Il "vorrei" diventerà "voglio"?.

di Mario Mariotti

C'é una visione utopica del futuro: lo Stato del Vaticano si autoestingue; gli abitanti in esso contenuti vengono a far parte della nostra Repubblica, diventano nostri concittadini, coperti dalla nostra Costituzione; la Chiesa incomincia a socializzare tutto il suo enorme patrimonio immobiliare e tutte le ricchezze che ha in qualunque modo accumulate; 1o IOR diventa Banca-Etica; i palazzi apostolici, i santuari, le basiliche diventano dei musei di arte rinascimentale, barocca, moderna; i cittadini “credenti” versano l’8x 1000; quello di coloro che non ne indicano la destinazione finisce ad Emergency o a Medici Senza Frontiere; l'ora di religione la fanno le parrocchie, perché la scuola pubblica é laica; i luoghi in cui i credenti si riuniscono, le chiese, o sono poveri, o si rendono tali, o ci si raduna in capannoni prefabbricati, arredati secondo lo stile di San Francesco.

La pastorale, poi, si converte dalla teologia dell'alienazione: il credente é suddito, é servo dell'Altissimo; 1o adora, lo ringrazia, lo placa e lo prega; utilizza la casta sacerdotale per le liturgie ed i sacramenti in vista della salvezza della propria anima nell'al di là; e arriva alla teologia dell'Incarnazione: il Signore non é venuto per essere servito, ma per servire; l'uomo non e suddito ma figlio; Dio 1o serve attraverso l’uomo; l'uomo é il potenziale "corpus Domini" e quando ama, serve e condivide, è Dio che serve l'uomo attraverso di lui, attraverso l‘uomo stesso.

Il tutto avviene per portare a compimento la creazione, che é ancora in atto e che dovrà concludersi nel Regno dell'amore tutto compiuto in tutti.

C’é poi una visione realistica del futuro, che ci dice che la materializzazione dell'utopia avviene pian piano; che la cultura dell’uomo si evolve lentissimamente; che spesso si ferma e a volte torna anche indietro, dato che lui, tante volte é privo di memoria storica, e inoltre non riesce a trasmettere alle nuove generazioni le acquisizioni conquistate da lui stesso faticosamente, a prezzo altissimo.

Per questo ci sono due letture dell'evento "papa Francesco": 1’elezione di un papa che dichiara di richiamarsi a San Francesco, in assoluto potrebbe rivelarsi un evento negativo, perché dà credibilità alla religione ed all'istituzione, dato che quest'ultima lo userà per acquisire quella credibilità che poi andrà spesa per perpetuare l'alienazione religiosa della gente; in termini relativi, invece, potrebbe rivelarsi un evento positivo, perché il parto dell'uomo nuovo, il “giusto che ama e condivide”, é lentissimo, ed é costituito da una serie di passaggi che devono essere fatti per arrivare a quelli successivi. L'uomo, purtroppo, non riesce a reggere tutta la Verità, ma ne conquista pian piano delle frazioni, e se uno fa un passo troppo lungo, non e seguito, si ritrova solo, e la Verità non trova chi la faccia propria e la renda operativa.

Proviamo allora a dare una lettura relativa del precedente evento, e a scrivere le prime impressioni. Positive la semplicità, l'umanizzazione della figura del papa, che i cattolici divinizzano qualsiasi sia il soggetto che la incarni, la dichiarazione che la Chiesa deve essere povera e stare con i poveri. Memo bene l'invito e la priorità data alla preghiera, cui sottende la concezione religiosa di Dio, e la caratterizzazione, dello Stesso come Colui che ci perdona sempre, come misericordia e perdono incondizionati. Siccome la risposta di Dio alle preghiere dell’uomo passa attraverso l'uomo, quest'ultimo deve pregare se stesso di fare quello che é nelle sue possibilità in rapporto all'amare ed al servire l'uomo, e pregare gli altri che facciano la stessa cosa, cioè che amino, servano e condividano in rapporto a lui. É poi Vero che Dio é Amore, e quindi perdono incondizionato; ma se uno non vuole contribuire all'alienazione del prossimo, deve anche dirgli che, se Dio non condanna, quando l'uomo accumula e strumentalizza gli altri é lui stesso che si autoesclude, da1lo Spirito, dalla vita eterna dello Spirito-Amore, e quindi é gia morto anche se vivo, e si perderà nell'infinità del nulla ....

Il perdono, poi, non va chiesto a Dio, per tenercelo buono in vista della nostra personale salvezza, ma va chiesto a coloro che hanno sofferto a causa nostra, a causa delle nostre scelte maligne; e tale richiesta va accompagnata dal nostro impegno a riparare le conseguenze del male che noi abbiamo fatto a coloro cui dobbiamo chiedere perdono.

Per ora, quindi, bene l'immagine e le dichiarazioni di colui che ha scelto l'impegnativo nome di Francesco; meno bene i primi messaggi pastorali, che possono alludere ad una teologia religiosa per superare la quale il Signore si é incarnato, e continua ad incarnarsi in coloro che non si impegnano a pregare Dio, ma a servire l'uomo come il Signore stesso ci ha invitati a fare.

In margine a tutto questo, alcune ultime considerazioni: prima messa solenne  di insediamento con i ricchi ed i potenti della Terra ed il popolo plaudente: il Signore ha dovuto, deviare l'attenzione del Santo da l’evento, che lo avrebbe messo in condizione di sentirsi preso in giro.

Poi: ennesimo episodio rivelatore dell’alienazione aggravata e continuata del popolo cattolico, che di fronte al papa, a qualsiasi papa, sempre e comunque applaude e si commuove; indipendentemente dalle caratteristiche del soggetto, indipendentemente dalla verifica se alle parole seguono i fatti coerenti ad esse, indipendentemente da quella memoria storica che vede nel papato una istituzione compromessa con tutti i personaggi più negativi che la storia  ricorda a danno dell’umanità, gli Adolfi, i Beniti, i Berlusca di ogni tempo. Se non uscirà da lui questo “mea culpa”, papa Francesco dovrà fare i conti col Santo, che per secoli ha dato e ancora oggi continua a dare credibilità ad una Chiesa che dal tempo di Costantino (parlo del vertice della casta) si è posta a servizio di mammona, venerando l’immagine e bestemmiando la sostanza del messaggio del poverello di Assisi.

Per parte nostra, noi dobbiamo sperare nel se pur lento passaggio dalla realtà all’utopia, che parte dal papa-re e arriva alla consapevolezza che Uno solo é Buono, Padre e Maestro, e tutti noi siamo uguali fra noi, laici come lo era Nostro Signore.

Dobbiamo sperare che papa Francesco non sia solo il prodotto indovinato di una campagna pubblicitaria per ridare credibilità a quel nido di rettili incrociati con gli avvoltoi costituito dal vertice della chiesa, dalla curia romana.

Dobbiamo sperare che alle parole seguano i fatti, che il “vorrei" diventi un "voglio", che la Chiesa si faccia povera e si ponga a servizio dei poveri, condannando la malignità soggettiva e strutturale del capitalismo, del mercato e della competizione, che trasformano i fratelli prima in concorrenti, poi in nemici, ed infine in oggetti da usare, cambiare, buttare.

Dobbiamo sperare, ma tenendo aperti i fanali, e vigilare, e fare sentire la nostra voce .......

Mario Mariotti




Sabato 06 Aprile,2013 Ore: 21:12