Caccia allo zingaro a Torino... Vogliamo rimanere a guardare?

di Karim METREF

 Sono anni ormai che basta una prima dichiarazione di qualcuno sotto interrogatorio perché si scateni l'inferno contro stranieri e minoranze.

Ci ricordiamo tutti come Erica e Omar a Novi Ligure non avevano finito di raccontare la loro versione che già si parlava di caccia allo straniero per le strade della città. Ci ricordiamo che le salme del piccolo Yussuf e di sua madre non erano ancora fredde ad Erba che già tutti erano convinti della colpa del padre la cui unica colpa era di essere tunisino. Vi ricordate tutti della condanna unanime delle due “bestie rumene” del parco della Caffarella e del silenzio assordante che ha seguito l'annuncio della loro innocenza. Ci ricordiamo come a Brembate sono apparsi striscioni razzisti non appena si è parlato di possibile colpevole... straniero... Ci ricordiamo o forse non ci ricordiamo. Forse è questo il problema. Le storie si ripetono, simili, quasi uguali, e noi facciamo finta che è sempre la prima volta.

Ogni volta si fa finta di chiedersi: ma Novi é una città razzista? Ma Roma è una città razzista? Ma Torino è una città razzista? L'Italia è razzista? Come se ci fossero paesi razzisti e altri non razzisti in modo permanente e innato. Come se non si sapesse che la salita dei sentimenti razzisti ha delle cause oggettive da cercare non nel DNA della gente di Brembate o delle vallette, ma nelle condizioni di vita, nel discorso dei politici, e nei titoli dei giornali.

Ora che è successo quello che è successo... che facciamo? Ci accontentiamo dell'arresto di due teppistelli di quartiere? Ci accontentiamo delle scuse di La Stampa o del silenzio di tutte le altre testate... in attesa dei loro prossimi titoli assassini. Sì assassini! Perché se non è scappato il morto nell'incendio che hanno acceso, non è certo per merito loro.

Ci accontenteremo di tutto ciò e faremo finta che è la prima volta, ancora una volta?

In una città, un paese, un mondo in preda ad una crisi che trova paragoni solo nei periodi precedenti ai due conflitti mondiali. In un periodo buio in cui per forza propria si moltiplicheranno le guerre tra poveri e le ricerche di capri espiatori. In un contesto storico in cui le estreme destre xenofobe stanno risalendo dalle fogne della storia per riconquistare la scena politica in varie parti del mondo... Vogliamo continuare a far finta di niente? O cogliamo l'occasione per affrontare i problemi alla base?

La condanna di chi ha detto o ha fatto, non basta. Non serve a niente. Non credo che linciare i linciatori possa risolvere il problema. Anzi.

Credo sia responsabilità delle autorità della città di affrontare il problema in tutta la sua complessità. Credo sia responsabilità della parte cosciente della cittadinanza di compiere un atto concreto, visibile e forte per mostrare il proprio dissenso a questo modo di affrontare i problemi. Credo sia responsabilità della stampa, e in primis delle principali testate di affrontare il problema sia dentro le proprie redazioni sia fuori, confrontandosi con il territorio, con l'associazionismo, con la cittadinanza, per instaurare pratiche e regole comuni e per che siano rispettate da tutti.

Credo sia ora di agire. 

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Karim METREF


Luned́ 12 Dicembre,2011 Ore: 22:27