Accoglienza.
Positivo il primo bilancio del progetto a favore dei profughi dal Nordafrica

di Agenzia NEV del 12/04/2011

Pina Grosso, responsabile del progetto FCEI fa il punto della situazione


Roma (NEV), 12 ottobre 2011 - Sono ormai una ventina, giovani e meno giovani provenienti dall'altra sponda del Mediterraneo in seguito alle rivoluzioni arabe, coloro che usufruiscono del progetto di "Accoglienza e accompagnamento profughi del Nordafrica" promosso dalla Chiesa valdese (Unione delle chiese valdesi e metodiste), coordinato dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), e finanziato con i fondi dell'Otto per mille della Tavola valdese. Oggi sono una decina le singole comunità - valdesi, metodiste, battiste, Esercito della Salvezza - coinvolte concretamente nell'accoglienza dei profughi, giovani uomini e donne, ma anche intere famiglie. "Certo, ci rendiamo conto che rispetto alle necessità si tratta di una goccia nel mare, ma è una goccia significativa che mette in prima linea la dignità della persona", ha dichiarato la responsabile del progetto Pina Grosso sottolineando come, sia dai singoli assistiti sia dalle diverse comunità che li accolgono, ma anche dalle agenzie che si occupano di prima accoglienza, arrivi un riscontro positivo. "La nostra è un'accoglienza qualificata, acquisita grazie alle precedenti esperienze con gli albanesi prima e poi con i kosovari. Oltre al vitto e all'alloggio, le persone ricevono assistenza legale e sanitaria, frequentano corsi di italiano, ricevono informazioni sulla situazione lavorativa locale, e in alcuni casi, anche una formazione professionale. In sintesi: sono accompagnate passo passo nella definizione del loro personale progetto migratorio - spiega Grosso -. Scopo dell'iniziativa, partita ad aprile a seguito dei primi sbarchi a Lampedusa, è infatti quello di offrire a delle persone disastrate e disorientate le migliori condizioni per decidere cosa fare del proprio futuro, se cioè rimanere in Italia ed avviare un progetto di integrazione, o se eventualmente tornare nel proprio paese e quindi accompagnarle in un rientro dignitoso". Il progetto, fortemente sollecitato da alcune comunità già nei primi mesi di quest'anno, rispondendo concretamente al dettato evangelico "accogli lo straniero", coinvolge numerosi volontari. Tra gli aspetti positivi dell'esperienza, per Pina Grosso è da sottolineare "l'opportunità per le stesse comunità evangeliche di entrare in contatto con altre realtà della società civile con le quali fare rete. E' un bel segnale anche questo".



Venerd́ 14 Ottobre,2011 Ore: 14:36