Una notizia controcorrente
GLI IMMIGRATI E LE MELE VIRTUOSE DELLA VAL DI NON.

DA POPOTUS DI AVVENIRE, 14 gennaio 2010


A CURA DI CARLO CASTELLINI

Non solo sfruttamento. In altre zone d’Italia gli IMMIGRATI lavorano regolarmente: sono pagati bene e gli abitanti del luogo sono contenti di loro. L’esempio migliore è la VAL DI NON, IN TRENTINO, la valle delle mele (ogni anno se ne raccolgono 300 mila tonnellate, il 15% dell’intera produzione italiana, quelle col marchietto MELINDA. Ogni anno per la raccolta arrivano circa SETTEMILA IMMIGRATI, soprattutto dei Paesi dell’Est ma anche africani. Tutti lavoratori regolari, assunti dalle oltre cinquemila aziende agricole della valle e dalle cooperative che preparano le mele per la vendita: lavaggio, separazione per dimensione, forma e colore, sistemazione nelle cassette. Vengono pagati circa sette euro l’ora e lavorano come gli Italiani, otto ore al giorno. In più i proprietari dei frutteti che li assumono, devono dare loro anche vitto e alloggio. Così, ogni azienda agricola, grande e piccola, ha preparato casette per ospitarli e fornisce anche cibo.
Due tre mesi di lavoro che per tutti questi immigrati vogliono dire mettere da parte i soldi per mantenere la famiglia a casa propria per tutto l’anno. Così molti di loro tornano annualmente. Una presenza molto importante per i TRENTINI, che, altrimenti, non saprebbero come raccogliere le mele. Anche in VAL DI NON gli abitanti non vogliono più fare questo lavoro. (A CURA DI LUCIA CAPUZZI, MATTEO LIUT, ANTONELLA MARIANI,NICOLETTA MARTINELLI, CECILIA MIGALI, ANTONIO M. MIRA), A CURA DI CARLO CASTELLINI


Venerd́ 15 Gennaio,2010 Ore: 19:52