LE MIGRAZIONI UMANE, NECESSARIO NUTRIMENTO DELL'UMANITÀ

di Claudio Cossu

I flussi migratori non possono certo essere arrestati, essi provengono da lontano, ineluttabili, dalla presenza dell'uomo sulla terra, iniziano - si pensa - da quando l' umanità, che ancora non aveva scoperto la semina e l'agricoltura e si limitava alla caccia ed alla  raccolta del cibo, si spinse oltre i confini dell' "homo sapiens", vale a dire 50/ 60.000 anni addietro. Dall'Africa, terra d'origine e madre, nei tempi in cui intere popolazioni si spingevano alla ricerca di nuovi territori da sfruttare per la caccia e la raccolta del cibo, appunto, le migrazioni ebbero inizio e proseguirono senza soluzione di continuità, quasi per seguire, inconsapevolmente, un fine di interconnessione e di mutagenesi della civiltà . Gli uomini allora erano alla ricerca di terre vergini, vivevano nomadi e per lo più isolati, senza raggrupparsi in sedi stabili e sicure. In seguito, l'uomo creò i primi insediamenti e, conseguentemente, ebbero inizio  gli scambi commerciali, le conquiste e le osmosi di tradizioni e consuetudini , di culture primitive e dalle radici profonde . Gli attuali flussi migratori, pertanto, che tante reazioni isteriche suscitano nella gente e, di conseguenza nei governi, soprattutto europei, non possono essere arrestati con decreti-legge o altre misure repressive, a nulla possono quei movimenti reazionari, di natura conservatrice e codina che fanno capo a Marine Le Pen o alla Lega Nord di Matteo Salvini, ostili a naturali fenomeni antropologici. La forza degli stessi travalica, pertanto, le idee arroccate, chiuse e limitate dalla xenofobia, strumentalmente politiche, discriminatorie e antistoriche tout-court . Come un tempo, gli immigrati non portano solo forza-lavoro, ma anche idee innovative, innesti culturali che possono costituire uno stimolo positivo per  tecnologie alternative. Ricordiamo che le masse migratorie coercitive, dovute alle spinte coloniali europee  verso le Americhe e frutto della crescita capitalistica del diciottesimo e diciannovesimo secolo, dalla metà dell'ottocento si trasformarono in volontarie, per ovvie necessità. A tale proposito corre l'obbligo di ricordare l'abolizione della schiavitù ad iniziare dall "Abolition Act"  in Gran Bretagna, nell'anno  1833. Certo, quella gente può creare disagi per l'accoglienza, ma quegli uomini sono disperati, fuggono da guerre e malattie, torture e annientamenti. Certi Sindaci, impreparati, pensando anche all'accaparramento di facili consensi, sfruttano quei timori, quelle gelosie e paure. Invocano, quindi, sgomberi e allontanamenti, formulando ordinanze e provvedimenti per distruggere baracche di fortuna, accampamenti improvvisati, esili costruzioni di legno e lamiera, demoliscono reti idriche costituite da tubi di gomma e povere infrastrutture per luoghi di riparo . Ma i flussi continueranno imperterriti e impetuosi, hanno radici lontane, vanno solo governati ed organizzati con un'equa programmazine, con serenità, senza causare ansie o fobie. E, soprattutto, senza campi di concentramento quali i CIE(Centri di identificazione ed espulsione), che ricordano regimi e metodi brutali di altri tempi, condannati ormai dalla Storia. Ogni studio o proiezione sociologica evidenzia, infatti, come tale pressione migratoria sia destinata ad aumentare, anche per il bisogno di braccia nei Paesi più avanzati. Si mettano il cuore in pace coloro che strumentalizzano quei moti irrazionali di ripulsa: non si tratta di un problema  insormontabile, da combattere con repressioni, si tratta solo di possedere capacità politiche idonee a trovare soluzioni condivise, a livello globale,  senza isterismi. Con senso pianificato di responsabilità, non disgiunto da un dovere di umana solidarietà e comprensione . Perchè quei flussi non troveranno barriere capaci di arrestarli, provengono da ingiustizie e da sete di eguaglianza sociale. Da oltre  fiumi e mari,  deserti, o  montagne che sovrastano  orizzonti senza limiti .
Claudio Cossu



Sabato 14 Febbraio,2015 Ore: 17:36