IL GRUPPO “MAI PIU LA GUERRA” E LA MAIL DI UN MARITTIMO.

di Maria Teresa D’Antea

Alcune settimane fa il Consiglio dei ministri ha preso in esame lo schema presentato dal Vaticano per definire l’assistenza spirituale alle Forze armate. Molte associazioni e movimenti pacifisti, fra cui Pax Christi, si sono augurati che, prima della firma definitiva, ci sia la possibilità di un buon risultato per quanto riguarda la smilitarizzazione dei cappellani, chiesta soprattutto da quando il Concilio Vaticano II ha dato impulso ad una Chiesa più coerente con il vangelo.
Anche il gruppo “Mai più la guerra” di Monte Argentario, nel suo piccolo, si è mobilitato, invitando tutti i suoi aderenti, prossimi e lontani, ad un impegno di preghiera. A questo invito ha risposto Roberto Orsini, un marittimo di Porto Santo Stefano, ex comandante di petroliere e pilota del porto di Manfredonia, con una mail che, con il suo permesso, ci fa piacere farvi leggere:
“Carissimi amici e amiche, buongiorno! Condivido tutto quello che fate, anche per quanto riguarda il vostro impegno circa la separazione tra ruolo pastorale e ruolo militare dei cappellani. Sulle navi da guerra, al calar del sole, eseguono l’ammaina bandiera. In quella circostanza un giovane ufficiale recita con orgoglio la preghiera del marinaio, scritta da Antonio Fogazzaro, che termina con tre volte urrà per la nostra nazione. La maggior parte dei marinai si esaltano a sentire quelle parole giudicate straordinarie ed emozionanti. A me non piace! Soprattutto il verso che invoca Dio a porre sul nemico l terrore del tricolore: “Dà giusta gloria e potenza alla nostra bandiera (…) Poni sul nemico il terrore di lei”. Ma se l’Onnipotente è padre di tutti noi, come può terrorizzare alcuni suoi figli e proteggere altri? E’ una contraddizione, come lo è il grado militare attribuito ai cappellani. Alcuni di loro arrivano ad essere generali e ammiragli, con i relativi benefici derivanti dalle loro alte cariche. Quindi condivido tutto: i preti devono fare i preti ed i militari, purtroppo, il loro mestiere”.
Si tratta, come si può ben vedere, di una mail semplice stringata ed efficace, una testimonianza che la sensibilità collettiva sta cambiando. Ma non cambiano, ahimè, le posizioni di certo clero militarista che in più di una occasione ha messo in difficoltà il magistero di papa Francesco.
Se a Roberto non piace, a ragione, la preghiera del marinaio, così gonfia di nauseante retorica nazionalista com’è, cosa direbbe delle altre che sono anche peggiori quanto ad afflato fascistoide? A leggere infatti le preghiere degli alpini, dei bersaglieri e degli altri corpi armati c’è da avere un collasso per il cattivo gusto nell’uso della lingua italiana e per quel nauseabondo odore di vecchiume ottocentesco che tutte emanano. Non sarebbe l’ora di cambiarle , magari facendo attenzione ad invocare Dio per la fine di tutte le guerre e non a tirarlo per la giacca perché difenda i nascosti profitti che ogni guerra procaccia ai ricchi e ai potenti?
Maria Teresa D’Antea



Venerdì 23 Febbraio,2018 Ore: 20:57