La tragedia dell'ex Jugoslavia

Conversazione con Francesco Pugliese*, su guerra e pacifismo: per non consegnarci all’oblìo …


di Roberto Fantini

  Il 24 marzo del 1999 ebbero inizio i bombardamenti in terra jugoslava da parte di una NATO oramai trasformata in strumento globale dell’ordine “occidentale”. Abili raffiche di perfide invenzioni linguistiche (da “guerra umanitaria” a “danni collaterali”), accompagnate da una tambureggiante retorica interventista, riuscirono, perlopiù, a far scivolare in secondo piano il volto tragico di un conflitto quasi tutto rovesciato sui civili. L’articolo 11 della nostra Costituzione venne palesemente rinnegato, gettando il nostro Paese, nelle vesti di attore protagonista, all’interno di un conflitto su ampia scala. Le tante voci della galassia pacifista-nonviolenta furono ignorate, irrise, zittite. Ma in molti continuarono a dire che un’altra via esisteva, che esiste sempre un’altra via opposta alla logica violenta delle armi.
Su tutto questo (e tanto altro ancora) Francesco Pugliese ha scritto un libro bellissimo, vero scrigno prezioso di informazioni indispensabili per provare a capire quanto veramente accaduto e, soprattutto, fonte inesauribile di messaggi carichi di pensiero positivo, di volontà di riflessione e di saggia voglia di continuare a sperare in un mondo meno malato.
Insieme a lui, abbiamo condotto la conversazione che segue.
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Mercoledì 09 Settembre,2015 Ore: 19:44