17 gennaio 2010 - LA PAROLA CI INTERPELLA.
GLI ANIMALI MAESTRI NELLA FESTA DI SANT’ANTONIO ABATE, DI WALT WHITMAN.

A CURA DI CARLO CASTELLINI.

Oggi, festa di Santa’ANTONIO ABATE, in non pochi Paesi e in qualche città, si ripete la tradizionale benedizione degli animali. Anch’io, nel mio appartamento ho un bel dipinto secentesco con un Sant’Antonio, in compagnia di un robusto maiale, mentre l’eremita legge le SACRA SCRITTURE immerso in un paesaggio poco consono al deserto della TEBAIDE.

  Nella mia famiglia c’è sempre stato un gatto, rimpianto in morte e subito sostituito da un altro felino. Confesso di aver provato anch’io quello che diceva MONTAIGNE (1533-1592) della sua gatta: quando giocavo col gatto di casa non sapevo se si divertisse più lui o io…
 Gli animali maestri dell’uomo è una costante delle favole: (si pensi a ESOPO, FEDRO e LA FONTAINE). Ce lo ripete anche il poeta americano WALT WHITMAN nelle sue FOGLIE D’ERBA, esaltando le virtù di quelle che sprezzantemente noi chiamiamo bestie. Esse non sono corrose dal tarlo dell’orgoglio che spinge al successo, alla carriera, al potere, lasciandoti spesso scontento e amareggiato.
Non sono travolte dalla smania del possesso e dell’accumulo che corrompe le relazioni umane. Non sono ipocrite, asservite per interesse, false, ingannevoli. Detto questo con umiltà (e quindi con rispetto per queste creature di Dio), bisogna però riconoscere la dignità dell’uomo: egli sa percorrere vie più alte fino a raggiungere il divino e ha in sé anche la coscienza di peccare, che è un segno di grandezza, con buona pace di WHITMAN, il quale, nella sua lode degli animali, aggiungeva (NON PIANGONO SUI LORO PECCATI E NON DISCUTONO DEI LORO DOVERI VERSO DIO”. (Dal Breviario Laico di Gianfranco Ravasi). A CURA DI CARLO CASTELLINI.


Luned́ 18 Gennaio,2010 Ore: 17:00