Dio non è cattolico

di Aldo Antonelli

 Angelo, da Bruxelles, mi ha spedito in libricino molto interessante, di un sacerdote della diocesi di Milano, don Giorgio de Capitani.

Si tratta del "Manifesto del Cristianesimo - Umanesimo integrale tra dubbi, utopie e speranze".
Un libricino di 41 pagine con 124 "Pensieri".
Il pensiero n. 1 recita:
«Dio non è prerogativa di nessuna religione. È al di sopra di ogni religione, ma ogni religione lo vorrebbe tutto suo. Dio è l’Assoluto, ovvero sciolto da ogni legame (religione, secondo anche Sant’Agostino, deriverebbe dal latino religàre, cioè "legare, vincolare", nel significato di legare l'uomo alla divinità o viceversa). Dio è totalmente Altro. Non possiamo neppure dire che è "cattolico": non può essere prerogativa della Chiesa».
Come non essere d'accordo?
Non solo. Dio non è cattolico ma nemmeno religioso. Egli sta al di là delle categorie della religione e del tempio, al di là delle costruzioni teologiche e delle mitizzazioni popolari. Egli sta al di là di quello che noi pensiamo di lui.
"A partire dal momento in cui diventiamo possessivi di Dio, Dio ci sfugge", scriveva P. Talec. E non penso nemmeno che Dio sia quell' "ottativo del cuore" di cui parlava Feuerbach, negandolo.
Chi mi legge sa quanto parli poco di Dio, io! Mi si permetta, questa volta parlarne, anche se "sottovoce".
"Parlare sottovoce di Dio non significa, come purtroppo taluni dogmaticamente tentano di far credere, rimpicciolire Dio, ma se mai, farlo più grande. Sottovoce, perché del mistero di Dio possiamo solo balbettare qualche cosa. Con pudore. Il mistero è al di là, molto al di là della povertà delle nostre parole. Aldilà della soglia. Sottovoce,a ncora, perché dell’amore sbandierato ai quattro venti è giusto, legittimo, dubitare, sospettare. Il 'sottovoce' ha invece il passo silenzioso dei racconti che nascono dal cuore", ho letto da qualche parte.
Sottovoce e senza finzioni e senza sconto all'intelligenza che non tace e alla memoria che non dorme. Quante bestemmie abbiamo detto in nome di Dio noi cristiani!
"Abbiamo esaltato all'infinito, sacralizzandoli, i nostri istinti di aggressività nell'idea di Dio. Dio è la cifra assoluta della aggressività umana. Il Dio a cui si amo stati assuefatti è un Dio aggressivo , discriminante, implacabile, giusto nel modo con cui noi pensiamo che si debba essere giusti, capace di mantenere in totale estraneità da sé i cattivi per tutti i secoli dei secoli.  All'interno di un Dio così pensato abbiamo collocato il Vagelo di Gesù Cristo". La denuncia è di Ernesto Balducci.
In questa denuncia, in questa presa di distanze dall'uso commerciale e di scambio che i cristiani hanno fatto di Dio, si erge, prepotente e intrigante una domanda che non voglio evitare e che non vorrei che voi la prendeste come una bestemmia:
Ma se Dio fosse ateo?
Vado a letto con questo interrogativo.
Buona notte.
Aldo


Mercoledì 12 Ottobre,2011 Ore: 22:03