Preti sposati - dibattito
Sacerdoti, è meglio se sposati

di Federico Bollettin

Con una nota di Ornella Marcato


Brevemente. Federico Bollettin scrive: "Riconsegnare valore, dignità, parola alla donna nella Chiesa significa portarla "sopra l'altare", significa amarla e lasciarsi amare da lei.". Io invece credo che noi donne non possiamo più permetterci di vivere "attraverso" un'esperienza maschile, ma siamo chiamate a vivere la nostra fede compiutamente con tutte noi stesse, ivi incluso il ministero quando sarà. Altrimenti, mi rincresce, sarà sempre l'esperienza e l'immaginario di un altro a raccontarci, l'arricchimento o l'impoverimento di un altro a catalogarci o come "caste spose" o come "prostitute". Grazie mille, in tal senso abbiamo già dato... .
Ornella Marcato

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Sacerdoti, è meglio se sposati
di Federico Bollettin
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Ricondurre tutto il fenomeno dei preti pedofili al ruolo marginale della donna, religiosa e laica, all'interno della Chiesa cattolica, mi sembra riduttivo. L'articolo della professoressa Lucetta Scaraffia, apparso qualche giorno fa sull'Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede, potrebbe sembrare un tentativo (malriuscito) per distogliere lo sguardo, di molti fedeli scandalizzati, dal problema centrale. I fatti degli ultimi anni non possono non riportare la questione sul celibato obbligatorio dei preti e ancor più sulla visione negativa della sessualità che sottosta alla dottrina cattolica.

Il noto teologo Hans Kung, su Le Monde del 5 marzo, reclama l'abrogazione della regola del celibato, radice di tutti i mali. L'altra mattina, su Radio 24, ho ribadito l'i mportanza, per un prete, di trovare il proprio equilibrio affettivo-sessuale, che permetta quindi di svolgere serenamente il ministero pastorale. Non voglio nemmeno imporre il matrimonio, eppure in altre confessioni cristiane è addirittura obbligatorio sposarsi prima di ricevere l'ordinazione.

Il problema è che la repressione crea devianza, bloccare cioè le proprie pulsioni e i propri sentimenti causa, prima o poi, un'e splosione incontrollabile. Le donne infatti, sia religiose che laiche - sostiene l'editorialista dell'Osservatore Romano - sarebbero per natura più portate alla difesa dei giovani in caso di abusi sessuali, evitando alla Chiesa il grave danno che questi colpevoli atteggiamenti le hanno procurato. E' comunque funzionale alla logica maschilista, pensare alla donna come il rimedio, fosse anche il migliore, per riparare gli atroci danni compiuti da uomini celibi.

Riconsegnare valore, dignità, parola alla donna nella Chiesa significa portarla "sopra l'altare", significa amarla e lasciarsi amare da lei. Se i preti potessero amare e lasciarsi amare dalla donna, probabilmente la Chiesa si arricchirebbe di un maggior spirito materno, di buon senso e di delicatezza. Per amare, però, occorre ricollocarsi tutti sullo stesso livello, seduti in cerchio attorno al fuoco, come avviene in alcune tribù indigene.

Purtroppo, i retaggi culturali del passato, intoccabili in nome di una Tradizione Divina, continuano a influenzare e determinare le scelte della Chiesa che si trova invece a vivere oggi, in questa attuale società. Il celibato imposto, ma soprattutto la repressione dei sentimenti e di una sana sessualità, porta il celibe per obbedienza, a vivere spesso relazioni ambigue, che compromettono la serenità della predicazione.

Rivedere alcune norme disciplinari della dottrina cattolica e ripensare al suo ruolo in questa società, richiede inevitabilmente il contributo autentico e autorevole di tutti i soggetti direttamente coinvolti. Ma la svolta sembra ancora lontana!
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(16 marzo 2010) - da Il mattino di Padova
http://mattinopadova.gelocal.it/dettaglio/sacerdoti-e-meglio-se-sposati/1890024



Giovedì 18 Marzo,2010 Ore: 17:02