Bambini invisibili

di Augusta De Piero

230 milioni di bambini nel mondo non vengono registrati alla nascita


Si legge nel sito dell’UNICEF: «Registrazione alla nascita, nel mondo un terzo dei bambini resta invisibile».
Nel sito della stessa Agenzia delle Nazioni Unite si precisa che circa 230 milioni di bambini sotto i 5 anni non sono stati mai registrati alla nascita.
E ancora che: «La registrazione alla nascita è più di un semplice diritto. Riguarda il modo in cui la società riconosce l’identità e l’esistenza di un bambino»… «La registrazione alla nascita è fondamentale per garantire che i bambini non vengano dimenticati, che non vedano negati i propri diritti o che siano esclusi dai progressi della propria nazione».
«I bambini non registrati alla nascita o privi di documenti di identificazione sono spesso esclusi dall’accesso alla scuola, all'assistenza sanitaria e alla sicurezza sociale. Se un bambino viene separato dalla sua famiglia durante un disastro naturale, un conflitto o a causa di qualche forma di sfruttamento, la riunificazione diventa assai più difficile a causa della mancanza di documentazione ufficiale».
«Per l’UNICEF, la mancata registrazione di un bambino alla nascita è sintomo di disuguaglianze e disparità sociali. I bambini più frequentemente colpiti da questa disuguaglianze sono quelli che appartengono a determinati gruppi etnici e religiosi, quelli che abitano in aree rurali o remote, i figli di famiglie povere o di madri analfabete»

I paesi indicati dall’Unicef perché non provvedono alla registrazione sono tutti africani e asiatici. L’Italia non c’è.
Eppure abbiamo una legge (L 94/2009 art. 1 comma 22 lettera g, il cd pacchetto sicurezza) che nega il diritto degli immigrasti irregolari a registrare la nascita dei figli.
Il gruppo CRC (che ha il compito di monitorare la convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dei minori - in Italia legge 176/1991) testimonia che «Il timore di essere identificati come irregolari può spingere i nuclei familiari ove siano presenti donne in gravidanza sprovviste di permesso di soggiorno a non rivolgersi a strutture pubbliche per il parto, con la conseguente mancata iscrizione al registro anagrafico comunale del neonato, in violazione del diritto all’identità, nonché dell’articolo contro gli allontanamenti arbitrari dei figli dai propri genitori.
Pur non esistendo dati certi sull’entità del fenomeno, le ultime stime evidenziano la presenza di 544 mila migranti privi di permesso di soggiorno. Questo può far supporre che vi sia un numero significativo di gestanti in situazione irregolare».
Il razzismo diffuso nella cultura italiana si estende al Parlamento tanto da impedire l’approvazione della proposta di legge che cancellerebbe lo sconcio?
Chi volesse leggere l’intero documento UNICEF può farlo da
unicef.it



Domenica 15 Dicembre,2013 Ore: 12:08