SINAI, PROFUGHI ERITREI. EVERYONE: “DA MINISTRO ESTERI EGITTO PAROLE COMPLICI DEL DRAMMA UMANITARIO”

di EveryOne Group

COMUNICATO STAMPA

15 dicembre 2010

SINAI, PROFUGHI ERITREI. EVERYONE: “DA MINISTRO ESTERI EGITTO PAROLE COMPLICI DEL DRAMMA UMANITARIO”

Il Ministro degli Esteri egiziano, Ahmad Abul Ghait, mente sapendo di mentire, perché da giorni noi co-presidenti del Gruppo Everyone abbiamo comunicato al suo Governo tutte le informazioni per raggiungere i profughi, imprigionati nella periferia egiziana della città di Rafah, nei pressi di un edificio governativo, circondati da un frutteto, accanto a una grande moschea e a una chiesa trasformata in scuola, e nessuna autorità si è mossa”. Lo denunciano Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, attivisti dell’organizzazione umanitaria che con l’Agenzia Habeshia segue da quasi un mese la vicenda dei 250 profughi eritrei ostaggio dei predoni nel Sinai del Nord, in Egitto. 

“Per altro” spiegano i rappresentanti di EveryOne, “da ore il testimone-chiave che avrebbe potuto condurre nel luogo esatto di detenzione le autorità di polizia non ci risponde al telefono, e temiamo che gli sia potuto accadere qualcosa. Il suo contatto era stato fornito a Junko Tadaki dello Special Procedure Branch delle Nazioni Unite e, attraverso la denuncia da noi depositata al Procuratore de Il Cairo, Maher Abd al-Wahid, anche al Ministero dell’Interno, al Primo Ministro e al Presidente della Repubblica Araba d’Egitto. Pertanto, ci auguriamo vivamente che le autorità egiziane non siano intervenute contro il ragazzo in qualche modo, intimidendolo o, peggio, facendo perdere le sua tracce; ciò significherebbe essere complici di questo dramma, come sembrerebbe evincersi dalle dichiarazioni odierne, assai destabilizzanti, del Ministro degli Esteri egiziano”.

EveryOne, che insieme ad Habeshia ha sentito al telefono i profughi nelle ultimissime ore, riferisce che le loro condizioni sono ormai critiche e molti stanno pensando di tentare il suicidio pur di sfuggire a una morte di stenti, nonché a continui stupri, torture e percosse. “Abbiamo con noi una lista di nomi e cognomi di alcuni dei detenuti” raccontano Malini, Pegoraro e Picciau, “ottenuta grazie a don Mussie Zerai, che l’ha trascritta in diretta telefonica mentre parlava con i prigionieri. Un documento che senza ogni dubbio testimonia questa persecuzione e l’incredibile ipocrisia del Governo egiziano davanti a un dramma di proporzioni tremende. Ci appelliamo al Parlamento europeo” concludono gli attivisti, “affinché domani si arrivi a varare un testo urgente per sollecitare un intervento della comunità internazionale e per scongiurare l’assassinio di altri innocenti. Ci rivolgiamo infine a Navi Pillay, Alto Commissario ONU per i Diritti Umani, affinché contatti noi e l’Agenzia Habeshia quanto prima e si renda disponibile ad ascoltare in diretta gli strazi e le testimonianze di queste persone, costrette a bere urina per sopravvivere e senza un filo di speranza per il proprio futuro”.

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Giovedě 16 Dicembre,2010 Ore: 15:53