Pedofilia clericale
“Troveremo i pedofili che la Chiesa ha coperto”
di Tommaso Caldarelli
I network delle vittime e alcune indagini private stanno componendo praticamente una lista di proscrizione dei violentatori a volto coperto.
Riprendiamo questo articolo dal sito: http://www.giornalettismo.com/
Insomma, una vera e propria black list in autogestione. ARCHIVI NASCOSTI – D’altronde la prescrizione cade come una mannaia sulle speranze di giustizia delle vittime, ma i nomi di chi per anni, protetto dall’abito talare, ha abusato impunemente di bambini innocenti, devono essere resi pubblici, dicono le vittime; assieme a loro, tutti i documenti in possesso della Chiesa che dimostri se le autorità ecclesiastiche sapevano, e se sapevano quanto e come hanno coperto gli addebiti alle cariche ecclesiastiche. Perchè se è vero che la Chiesa cerca il perdono del mondo, l’onestà è la prima cosa, e la trasparenza un dovere necessario. Se il giudice sarà convinto dalle prove raccolte dalle vittime, potrebbe ordinare perquisizioni all’interno degli uffici della Chiesa americana, per sequestrare tutti gli atti rilevanti per i casi lamentati dalle vittime. Questi archivi confidenziali sono al centro della battaglia fra la Chiesa e gli avvocati fin dal momento in cui la più larga arcidiocesi negli Stati Uniti ha raggiunto un accordo record con i tribunali da 660milioni almeno 4 anni fa.
E se ne capisce il motivo. LA CHIESA SAPEVA – Il punto è, probabilmente e prevedibilmente, che la Chiesa sapeva e non ha provveduto, e anzi, in ossequio alla linea della Crimen Sollicitationis, il documento interno diffuso dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, già Santa Inquisizione e guidata subito prima del suo pontificato da Joseph Ratzinger, ha coperto per esigenze di superiore protezione del corpo mistico di Cristo in terra. Gli avvocati sono decisi nel perseguire la loro battaglia: ne va, dicono, della sicurezza di tutti.
Manca la fiducia, nelle parole degli avvocati, e come biasimarli. LA SICUREZZA DI TUTTI – Difficile infatti sostenere che chi ha effettuato un reato di violenza sessuale debba essere “marchiato”, se ha scontato la sua pena: appunto, qui il problema è che questi soggetti sono passati sotto silenzio e sono sfuggiti alla giustizia degli uomini e della Chiesa. D’altronde, ciò che chiedono gli avvocati è l’applicazione rigorosa di quella Megan Law, che prevede appunto l’iscrizione nei registri dei sexual offenders per chi è giudicato colpevole di tali crimini, ma con azione retroattiva. O comunque informale: una volta che le residenze e le identità dei pedofili nascosti saranno rese pubbliche, secondo gli avvocati la missione della garanzia dell’incolumità pubblica sarà assolta.
La Chiesa, prevedibilmente, nicchia. NESSUNA CONDANNA – E usa l’argomento che la stampa nostrana chiama: garantista. “Sono solo accuse, non c’è una condanna”: come è possibile mettere in piedi una lista di proscrizione per persone mai interessati da provvedimenti giudiziali?
Insomma, per la Chiesa tutto deve rimanere nel silenzio. Vicino all’impunità. Domenica 13 Marzo,2011 Ore: 17:19 |