Le omelie di padre Aldo Bergamaschi
11 luglio 2010

Pronunciata l’11 Luglio 2004


Luca 10,25-37
In quel tempo, un dottore della legge si alzò per mettere alla prova Gesù: “Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?”. Gesù gli rispose: “Che cosa sta scritto nella legge? Che cosa vi leggi?”. Costui rispose: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso”. E Gesù: “Hai risposto bene, fà questo e vivrai”. Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: “E chi è il mio prossimo?”.
Gesù riprese: “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall’altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre.
Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all’albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?”. Quegli rispose: “Chi ha avuto compassione di lui”. Gesù rispose: “Và e anche tu fà lo stesso”.
 
Avete sentito la lettura del testo evangelico, la dottrina sembrava chiara: “Ama Dio con tutto il tuo cuore ecc…. e il prossimo tuo come te stesso”. Come mai il dottore della legge chiede chi è il prossimo? La domanda non è a caso, perché la conquista del concetto è tutt’ora aperta.
Gesù inventa una piccola rappresentazione scenica con dei personaggi che però sono storici o veri, e attraverso questa rappresentazione del loro agire, denuncia i limiti del loro pensare. Ci sono delle azioni e ci sono dei concetti. Il prossimo chi è? É l’uomo in assoluto, l’uomo che non sopporta aggettivi mediatici, questa sarebbe la risposta di Gesù. Quando le persone mi si presentano come francese, tedesco, inglese ecc. e io sono costretto a dire che sono italiano, non posso sopportarlo, non me la sento più di usare questo aggettivo. Vengo accusato di essere contro l’amor di patria, perché anche il Presidente della Repubblica dice che dobbiamo tornare all’amor di patria.
Facciamo bene attenzione, perché qui Gesù Cristo vale più del Presidente della Repubblica, di fronte a ciò che accade nel mondo tutto va bene, ma se mi interpellate sul merito del problema dico: il mondo va male perché abbiamo la prevalenza dello Stato nazionale. Sono gli stati nazionali che danno origine alla guerra, e nel brano evangelico di oggi ne abbiamo la prova.
Gesù è venuto a chiudere due epoche: l’epoca delle religioni - e il cristianesimo non è una religione - e a chiudere l’epoca degli Stati nazionali, perché gli stati nazionali sono il nemico numero uno del secondo comandamento: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Questo è il fondamento teologico. Il prossimo è l’altro in assoluto, senza aggettivi mediatici. Ebrei, Palestinesi, Curdi, vedete quello che accade, ecco la prova di ciò che dico.
Chi rispetta l’uomo, non è chi più crede in Dio, o chi crede di essere nella vera religione, il Samaritano è uno ufficialmente fuori dalla verità, è uno che non ha un concetto esatto di Dio, e il concetto esatto di Dio non lo hanno nemmeno il sacerdote e il levita. Ricordate il discorso di Gesù alla Samaritana: “…né qui né a Gerusalemme si adorerà, ma in Spirito e Verità”. Il punto di riferimento non sarà più un luogo, ma sarà l’uomo.
Nel V. T. c’è scritto che Dio ha creato l’uomo in assoluto, poi i genetisti hanno dichiarato che la specie umana è unica e usiamo le parole etnie, gruppi ecc., tutto questo non viene a toccare la unicità della specie umana. Nella Bibbia però c’è anche scritto che Dio ha distrutto sette popoli in Cana per impiantare il suo popolo. No! È un Dio classista che dà il tono a tutta la civiltà ebraica, tono che passa anche nel cristianesimo, ecco dove nasce l’errore poi enfatizzato dal nazionalismo esasperato. I cananei sono dei nemici e da qui il concetto di Stato nazionale.
Se la teologia della religione è incerta nell’insegnare l’origine del prossimo, consacra tutte le ingiustizie. Il radicalismo teologico e ideologico muta i connotati della realtà. Es.: dal come si definisce la vita, deriva anche l’ammissione dell’aborto o no? Quando a suo tempo si trattò questo tema, ai fedeli avevo detto che per i cattolici non è un problema di voto, essi sanno già come debbono comportarsi.
Vorrei chiarire questo punto a coloro che hanno dei dubbi. Domanda: l’embrione è persona? Un cattolico dirà si, gli altri diranno no. A coloro che dal punto di vista mentale sostengono che l’embrione non è persona li rimando al più grande pensatore “logico” di tutta la storia che è Aristotele. I sofisti dicevano che una goccia d’acqua cadendo non fa rumore, come mai si sentono le cascate del Nilo a molti chilometri di distanza? Se il rumore non è in una goccia, non si vede il perché debba essere in molte gocce. Aristotele rispose: “In una goccia c’è potenzialmente il rumore, voi non lo sentite ma c’è”. Ecco il grande concetto introdotto da Aristotele: il concetto di potenzialità. Ora ditemi: l’embrione è persona o no? La risposta ve la dà Aristotele e non io, il quale è fuori dalla mischia essendo nato 400 anni a.C., e non aveva nessun interesse da difendere se non quel principio di logica. Quindi l’embrione è “potenzialmente persona” e i cristiani lo dicono per fede.
La cosa strana in questa vicenda è che da un comportamento viene indotto il concetto di prossimo, anche se colui che così si comporta - come samaritano - non ha l’idea esatta di Dio. Chi ha o presume di avere l’idea esatta di Dio e chi crede di praticare il vero culto di Dio – dice Gesù – deve comportarsi come si comporta uno che non pratica le cerimonie a Dio; questa è la vera pillola amara per i cristiani credenti. Ecco l’obiezione fondamentale alla religione ebraica che era tutta sbagliata, perché aveva di Dio un concetto errato.
Il concetto di prossimo è esatto soltanto se è dedotto dal concetto autentico di Dio, così l’amore del prossimo nasce dopo che io ho amato Dio con tutta l’anima. Il sacerdote, il levita, amano Dio con tutta l’anima? No, amano Dio con delle cerimonie. É più importante la cerimonia che loro debbono fare che non il prossimo. Dal comportamento in genere non si può dedurre una legge morale, Cristo preferisce qui la via induttiva solo per ricuperare il comportamento, non per fondarlo, perché una morale non si induce, ma si deduce. La induzione ci fa individuare il comportamento retto solo a patto che si abbia una visione della realtà retta.
Rispetto alla vera concezione di Dio e dell’uomo, costui - dice Gesù e non costoro, cioè il sacerdote e il levita - si è comportato secondo Verità, anche se al limite il samaritano potrebbe avere fatto ciò, non per e a causa della Verità. Il Vangelo dice un uomo, può darsi che fosse un samaritano, allora in questo caso avrebbe fatto un gesto buono, ma non del tutto, perché non secondo Verità.
Il culmine della vita morale e della vita “religiosa”, è colui che crede in Dio, non come il sacerdote e il levita, ma come colui che opera come il samaritano se crede nel Dio di Gesù. 


Giovedě 08 Luglio,2010 Ore: 11:37