BOSTON: LA CORTE D’APPELLO BOCCIA LA LEGGE CHE TUTELA SOLO LE UNIONI ETEROSESSUALI

da Adista Notizie n. 23 del 16/06/2012

36737. BOSTON-ADISTA. Con una sentenza emessa il 31 maggio scorso, la Corte d’appello di Boston – chiamata ad esprimersi nell’ambito della causa che vedeva contrapposti il Commonwealth del Massachusetts e il Ministero della Salute Usa – ha dichiarato incostituzionale la sezione 3 del Defense of Marriage Act (Doma), la legge federale che definisce il matrimonio come unione fra un uomo e una donna.

Secondo la sentenza, approvata all’unanimità, il Defense of Marriage Act – votato nel 1996 da un Congresso a maggioranza repubblicana e firmato dal presidente Bill Clinton – priva ingiustamente le coppie omosessuali dei benefici fiscali e previdenziali garantiti alle coppie eterosessuali; interferendo inoltre col diritto dei singoli Stati dell’Unione di dare la propria definizione legale di matrimonio. «Molti statunitensi – si legge nel testo della sentenza – pensano che il matrimonio sia l’unione di un uomo e una donna e la maggior parte vive in Stati dove, oggi, è questa la legge. Una delle virtù del federalismo consiste nel permettere questa diversità, basata su scelte locali, ma questo – proseguono i giudici – vale anche per gli Stati che hanno scelto di legalizzare i matrimoni omosessuali». «Le ragioni addotte non sono sufficienti a sostenere la sezione 3 del Doma» (che peraltro «non spiega come, il negare benefici alle coppie dello stesso sesso, rinforzi il matrimonio eterosessuale»): «Se abbiamo ragione – conclude la Corte d’appello di Boston – nel pensare che l’impatto differenziato sugli interessi delle minoranze e le questioni federali richiedano qualcosa di più di una deferenza quasi automatica nei confronti della volontà del Congresso, questa legge non supera l’esame».

Immediata la reazione della Conferenza episcopale (Usccb) che sulla questione del Doma ha il dente avvelenato. Si tratta di una «grave ingiustizia», ha commentato, in un comunicato diffuso il 1° giugno, mons. Salvatore Cordileone, presidente del Comitato per la Promozione e la Difesa del Matrimonio della Conferenza episcopale. «Il matrimonio, l’unione di un uomo e una donna, è la pietra angolare della società». «È anche il fondamento di una società giusta, in quanto protegge il segmento più vulnerabile della popolazione, i bambini. Ogni bambino desidera e merita una madre e un padre, e il matrimonio è l’unica instituzione che assicura che i bambini crescano conoscendo» i «propri genitori. Il bene pubblico richiede che questa verità sul matrimonio sia rispettata nelle leggi e nella società, non rifiutata». «Speriamo che questa ingiusta sentenza sarà ribaltata dalla Corte Suprema degli Stati Uniti, a beneficio dei nostri bambini e del nostro Paese nel suo complesso».

Una questione non nuova: già nel settembre dello scorso anno il presidente della Conferenza episcopale statunitense e arcivescovo di New York, mons. Timothy Dolan, aveva indirizzato al presidente Barack Obama una lettera in cui metteva in discussione l’atteggiamento adottato dalla Casa Bianca in tema di matrimoni omosessuali. All’origine delle accuse lanciate dal capo dei vescovi americani contro l’amministrazione in carica proprio i diversi atti ufficiali con cui l’esecutivo dava mostra di voler superare il Doma (v. Adista n. 69/11). (ingrid colanicchia)

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Sabato 16 Giugno,2012 Ore: 16:29