QUARANTA VITE ASSURDAMENTE, SCELLERATAMENTE SACRIFICATE

di Peppe Sini

I quaranta giovani militari italiani uccisi in questi ultimi anni in Afghanistan sono stati assassinati anche dai governanti e i parlamentari italiani che li hanno mandati a morire la', in una guerra alla quale l'Italia non doveva e non poteva partecipare in alcun modo, poiche' la legge fondamentale del nostro ordinamento giuridico, la Costituzione della Repubblica Italiana, ne fa esplicito divieto.

Quei quaranta giovani dovevano essere ancora vivi. Invece sono stati assassinati non solo dai loro immediati e mediati espliciti aggressori (chi depone una mina e' non meno assassino di chi spara una fucilata contro qualcuno), ma anche da chi illegalmente li ha fatti andare in Afghanistan.

Tra gli assassini di quei quaranta giovani c'e' anche il Presidente della Repubblica Italiana, il Governo italiano, il Parlamento italiano che da un decennio in qua hanno ripetutamente deciso che dei giovani nostri connazionali fossero inviati la' come carne da macello, come morituri in un folle colosseo, vittime tra le vittime.

L'unico modo umano di ricordarli con affetto e' di impedire che altri subiscano la loro atroce sorte.

L'unica cosa decente da fare e' far rispettare la legge italiana che vieta la partecipazione italiana a quella guerra.

Cessi quindi immediatamente l'illegale e assassina partecipazione italiana alla guerra. Cessi in Afghanistan. Cessi in Libia.

Torni l'Italia al rispetto della legge che salva le vite, torni l'Italia al rispetto della vita dei suoi stessi figli.

Si adoperi l'Italia per la pace con mezzi di pace, per il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti, per salvare le vite.

Quaranta vittime sacrificate alla criminale follia dei terroristi che dominano in Afghanistan e nel mondo, dei terroristi che governano in Italia.

Quaranta vittime che dovevamo salvare, che potevamo salvare semplicemente facendo rispettare la legge italiana.

Quaranta esseri umani assassinati.

Come innumerevoli altri, tutti affratellati nella comune umanita', nel medesimo dolore.

Che cessino le uccisioni.

I soldati italiani tornino tutti a casa subito, tornino tutti a casa vivi. Cessi immediatamente la partecipazione italiana alla guerra assassina. S'impegni l'Italia contro la guerra, nemica dell'umanita'.

Solo la pace salva le vite.

 

Peppe Sini

responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo

 

Viterbo, 13 luglio 2011

 

Mittente: "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo

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Mercoledì 13 Luglio,2011 Ore: 13:29