OCCORRE PERSEVERARE AFFINCHE' IL 10 LUGLIO IL SENATO VOTI ATTI CONCRETI DI DISARMO E DI PACE  

di Peppe Sini

E' un bene che il 10 luglio anche al Senato si voterà una mozione contro i famigerati cacciabombardieri F-35, cui se ne aggiunge un'altra non meno necessaria contro le navi da guerra del programma Fremm.

E' un bene per vari motivi, di cui vorremmo elencare i principali.

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1. Perché l'iniziativa della presentazione della mozione Marcon ed altri alla Camera dei Deputati contro gli F-35 ha comunque favorito la coscientizzazione dell'opinione pubblica smascherando la criminale infamia dello sperpero di ingentissime risorse finanziarie pubbliche per costruire ed acquistare strumenti destinati ad uccidere esseri umani. Quella coscientizzazione, quella mobilitazione, deve proseguire.

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2. Perché il voto della Camera ha tuttavia avuto un esito doppiamente negativo: in primo luogo in quanto la mozione Marcon ed altri è stata bocciata; in secondo luogo in quanto è stata approvata la mozione Speranza, Brunetta ed altri che nella sostanza ha scandalosamente confermato la realizzazione e l'acquisto degli F-35. Questo esito è inaccettabile, ed è quindi necessario tornare a proporre l'opposizione agli F-35 nell'altro ramo del Parlamento.

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3. Perché malgrado questo esito doppiamente negativo del voto alla Camera, è emersa flagrante l'enorme difficoltà dei parlamentari non fascisti che pur sostengono il governo a continuare a votare per il riarmo idiota e assassino ed a subire i diktat della destra golpista berlusconiana. La formulazione contorta ed ambigua della mozione approvata; ma soprattutto l'ambiguo ma travagliato percorso di cui è stata frutto; il fatto che solo per l'imposizione della destra peggiore il suo testo definitivo sia stato traviato e prostituito ad un inequivocabile avallo del crimine laddove nell'originaria formulazione la mozione predisposta dal Pd apriva effettivamente degli spazi a un'iniziativa parlamentare di verifica che se onestamente condotta avrebbe successivamente portato alla bocciatura del programma degli F-35; ed infine il fatto che il Pd anche dopo l'inserimento nella mozione di quella modifica (la callida e infame aggiunta dell'aggettivo "ulteriore") che ne rovesciava il senso e dopo il voto turpemente asservito alla lobby guerrafondaia abbia dovuto continuare a mentire sulla funzione e sull'esito della mozione approvata spacciandola per atto che fermava gli F-35 quando invece purtroppo nella sostanza era vero il contrario; ebbene, tutto ciò rivela ad abundantiam che anche molti parlamentari del Pd non attendono altro che di avere una seconda possibilità per votare finalmente contro i famigerati cacciabombadieri predisposti per recare armamento atomico, appena riusciranno - innanzitutto nelle loro teste e nei loro cuori - a liberarsi dall'insensato e degradante asservimento a Berlusconi: cosa che potrebbe accadere ben presto con la caduta dell'ircocervino governo della coincidentia oppositorum. Del resto, infine, è emerso evidente che anche parlamentari tutt'altro che pacifisti si rendono ben conto che il programma di costruzione ed acquisto degli F-35 è una scellerata follia anche sul piano tecnico, sul piano economico, sul piano della politica internazionale italiana ed europea, sul piano giuridico ed amministrativo, e sotto molti altri profili. Sia chiaro: alle armi occorre opporsi in quanto esse sono ordinate ad uccidere gli esseri umani; e non solo perché per la loro costruzione ed il loro acquisto si sperperano enormi risorse pubbliche che potrebbero e dovrebbero essere invece ragionevolmente utilizzate per far vivere le persone - realizzando servizi e infrastrutture, tutelando il territorio e promuovendo la qualità della vita. Ma certo la consapevolezza che i soldi pubblici spesi per gli F-35 sono letteralmente sottratti alla scuola, alla sanità, all'assistenza, alla sicurezza abitativa e alla salubrità dell'ambiente, è una consapevolezza che non può non toccare - e turbare - anche i parlamentari più distratti ed egoisti.

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4. Quindi al Senato si può e si deve riproporre la questione degli F-35, anche con la consapevolezza che l'arma dell'inganno è già stata usata dalla lobby militarista - e da quanti ad essa hanno accettato di asservirsi - nel voto alla Camera, e quindi è ormai spuntata e non più proponibile: una mozione analoga a quella Speranza, Brunetta ed altri non può più essere presentata al Senato giacché non turlupinerebbe più nessuno (e se qualcuno fosse così stolido da voler ancora credere che essa significasse il contrario di quello che effettualmente reca, ci ha pensato l'incautamente esibizionista ovvero squallidamente protervo commento del Ministro della Difesa a darne l'interpretazione autentica, l'ignobile, oscena interpretazione autentica). Non solo. Al Senato si può e si deve riproporre la questione degli F-35 con la consapevolezza che qui una volta tanto non si sta discutendo di cose ambigue ed aleatorie su cui è possibile poi esercitare le arti ipnotiche della propaganda per lasciar intendere che un provvedimento significhi indifferentemente una cosa e il suo contrario; no: qui è in questione il sopprimere o il salvare le vite di esseri umani, la scelta tra le armi assassine o il disarmo che salva le vite, la scelta tra la pace e la guerra; poiché la pace si fa solo col disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti. Qui è in questione la politica internazionale del nostro paese (ovvero la politica tout court, perché ormai tutta la politica è internazionale, come l'economia, come tutto); ed una politica internazionale adeguata alla presente tragica distretta dell'umanità si fa solo se si rinuncia alla violenza e si fa la scelta della cooperazione, della solidarietà che riconosce, difende ed invera i diritti di tutti gli esseri umani, la scelta della pace con mezzi di pace, la scelta della pace che è altro nome della giustizia, la scelta - diciamola la parola decisiva - della nonviolenza.

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5. Ma al Senato opportunamente si metterà in discussione anche una altro pezzo di riarmo: l'acquisto delle dieci fregate del programma Fremm e di altre dodici unità navali per la marina militare. Ed è più che opportuno, è del tutto necessario ed urgente, poiché il riarmo non passa solo per gli F-35 sebbene essi ne siano per così dire la punta di lancia.

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6. Ed infatti il punto non è solo la follia estrema della realizzazione e dell'acquisto dei famigerati cacciabombardieri F-35, ma è l'estrema follia del riarmo in quanto tale in tutte le sue estrinsecazioni. E' l'estrema follia della guerra e dei suoi strumenti e dei suoi apparati, quando a rischio è la distruzione della civiltà umana. E' la situazione apocalittica su cui già molti anni fa, dopo Hiroshima e Nagasaki, ci misero in guardia e ci convocarono all'azione Mohandas Gandhi, Gunther Anders, Albert Einstein e Bertrand Russell e tutte le più illuminate coscienze del'umanità: il disarmo è necessario ed urgente; la pace è esigenza vitale e non più differibile dell'intero genere umano.

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7. Occorre quindi impegnarsi per una prosecuzione della coscientizzazione popolare, della mobilitazione e della pressione democratica dal basso finalizzata a promuovere una riflessione e una decisione onesta e adeguata, informata e responsabile, da parte di tutti i senatori, affinché a cominciare dal 10 luglio il parlamento dia una svolta alla politica italiana deliberando atti concreti di disarmo e di pace. Se saranno messi in grado di ragionare con cognizione di causa sulla situazione reale dell'umanità, non vi è dubbio che tutti i parlamentari fedeli alla loro personale umanità si persuaderanno della necessità di votare contro nuove armi assassine, di votare contro la guerra e le stragi.

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8. Ed occorre altresì riprendere con rinnovato vigore l'azione per la pace nella società oltre che nelle istituzioni, e far riaffiorare nelle coscienze delle persone la verità che uccidere è male. Che uccidere è male. E che la guerra, consistendo di innumerevoli uccisioni, è il male più grande. E riprendere l'azione per la pace significa riprendere l'iniziativa per il disarmo e per la smilitarizzazione, in quanto gli eserciti e le armi sono gli strumenti della guerra, e solo se ci si oppone ad essi ci si oppone alla guerra, ci si oppone alle stragi.

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9. E quindi occorre anche altresì far cessare immediatamente l'illegale ed insensata partecipazione italiana alla guerra in corso in Afghanistan che ogni giorno miete nuove vittime. Come non ci stancheremo mai di ripetere: solo la pace salva le vite.

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10. Meno armi, più vite umane salvate. Il Senato voti atti concreti di disarmo e di pace.

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

Viterbo, 29 giugno 2013

Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: nbawac@tin.it e centropacevt@gmail.com , web: lists.peacelink.it

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Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, già consigliere comunale e provinciale, è stato dagli anni '70 uno dei principali animatori del movimento che si oppone alle servitù energetiche e militari nell'Alto Lazio (ha preso parte al movimento antinucleare fin dalla prima iniziativa a Montalto di Castro); dalla metà degli anni Settanta è stato uno dei principali animatori della sinistra antitotalitaria a Viterbo; obiettore di coscienza al servizio militare, dagli anni Settanta è persona amica della nonviolenza (condividendo la formulazione di Aldo Capitini); nel 1979 ha fondato il "Comitato democratico contro l'emarginazione" che ha condotto rilevanti campagne di solidarietà; ha promosso e presieduto il primo convegno nazionale di studi sulla figura e l'opera di Primo Levi; nel 1987 ha coordinato per l'Italia la campagna di solidarietà con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano; nel 1991 è stato processato ed assolto per la sua azione contro la guerra del Golfo; nel 1999 ha ideato, promosso e realizzato l'esperienza delle "mongolfiere della pace" con cui ostacolare i decolli dei bombardieri che dalla base di Aviano recavano strage in Jugoslavia (anche per questa iniziativa ha subito un processo conclusosi con l'archiviazione delle accuse nei suoi confronti); nel 2001 è stato l'animatore dell'iniziativa che - dopo la tragedia di Genova - ha portato alla presentazione in parlamento di una proposta di legge per la formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza; è stato dagli anni '80 il principale animatore dell'attività di denuncia e opposizione alla penetrazione dei poteri criminali nell'Alto Lazio - e negli anni '90 ha presieduto la Commissione d'inchiesta ad hoc istituita dal Consiglio Provinciale di Viterbo -; ha ideato e animato due delle più importanti e vittoriose campagne ambientaliste nell'Alto Lazio: quella contro la realizzazione della devastante Supercassia negli anni '80-'90, e quella contro la realizzazione del mega-aeroporto a Viterbo dal 2007; negli anni '80 e '90 è stato tra i principali redattori del settimanale "Sotto voce" che a Viterbo condusse fondamentali inchieste contro i poteri criminali e il regime della corruzione; dal 2000 è direttore del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza è in cammino", che ogni giorno diffonde materiali di studio e di riflessione e sostiene e promuove iniziative nonviolente per la pace, l'ambiente, i diritti umani di tutti gli esseri umani. Ha ideato e realizzato dal 2002 a Viterbo le commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre il 4 novembre col motto "Ogni vittima ha il volto di Abele" e promosso la campagna a livello nazionale con questa denominazione.

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Sabato 29 Giugno,2013 Ore: 12:38