La Prima Guerra Mondiale continua ancora nel vicino Medioriente
di Adel Jabbar
Riprendiamo questo articolo, su segnalazione dell'autore che ringraziamo, dal sito https://www.azionenonviolenta.it
Adel Jabbar ci racconta delle influenze della prima guerra mondiale sugli attuali assetti nel Vicino e Medio Oriente
Soldati ottomani (foto tratta da voyagesphotosmanu.com)
L’area del vicino oriente (comunemente e erroneamente chiamato medioriente) è stata uno degli scenari principali della Prima Grande Guerra. L’intervento dell’Impero Ottomano – che al tempo controllava quei territori a fianco dell’Impero Austro-ungarico e della Germani (gli Imperi centrali) – determinò enormi cambiamenti che ridisegnando nuovi asseti statuali e nuove aree di influenze.
All’interno dell’establishment ottomano c’erano tre orientamenti riguardanti la scelta che avrebbe dovuto prendere l’impero relativamente alla propria collocazione nella guerra: la neutralità, l’adesione allo schieramento delle Potenze Alleate( sostenuta da esponenti che hanno avuto di esperienze di studio in Francia e Gran Bretagna) Entrambe le posizioni erano minoritarie mentre la maggioranza, che rappresentava la terza posizione, era propensa a far parte delle Potenze Centrali di conseguenza l’Impero ottomano scelse di aderire a questo secondo schieramento.
Su tale scelta pesò l’elite che ha studiato nelle accademie militari di Berlino. Inoltre l’Impero ottomano aveva dei forti conflitti sia con la Francia che aveva occupato le provincie ottomane del Maghreb Alarabi( Algeria, Tunisia) e con La Gran Bretagna che occupò L’Egitto. Si tengano in considerazione anche la relazioni storicamente conflittuali con il vicino Impero Russo.
I motivi dell’adesione agli Imperi Centrali
L’andamento della Guerra
Le forze armate ottomane erano impegnate nei combattimenti su quattro fronti.
Le conseguenze dell’entrata in guerra furono:
l’interruzione delle vie di comunicazione tra la Russia e gli alleati resero difficile il rifornimento di materiale bellico o di altri mezzi necessari per le operazioni militari;
la minaccia ai collegamenti britannici attraverso il canale del Suez cosi come ai rifornimenti petroliferi dai giacimenti in Iran;
l’occupazione della città di Bassora da parte della truppe inglese;
la dichiarazione da parte del Regno Unito che dichiara l’Egitto un protettorato inglese.
Una delle conseguenze principali della sconfitta dell’Impero ottomano fu la l’accordo segreto tra la Francia e Il Regno Unito per la spartizione dei territori dell’Impero denominato Sykes-Picot. L’accordo venne firmato il 16 maggio 1916 e cambiò definitivamente l’assetto geopolitico del vicino oriente, istituendo nuove configurazioni statuali che ancora oggi sono caratterizzate da forte fragilità politica e debolezza istituzionale.
Alla fine della guerra dei territori ottomani non rimase che la Turchia attuale, la quale abrogò il Calliffato proclamando la Repubblica e intraprese un radicale scelta laica per la vita politica e sociale.
Gli arabi e la guerra
Nel momento della partecipazione dell’autorità ottomana alla guerra il Sultano di Istanbul dichiarò al-Jihad contro gli alleati. Diversi fasce della popolazione araba aderirono ai proclami del Sultano volenti o nolenti. Si verificarono anche manifestazioni di disobbedienza, soprattutto nell’area siriana, causate dai tentativi di turchizzazione coercitiva della popolazione araba perpetuata dal governatore turco Jamal Pasha. Serpeggiava un sentimento nazionalista arabo anti turco, utilizzato poi dagli inglesi al fin di tessere una alleanza con Asharif Hussien e i suoi figli Faysale e Abdullah, che portò il 5 giugno 1916 alla rivoluzione araba sulla base della promessa dell’autorità britannica, mai mantenuta, di creare una grande regno arabo nei territori del vicino oriente. Ciò causò una divisione tra chi aveva scelto di schierarsi con gli alleati e che era rimasto a fianco degli ottomani.
Alla fine della guerra gli arabi dovettero confrontarsi con una deludente realtà, frutto di giochi decisi da altri e che rispecchiavano gli interessi e le prospettive delle potenze vincitrici: la Francia e la Gran Bretagna. Gli arabi non poterono che rassegnarsi a questo progetto, che li riportò a diverse entità statuali, divise per area di influenza: Giordania, Iraq e Palestina per l’Inghilterra, Siria e Libano per la Francia. Entità nate deboli e tali rimaste, dove l’unica permane da sempre l’instabilità che ancora oggi rappresenta la caratteristica prevalente.
In definitiva, guardando a quanto sta accadendo oggi in quell’area, crediamo che non sia azzardato affermare che la Grande Guerra in qualche modo continua a svolgersi nel vicino Oriente.
Posted by Adel Jabbar
Adel Jabbar sociologo dei processi migratori e relazioni transculturali. Ha insegnato sociologia delle culture e delle migrazioni all’Università Ca' Foscari di Venezia e Comunicazione interculturale all’università di Torino. Libero docente incaricato nell’ambito della sociologia della migrazione in diverse università italiane. Collabora con le seguenti riviste: Cem mondialità(BS), Fenomenologia e Società(TO) e Confronti(Roma). Svolge attività di ricerca e formazione per diversi organismi di ricerca e enti locali.
Giovedì 24 Gennaio,2019 Ore: 19:01 |