ASIA/SIRIA
La Premio Nobel Maguire: “Una azione militare destabilizzerà il Medio Oriente; urge una soluzione politica”
di Agenzia FIDES del 28/08/2013
Appelli contro l'intervento militare USA dal Patriarca Caldeo Sako e dal monastero di Deir Mar Musa
ASIA/SIRIA - La Premio Nobel Maguire: “Una azione militare destabilizzerà il Medio Oriente; urge una soluzione politica” Belfast (Agenzia Fides) – “Una azione militare delle forze Usa o della Nato non risolverà i problemi della Siria. Potrebbe invece portare alla morte di migliaia di siriani e alla frantumazione della Siria. Significherà la ulteriore fuga dei siriani paesi circostanti e destabilizzerà tutto il Medio Oriente, lasciando l’area in preda alla violenza fuori controllo”: è il monito lanciato da Mairead Maguire, Premio Nobel per la pace nel 1976, per l’impegno in Irlanda del Nord, e responsabile dell’Ong “Peace People”. ASIA/SIRIA - Appello da Deir Mar Musa: “No all’intervento militare e a ogni forma di violenza” Damasco (Agenzia Fides) – Mentre sembra imminente un attacco militare delle forze armate occidentali in Siria, “un appello per la pace e per il rifiuto di ogni violenza” si alza dal monastero di Deir Mar Musa (il monastero di San Mosè l’etiope), oasi di preghiera a nord di Damasco, rifondato dal padre Gesuita Paolo Dall’Oglio, sequestrato un mese fa nell’are di Raqqa. ASIA/IRAQ - Il Patriarca caldeo Sako: L'intervento contro la Siria sarebbe “una sciagura” Baghdad (Agenzia Fides) – L'intervento militare a guida statunitense contro la Siria sarebbe “una sciagura. Sarebbe come far scoppiare un vulcano con un'esplosione destinata a travolgere l'Iraq, il Libano, la Palestina. E forse qualcuno vuole proprio questo”. Così il Patriarca di Babilonia dei Caldei Louis Raphael I Sako esprime all'Agenzia Fides il suo allarme rispetto alla prospettiva di un attacco esterno ormai dato per imminente contro il regime di Assad. Al capo della più consistente comunità cristiana presente in Iraq l'eventuale intervento occidentale in Siria richiama fatalmente l'esperienza vissuta dal suo popolo: “Dopo 10 anni dall'intervento della cosiddetta 'coalizione dei volenterosi' che abbatté Saddam” fa notare a Fides S. B. Sako “il nostro Paese ancora è martoriato dalle bombe, dai problemi di sicurezza, dall'instabilità, dalla crisi economica”. Inoltre, nel caso siriano, secondo il Patriarca caldeo le cose sono ancora più complicate dalla difficoltà d i cogliere le reali dinamiche della guerra civile che dilania da anni quella nazione: “L'opposizione a Assad” nota Sako “è divisa, i vari gruppi si combattono tra loro, c'è un moltiplicarsi di milizie jiahdiste... Che fine farà quel Paese, dopo?”. Al Patriarca anche le formule usate dai Paesi occidentali per giustificare l'eventuale intervento appaiono strumentali e confuse: “Tutti parlano di democrazia e di libertà, ma per raggiungere quegli obiettivi occorre passare per processi storici e non si può pensare di imporli in maniera meccanica o tanto meno con la forza. L'unica via, in Siria come altrove, è la ricerca di soluzioni politiche. Spingere i combattenti a trattare, immaginare un governo provvisorio che coinvolga sia quelli del regime che le forze d'opposizione. Ascoltando quello che davvero vuole il popolo siriano nella sua maggioranza”. Il Patriarca caldeo mostra cautela anche sulla scelta di giustificare l'intervento come rappresaglia inevitabile davanti all'uso de lle armi chimiche da parte dell'esercito di Assad: “Gli occidentali” ricorda S.B. Sako “hanno giustificato anche l'intervento contro Saddam con l'accusa che il rais iracheno possedeva armi di distruzione di massa. Ma quelle armi non sono state trovate”. (GV) (Agenzia Fides 28/8/2013). Altre notizie su: www.fides.org Mercoledì 28 Agosto,2013 Ore: 18:08 |