Il dolore segue l'errore
di Enrico Peyretti
Quando le bombe tuonano, tace la ragione, tace la parola, l'umanità si eclissa. E' vero che la violenza delle armi era già in atto, in Libia e altrove, da parte di governi e (non dappertutto) di ribelli. Proprio per questo, alle armi va sostituita strenuamente la parola, l'ascolto delle diverse attese, la trattativa. Se esistono istituzioni internazionali, se c'è una politica tra le nazioni, tra gli stati, se c'è equità di giudizio (cioè se interessa la pace, la vita dei popoli più del petrolio) deve esserci il parlare, il "parlamentarizzare" ogni conflitto; si deve chiamare chi spara - in questo caso Gheddafi e i ribelli - a render conto in conferenze che confrontino le parti avverse, in presenza di terzi attivi mediatori, portatori del sentimento universale della comunità umana. Domenica 20 Marzo,2011 Ore: 09:09 |