Poesia
UNA BOTTA E VIA

di Giovanni Sarubbi

Gli avevano detto di sorridere, di cantare, di gridare viva l'Italia.
La banda suonava marce militari,
e i bambini applaudivano,
e buttavano coriandoli come ad una festa.
I soldati in colonna marciarono davanti a loro.
Presentarono le armi ai loro familiari.
Si imbarcarono per terre lontane,
tutti volontari, tutti convinti di andare in guerra.
Un vescovo li benedisse e disse una preghiera su di loro.
Era una orazione funebre, ma loro la presero per un incitamento.
Erano già morti.
Lo sapevano i generali.
Lo sapeva il governo che aveva deciso la guerra.
Lo sapeva il vescovo che li benedisse.
A loro avevano detto che sarebbe stato facile,
una botta e via.
In 15 giorni li facciamo fuori tutti e torniamo ricchi.
Questa era la promessa.
Erano 5000, non ne tornò che uno.
Degli altri neppure la piastrina di riconoscimento.
Si guardava intorno come stralunato.
Provarono ad interrogarlo. Non rispose.
Provarono ancora. Non rispose.
Era morto ma vivo.
Aspettava che qualcuno togliesse la spina.



Martedì 23 Febbraio,2016 Ore: 17:02