2 DICEMBRE 2017 - "GIORNATA INTERNAZIONALE PER L’ABOLIZIONE DELLA SCHIAVITÙ".

di Guglielmo Loffredi

Un obiettivo “l’abolizione della schiavitù” non ancora raggiunto. Ci sono forme, anche moderne, di schiavitù con numeri che toccano i 40 milioni di esseri umani ancora oggi stremati. Dal XVI secolo in poi, i ricchi proprietari di piantagioni americani pagavano i trafficanti di esseri umani per fare uscire dall’ Africa milioni di schiavi, nella cosiddetta: tratta atlantica. Questo tragico fenomeno definito: black holocaust, condusse alla morte milioni di africani. Oggi i governi europei pagano, decine di miliardi di euro, ad altri mercanti “i politici”, che governano alcuni stati del Nord Africa e del Medio oriente, affinché trattengano i migranti che sognano di incontrare madre Europa ad ogni costo. Ma anche tutti gli altri che rispediamo nei loro paesi, che esistono solo sulla carta geografica, mentre i loro territori sono devastati da guerre, carestie e terrorismo; paesi dove anche l’attesa vive un esilio perenne. Questa possiamo chiamarla senza aver paura di esagerare: tratta mediterranea. Siffatto processo potrebbe diventare con i pensieri di rabbia e rifiuto che circolano in Europa, sul tema della migrazione senza progettualità, con l’angoscia del terrorismo e la paura amplificata dalla politica, il prossimo: “muslim holocaust”. Non è possibile, ma accade, di trattare la migrazione come una negoziato mercantile tra paesi in affari, la merce sono le persone, esseri umani, vite, storie, affetti; il rischio è di scivolare nella barbarie in modo silenzioso. Pianificare poi questa scelta come metodo logistico e veloce, diventa a mio avviso eticamente discutibile e pericoloso; ma ciò sembra non interessare Bruxelles e nemmeno le diverse cancellerie europee. Questo sistema credo diventerà un meccanismo ingestibile ed oneroso e provocherà un effetto boomerang in tempi brevi. Viene scartata invece la strada di lavorare seriamente con i paesi a sud del Mediterraneo sulla ricerca della Pace, di chiudere col mercato delle armi, di favorire il rispetto tra i vari mondi e le culture, della collaborazione economica per creare infrastrutture articolate e di ricchezza da condividere nella responsabilità comune. La Cina in questo insegna! Da sempre è più attiva rispetto al continente europeo sia in Tanzania che Zambia; dove ha realizzato migliaia di progetti tra ferrovie, porti, strade e centri di ricerca. Occorre prima cambiare i nostri pensieri comodi ed impegnarsi molto. Affinché questa migrazione di ritorno, regolata dalle leggi, conduca questi nostri fratelli non verso l’abisso della paura e della morte, come accade oggi, ma verso una possibile speranza.



Domenica 03 Dicembre,2017 Ore: 16:17