Patto militare tra l’Italia e il regime di Tripoli per il petrolio e contro i migranti

di Antonio Mazzeo

Il tempo di rientrare dalla visita ufficiale in Israele e l’instancabile ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha incontrato il 4 novembre a Roma, presso la sede dello Stato Maggiore dell’Esercito, il titolare del dicastero della Difesa del Governo di Accordo Nazionale della Libia, Salahuddin Al-Namroush. Nel corso dell’incontro i due ministri hanno siglato un Accordo tecnico di cooperazione militare congiunta che rinnova l’intesa bilaterale del 2013. Come specificato dall’ufficio stampa del Ministero della difesa, il nuova accordo ricopre diversi ambiti “anzitutto quello della sanità militare, con l’identificazione di nuove forme di collaborazione idonee a livello medico-sanitario, a partire dalle attività di formazione e training di personale medico e infermieristico libico da parte della struttura ospedaliera militare italiana a Misurata”.
Altro importante settore che vedrà il rafforzamento della partnership militare italo-libica è quello dalla formazione e dell’addestramento “per cadetti, ufficiali e sottufficiali libici in Italia” e anche in Libia “attraverso la riattivazione delle Accademie nazionali”. I militari italiani e libici parteciperanno ad esercitazioni e manovre congiunte e si scambieranno consulenti, informazioni ed esperienze nel campo della ricerca scientifica e tecnica e della sicurezza militare, mentre è prevedibile che l’Italia fornirà alle autorità di Tripoli nuovi armamenti, sistemi d’intelligence, dispositivi e attrezzature, ecc..
Gli specialisti delle forze armate italiane contribuiranno inoltre alle attività di sminamento degli ordigni presenti in territorio libico e - come aggiunto dal ministro Guerini - “l’Italia collaborerà per la creazione in Libia e la certificazione presso le Nazioni Unite del Centro per lo Sminamento Umanitario (Training Center for Humanitarian Demining)”.
In merito alle attività di addestramento del personale libico, Roma e Tripoli hanno confermato la volontà ad ampliare lo spettro degli interventi attraverso la definizione di un programma che sarà determinato e curato da una specifica commissione tecnica italo-libica. Il ministro della difesa Guarini ha inoltre assicurato la controparte che proseguiranno le attività di formazione e supporto tecnico-logistico della Marina Militare libica da parte della Guardia Costiera italiana, azioni fortemente criticate dalle organizzazioni umanitarie per le numerose violazioni dei diritti umani commesse dal personale libico a danno dei migranti fermati illegalmente in mare, in (tacito) accordo con Roma e l’Unione europea. Continua in: antoniomazzeoblog.blogspot.com



Sabato 05 Dicembre,2020 Ore: 17:36