léopold Sèdar Senghor (1906- 2001), da Canti d'ombra


Domenica 22 Dicembre,2013 Ore: 22:42