Salva l’amore non la Legge

di p. Aldo Bergamaschi

12 giugno 2016
Omelia scritta 2007
Luca 7, 36-83

Questo passo, di per sé, contiene un poema: Invece quello a cui si perdona poco, ama poco. Credo che questa sia l’ironia e il dramma di Gesù: dovrebbe amare di più, proprio perché è senza il condizionamento del peccato. Una peccatrice ama più di te - dice Gesù al fariseo - più di te che osservi la legge. E il rischio di chi osserva la legge è proprio questo, di chiudersi all’amore.

Accade che il giusto ami meno del peccatore convertito; dunque spingiamo ancora più in teoria, e ne deriva che conviene diventare tutti peccatori. Se è vero che il peccatore ama più del non peccatore, si rischia di commettere un bel sacco di peccati. Questa donna ha bagnato i miei piedi con le lacrime, non trascuriamo questo particolare delle lacrime, e se compie quei gesti vuol dire che i rapporti con Gesù le hanno sconvolto l’esistenza.

Chi è stato ammalato apprezza di più la salute, e dice, a chi la salute ce l'ha, di tenersela stretta come un dono prezioso e di non desiderare di ammalarsi per apprezzarla. C’è chi pecca e tenta addirittura di togliere il concetto di peccato. Il peccatore non va capito, ma solo amato, e lo si ama dicendogli che esiste il peccato. Il giorno in cui si dovesse abolire questa discriminante, ne spunterebbero centomila collocate in altre sponde, ma non più al punto giusto in cui Gesù Cristo pone questa discriminante.

Gesù rappresenta una certezza, rappresenta la salvezza della persona in mezzo ai flutti della corruzione e della fragilità generale. E qui dovremmo fare un lungo discorso sulla psicanalisi. Mi pare che Jung, nel 1933 o 1935, dicesse: Dobbiamo liberare l’uomo dall’incubo del peccato. Volesse il cielo! ma siamo proprio qui per decidere che cosa vuol dire togliere il vincolo del peccato all’uomo.

Se brindo per essermi liberato dal peccato del bevitore, quel bicchiere di vino, in confronto agli aromi di questa donna, sarebbe qualitativamente diverso, e c’è il sospetto che esso sia della stessa specie degli altri. Quindi micidiale per la persona: non è la persona al di sopra delle cose, ma è la persona al guinzaglio delle cose. Quel bicchiere di vino, allora, non è il brindisi alla conversione, ma il rifiuto totale di essa.

Chi si converte vorrebbe non avere mai peccato, e chi non ha peccato può forse desiderare di peccare per amare di più Dio? Il vero amore è quello che blocca il peccato, non quello che deriva dal peccato. La tua fede ti ha salvato, dice Gesù alla peccatrice, hai cessato di peccare perché hai dato un nuovo significato alla tua esistenza, vi hai introdotto Dio come persona; mentre per il fariseo ciò che conta è la legge. E la legge la osserviamo sempre con lo spirito dello schiavo.

Hai amato, hai chiesto perdono nel pianto, adesso sei finalmente una creatura capace di costruire il Regno.



Venerdì 10 Giugno,2016 Ore: 19:25