La speranza

di Stefania Salomone

Un commento a caldo sull'incontro di Firenze del 16 maggio 2009 sul tema "il vangelo che abbiamo ricevuto"


Già all'arrivo la mia attenzione è stata catturata dagli sguardi speranzosi e vagamente nostalgici dei presenti, quasi come se ci fosse l'attesa di grandi cambiamenti e la speranza che le recenti e attuali posizioni reazionarie dell'istituzione ecclesiastica fossero solo un sogno.
L'esatta percezione, poi confermata, era che il reale fermento, le proposte e l'audacia di una chiesa "critica" fossero prettamente in sala, molto meno nei relatori che, pur avendo dato prova di una notevole competenza teologica, sembravano parlare per sé stessi e per pochi addetti ai lavori, possibilmente imbrigliati nelle maglie istituzionali.
Mi rendo conto della validità dell'ascolto di ogni posizione, anche di posizioni più conservatrici e clericali, ma, come ha detto un mio caro amico nel suo intervento, "se davvero sentiamo la necessità del cambiamento e il Vangelo, nonché il Concilio, sono stati defraudati della loro parte essenziale, non si può non entrare in contrasto con la gerarchia!".
Da parte mia entro in contrasto solo se strettamente "necessario"; nella maggior parte dei casi ho scelto di ignorare tutto ciò che mi sembra superfluo, vado per la mia strada. Fortunatamente mi sento lontana anni luce dagli obblighi legati alla religione e mi capita di parlarne solo se sollecitata a farlo. Certo è che, a mio avviso, non può e non deve mancare il costante impegno per la diffusione di una buona notizia autentica, legata ai valori umani ed evangelici che "abbiamo ricevuto". 
Purtroppo, come è parso di nuovo evidente alla fine del convegno, coloro che sono "intitolati" a parlarci di Dio, ce ne forniscono, di fatto, una immagine negativa e angosciante, quindi assolutamente falsa e strumentale.


Luned́ 18 Maggio,2009 Ore: 15:15