Pedofilia, il papa purga la vecchia Curia.
di Matteo Bartocci.
Da "il Manifesto" di domenica 9 aprile 2010 |.
Il terremoto pedofilia continua a scuotere la chiesa cattolica. E si intreccia alla riorganizzazione della curia con cui Ratzinger sta preparando la sua successione. I due eventi insieme producono un regolamento di conti senza precedenti, almeno in età moderna, al vertice della chiesa e tra vescovi delle varie nazioni e Vaticano.
Il papa ha accolto ieri le dimissioni del vescovo di Augusta Walter Mixa, da lui stesso nominato nel 2005. Sul presule, oltre a sospetti di malversazione e maltrattamenti su minori, pesa soprattutto un'accusa di pedofilia vera e propria, su cui la giustizia tedesca ha avviato un'indagine preliminare.
La notizia arriva proprio mentre in Vaticano è iniziata la visita quinquennale "ad limina" dei vescovi del Belgio, altra nazione scossa un mese fa dalle dimissioni di un altro prelato, Joseph Vangheluwe, reo confesso di aver "abusato sessualmente di un giovane".
Mixa e Vangheluwe sono i primi due vescovi che lasciano per aver commesso abusi. Altri - in Irlanda - si sono dimessi solo per aver coperto casi di violenza da parte di preti delle loro diocesi.
Il braccio di ferro ai vertici della chiesa ormai infuria in tutto il mondo.
Il cardinale e vescovo di Vienna Christoph Schönborn, allievo e amico di Ratzinger, ha accusato con nome e cognome l'ex Segretario di Stato vaticano, cardinal Angelo Sodano, di aver offeso le vittime nel suo discorso senza precedenti durante la messa di Pasqua a San Pietro, in cui solidarizzando col papa riduceva lo scandalo pedofilia a un semplice chiacchiericcio.
Shönborn lo ha rimproverato apertamente di essersi opposto, 15 anni fa, a un'inchiesta sugli abusi compiuti dall'allora vescovo di Vienna Grör. E ha alluso al ruolo negativo di Sodano facendo riferimento a una sorta di "partito" diplomatico della curia contrario all'allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Joseph Ratzinger.
Da Sodano nessuna replica. Ma su di lui incombe anche l'aver coperto per anni gli abusi indicibili commessi dai "Legionari di Cristo".
E' in questo clima ben poco "cattolico" che il Papa prepara la Chiesa che verrà dopo di lui.
Pochi giorni fa ha già nominato il cardinale australiano George Pell capo della congregazione dei vescovi come successore dell'italiano Re. Una casella chiave per le gerarchie ecclesiali di tutto il mondo insomma sfugge agli italiani e alla curia woytiliana.
Allo stesso tempo girano "oltre Tevere" voci di tagli alle sedi cardinalizie residenziali (com'è noto decisive per l'elezione del Papa), che penalizzano fortemente lo stivale e il partito ruiniano (con riferimento al potente cardinal Ruini) della Conferenza Episcopale Italiana. In Italia passerebbero da 8 a 5 (-40%): via Bologna (Caffarra), Firenze (Betori) e Torino (Poletto). Il tutto mentre sullo sfondo infuria la guerra di successione alla presidenza della fondazione Toniolo, la cassaforte fin qui ruiniana, che tra l'altro controlla l'Università Cattolica. Mercoledì 12 Maggio,2010 Ore: 16:43 |