LasciateCIEentrare. Adesione della FCEI alla mobilitazione nazionale

di Agenzia NEV del 27/07/2011

Roma (NEV), 27 luglio 2011 – La Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI) ha aderito all'iniziativa “LasciateCIEntrare” che ha avuto luogo il 25 luglio scorso sotto forma di sit-in davanti ai Centri di identificazione ed espulsione (CIE) e Centri d'accoglienza per richiedenti asilo (CARA) di molte città d'Italia. Questa mobilitazione è stata promossa, tra gli altri, dalla Federazione nazionale stampa italiana (FNSI), da Articolo 21 e da numerosi esponenti di forze politiche al fine di reclamare il diritto di accedere in queste strutture e di informare l’opinione pubblica di ciò che accade all’interno. Infatti, in seguito alla circolare n. 1305 del 1 aprile scorso emanata dal Ministro dell'Interno Roberto Maroni, come misura cautelativa per fronteggiare l'emergenza in Nordafrica, solo alcune organizzazioni hanno il permesso di accedere nei centri, mentre per giornalisti e collaboratori parlamentari essi sono del tutto inaccessibili. I centri diventano, così, delle zone d'ombra di cui i cittadini non hanno alcuna consapevolezza e diventano per gli stranieri che vi risiedono non dei luoghi di assistenza ma luoghi di detenzione amministrativa.

Per Franca Di Lecce, direttore del Servizio rifugiati e migranti (SRM) della FCEI, “i centri sono luoghi di detenzione arbitraria e di sospensione del diritto, dove vengono interrotti percorsi di vita e violata la dignità umana di persone che spesso non sanno neppure perché vi sono state rinchiuse. Nei centri è persino vietato leggere, perché i libri costituiscono una minaccia alla sicurezza, è quasi impossibile parlare con un avvocato e quindi esercitare il diritto alla difesa, nei centri nessuno sa quello che accadrà. Il futuro è un tempo bandito, il presente è un tempo di drammatica sospensione”. Proprio l'estrema difficoltà rilevata nel ricevere assistenza legale è stata al centro del dibattito dell'iniziativa del 25 luglio, ed è per questo che si è pensato di istituire una squadra di avvocati che siano disposti a difendere gratuitamente le persone costrette nei centri. Inoltre un altro importante obiettivo dell'iniziativa, è quello di dare il via ad una attività di costante monitoraggio del territorio attraverso le reti locali che coinvolgano tutta al società civile. (mil)



Giovedì 28 Luglio,2011 Ore: 17:07