DA PERUGIA AD ASSISI

di GIOBBE SANTABARBARA

Sono molti anni che non dedico soverchia attenzione alle piattaforme della marcia Perugia-Assisi elaborate e diffuse dalla Tavola della Pace che la marcia organizza - e merito gliene sia dato -; documenti elefantiaci ed elusivi (conosco la tecnica retorica impiegata: colmare di genericita' e prolissita' un programma per nascondere l'assenza di cio' che e' decisivo).

E quindi non mi aspetto di trovare in quelle piattaforme le due-tre frasi chiare e veritiere che sarebbero necessarie: l'opposizione secca, immediata e concreta alla partecipazione italiana alla guerra; l'opposizione secca, immediata e concreta alla persecuzione razzista; l'opposizione secca, immediata e concreta ad esercito ed armi; la scelta nitida, intransigente e concreta della nonviolenza.

Cosi' come non mi aspetto che la generalita' delle onlus e delle ong si oppongano davvero alla guerra e al razzismo: finche' continuano ad essere foraggiate di pubblici denari e prebende per intercessione dei poteri dominanti che guerra e persecuzione razzista operano, sarebbe per loro come sputare nel piatto in cui mangiano.

Quindi, niente illusioni.

*

Ma alla marcia, quando le condizioni di salute me lo consentono, partecipo con convinzione.

Perche' la marcia e' un'altra cosa rispetto alle fumogene piattaforme su cui e' convocata.

La marcia, lo ho ripetuto molte volte in questi ultimi trent'anni, e' innanzitutto un'assemblea itinerante: e in essa ogni voce e' libera ed ha valore. Ed e' anche l'eredita' feconda di Aldo Capitini, la cui proposta politica e' inequivocabile.

Chi partecipa alla marcia Perugia-Assisi, quali che siano le sue intenzioni, la sua insipienza o la sua ipocrisia, partecipa a un'azione politica di opposizione alla guerra e al fascismo.

Chi poi oltre ad opporsi alla guerra e al fascismo volesse anche cogliere la parte costruttiva (e sostanziale) della proposta capitiniana, ebbene, si accosti alla nonviolenza (e del resto partecipare alla marcia ineludibilmente convoca a un confronto con la nonviolenza e con l'eredita' capitiniana).

E il perplesso (per abito e per metodo) che scrive queste righe, di una cosa almeno e' persuaso: che non si da' azione efficace contro la guerra e contro il fascismo (contro il maschilismo, che della guerra e del fascismo e' la prima radice; contro il razzismo; contro la distruzione delle vite e della natura casa comune dell'umanita' intera) se questa azione non e' nonviolenta.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 631 del 29 luglio 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini.
Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532,
e-mail: nbawac@tin.it,
sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/



Sabato 30 Luglio,2011 Ore: 06:55