Celibato ecclesiastico: la rassegna stampa del 03/10/2011

Articoli vari ripresi dalla stampa italiana sul tema del celibato ecclesiastico nella Chiesa Cattolica


http://www.lastampa.it/

Preti sposati, Dias apre

Marco Tosatti

Una lettera del cardinale Ivan Dias, ex prefetto della Congregazione di Propaganda Fide, datata 2 febbraio 2011, cioè prima che lasciasse l'importante carica, esorta i vescovi a coinvolgere nella vita delle parrocchie i sacerdoti che hanno chiesto la dispensa ecclesiastica dal celibato per sposarsi.

Una lettera del cardinale Ivan Dias, ex prefetto della Congregazione di Propaganda Fide, datata 2 febbraio 2011, cioè prima che lasciasse l’importante carica, esorta i vescovi a coinvolgere nella vita delle parrocchie i sacerdoti che hanno chiesto la dispensa ecclesiastica dal celibato per sposarsi.
La lettera è stata inviata a un sacerdote, che aveva scritto alla Congregazione, su incarico di una società missionaria australiana che si batte per un allentamento delle proibizioni verso i sacerdoti che hanno ottenuto la dispensa. Il cardinale Dias scriveva della sua fiducia sul fatto che il Vaticano metta in atto riforme che rendano possibile a questo tipo di sacerdoti di condurre una vita più attiva alla’interno della Chiesa, sotto la guida del proprio vescovo.
Il rescritto che consente a un sacerdote la dispensa, e la conseguente “laicizzazione” impedisce all’interessato di dire messa, di pronunciare omelie, di amministrare l’eucarestia, di insegnare o lavorare nei seminari, e pone restrizioni sull’insegnamento nelle scuole e nelle università cattoliche. Secondo la lettera una parte di queste proibizioni dovrebbero ricadere nei poteri discrezioni dei vescovi; e in particolare quelle che riguardano l’insegnamento della teologia nelle scuole o nelle università, sia cattoliche che non cattoliche, e i contatti con le parrocchie dove il sacerdote celebrava messa e amministrava l’eucarestia.

http://www.asca.it/

CHIESA: CEI, NO PRETI SPOSATI PER COMUNITA' IMMIGRATI EST EUROPA

(ASCA) - Citta' del Vaticano, 30 set - I cattolici di rito orientale immigrati in Italia, provenienti soprattutto dall'Ucraina e della Romania, non potranno avere preti sposati per l'assistenza spirituale delle loro comunita'. Lo ha ribadito il segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, al termine del Consiglio Permanente dei vescovi.

Anche se le Chiese cattoliche orientali prevedono per i preti la possibilita' di sposarsi, la Cei fino ad oggi non ha permesso loro di inviare preti uxorati per occuparsi delle comunita' di immigrati presenti in Italia. Una decisione che non e' destinata a cambiare malgrado le proteste arrivate da parte dei vescovi di Ucraina e Romania: ''Riguardo alla cura pastorale dei fedeli orientali, il Consiglio Episcopale Permanente - ha detto mons. Crociata - ha confermato l'impegno a seguire con grande premura pastorale queste comunita' coordinando i cappellani etnici. Ma per noi vale l'indicazione vaticana di accogliere sacerdoti non uxorati, per salvaguardare il nostro contesto pastorale''.
 



Luned́ 03 Ottobre,2011 Ore: 15:12