IL MURO CHE DIVIDE

di Aldo Antonelli

“Vide tutta quella folla ed ebbe compassione di loro”! (Marco 6,34).
Lo sguardo di compassione……
Questo  sguardo che si pone a metà strada tra Betlemme e il Calvario, tra la Culla e la Croce, tra l’Abbassamento e l’Innalzamento, frantuma di un sol colpo tutte le costruzioni ieratiche che in nome di dio si sono costruite e tutte le tradizioni di conquista che in nome di questo dio si sono perpetuate nella storia.
Questo sguardo ha anche “demolito quel muro che separava i popoli e li rendeva nemici” (Ef. 2,14)
Noi cristiani non solo non siamo stati capaci di abolire e/o superare le logica della guerra; ma questa logica l’abbiamo fatta nostra: ci stiamo dentro, la legittimiamo e ne traiamo anche vantaggio….
La storia del cristianesimo è stata, purtroppo, una storia di guerra contro nemici, ad extra e ad intra: contro gli infedeli e contro gli eretici; contro gli “ateismi” e contro le “ideologie”.
Noi non solo non abbiamo abbattuto i muri di divisione, ma ne abbiamo costruito dei nuovi: divisione tra credenti e atei, tra cristiani a non, tra cattolici e non, tra praticanti e non, tra “conservatori” e “progressisti”.
Forse dovremmo riscoprire Gesù e rileggere il suo “Evangelo” in maniera “laica”, al di là delle categorie religiose  che mummificano Dio nella figura del “Padreterno” che non è altro che la proiezione personalizzata di quell’istinto di potenza che è all’origine di ogni inimicizia.
«Non c’è dubbio, denunciava padre Balducci, che il dio del passato tante volte non era che la suprema cifra  di una ideologia di potere  in nome della quale si uccideva il prossimo».
L’istanza del servizio che è l’anima del “vero pastore” non è una novità del Vangelo ma è l’urgenza che brucia financo le parole dei profeti, così come si evince dal brano odierno di Geremia.
E’ come un sottile ma persistente e resistente filo rosso che attraversa tutta la “Legge” e i “Profeti”; un filo rosso che brucia le scorie di ogni ideologia e di ogni teologia di potere e che di tutti i diversi ne fa un solo popolo, per cui i lontani diventano vicini.
Post Scriptum
Mentre pubblico queste riflessioni ho negli occhi le immagini vergognose che vengono da Quinto di Treviso, là dove gente in preda a delirio di insofferenza e di intolleranza urla, minaccia, brucia; insolfata da politici e amministratori senza dignità.
Ci sono mura che ci attraversano dentro e che intridono il nostro sguardo di disumano disprezzo!
Prigionieri di questo narcisismo assassino, diventiamo noi stessi gli emarginati dall’umanità e dalla storia!
Aldo Antonelli



Sabato 18 Luglio,2015 Ore: 21:07