PEDOFILIA IN AUSTRALIA: IL CARD. PELL CHIEDE SCUSA MA NON SCUCE

da Adista Notizie n. 21 del 08/06/2013

37192. MELBOURNE-ADISTA. La massima autorità gerarchica della Chiesa cattolica australiana, il card. George Pell, arcivescovo di Sydney, ha chiesto scusa per i crimini sessuali perpetrati dal clero locale, ma ha dichiarato di non credere nell’esistenza di una cultura dell’abuso. «Chiedo perdono, sono assolutamente mortificato», ha detto, il 26 maggio scorso, l’arcivescovo – che di recente è stato scelto da papa Francesco come membro della commissione di “saggi” che lavoreranno alla riforma della Curia (v. Adista Notizie n. 16/13) – nel corso di una deposizione in tribunale, agli inquirenti della commissione d’indagine parlamentare dello Stato di Victoria sugli abusi sui minori. «Penso che la colpa più grave sia non averne parlato. Io di certo non ne ero al corrente».
Pell, sentito in quanto massima voce della gerarchia australiana, ma anche come ex vescovo di Melbourne (i fatti in oggetto si riferiscono infatti a quella diocesi, nello Stato di Victoria, sud dell’Australia, dove le vittime di abusi perpetrati da membri del clero sarebbero intorno a 5mila), ha ammesso che porre i pedofili al di sopra della legge e trasferili di parrocchia in parrocchia non ha fatto che causare crimini ancora più gravi, e che il silenzio è stato causato dalla paura della Chiesa di creare uno scandalo di proporzioni immani. Molte vite sono state rovinate, si sono verificati numerosi sucidi, e per ciascuno di questi fatti, ha detto Pell, la Chiesa chiede scusa.
L’arcivescovo ha anche affermato, secondo quanto riporta il quotidiano locale Brisbane Times (27/5), che una delle cause dell’alto tasso di abusi sessuali su minori nella Chiesa cattolica potrebbe essere il celibato; non ha esitato a menzionare come esempi di omertà l’ex arcivescovo di Melbourne, mons. Frank Little, responsabile di insabbiamenti, e l’ex vescovo di Ballarat, mons. Ronald Mulkearns, che addirittura ha distrutto documenti.
Con tutto ciò, il card. Pell non ritiene che la Chiesa sia moralmente obbligata a risarcire le vittime degli abusi sessuali, come avvenuto negli Usa. E d’altronde i dati parlano chiaro: la Chiesa australiana ha pagato un massimo di 75mila dollari per vittima, laddove, negli ultimi 15 anni, quella statunitense ha sborsato complessivamente 3,3 miliardi. E dire che la Chiesa cattolica è in Australia la massima proprietaria di immobili e datrice di lavoro non governativa, e possiede a Roma una proprietà del valore di 30 milioni di dollari. Ma Pell non vuole pensare a vendere le proprietà ecclesiastiche «per pagare i nostri danni».
Dopo quattro ore di testimonianza in tribunale, le vittime hanno espresso ben poca soddisfazione per le parole di Pell. Per Stephen Woods, nella Chiesa ci deve essere un reale cambiamento, che deve passare prima di tutto attraverso le dimissioni di Pell: «Mi piacerebbe vedere arrivare un giovane che abbia voglia di cambiare il sistema», ha detto, secondo quanto riporta il sito news.com.au. «Purtroppo è un po’ come cercare di cambiare una nave enorme in mezzo a una tempesta. È molto difficile cambiarne la rotta, perché si tratta di una delle maggiori istituzioni nella società. Ma il cardinal Pell deve dare le dimissioni. La sua epoca è finita». Non così per Anthony Foster, padre di due vittime di abusi sessuali: andarsene adesso sarebbe una soluzione troppo semplice, ha detto. Pell deve restare e aiutare le vittime. (ludovica eugenio)

Articolo tratto da
ADISTA
La redazione di ADISTA si trova in via Acciaioli n.7 - 00186 Roma Telefono +39 06 686.86.92 +39 06 688.019.24 Fax +39 06 686.58.98 E-mail info@adista.it Sito www.adista.it



Domenica 09 Giugno,2013 Ore: 07:43